Nessuna paura. Un gesto tipicamente napoletano di rituale iettatura a chi pensava che non tornasse più. Che si fosse perso, smarrito nelle pieghe di una primavera storicamente ostica per le squadre di Spalletti. Ed invece no. Il grande, fantastico Napoli che si era messo ai piedi tutta la serie A è saltato di nuovo fuori, in ritardo dall'uovo di Pasqua. E' ritornato il Napoli dei Napoli. Con una vittoria ottenuta in zona Cesarini a Torino, in quello Stadium che tranne una volta era sempre stato maledetto. E' tornata la squadra che se la lotta fino all'ultimo sospiro, che non molla mai. Che ci crede, la cui autostima è altissima. Il Napoli dall'ego quasi smisurato ha reagito alle critiche di una serie di prove un po' appannate e alla delusione dell'eliminazione dalla Champions.
E' finita più o meno come in quel lontano 1988, con il Milan che fa festa e si gode la sbornia a Fuorigrotta ed il Napoli che esce dal campo a testa bassa. Una sberla che ricorda quella lontana e triste domenica che sancì l'addio allo scudetto. Stavolta, grazie al cielo il tricolore è fra le mani del Napoli, ma l'arrivederci ai sogni europei è assai doloroso perché la strada per Istanbul passava per il confronto con probabili due squadre italiane che in classifica stanno decine di punti dietro il gruppo Spalletti. Una chance perduta che forse la storia non ti regalerà più. Quello che ha impattato contro il Milan (1 a 1) ovviamente non è stata la migliore edizione del Napoli stagionale, peraltro ancora una volta falcidiato dai reiterati infortuni che riportano a distanza di un anno lo staff medico sul banco degli imputati.
L'agognata vittoria terapeutica a tre giorni dall'epocale sfida con il Milan non è stata centrata. Non ha pagato l'iperprudente e ragionato turn over di Spalletti, che ha tolto fantasia e brillantezza al suo Napoli. Dall'altra parte, si è erto un Verona molto concentrato, quasi commovente, che non ha accusato una sola sbavatura difensiva ed ha addirittura sfiorato il clamoroso colpo da tre punti. Anche il forcing finale del gruppo Spalletti con le prime donne gettate con disperazione nella mischia ha prodotto troppo poco, appena una clamorosa traversa. Il Napoli è stato troppo inoffensivo, Montipò ha toccato palla di rado. Ed ora incombono due partite da brividi per un gruppo che è lontano dalla forma migliore. Se ci sia o meno da preoccuparsi questo è ora il il dilemma amletico.
Se nel calcio esiste la fortuna, ed è una componente fondamentale di ogni partita a volte finanche beffarda, in questo Milan-Napoli quarto di Champions, la buona sorte è stata tutta colorata di rossonero. Al Napoli non poteva andar peggio di quanto sia andata, al di là di qualche errore singolo o collettivo. Certo, il risultato finale 1-0 è del tutto recuperabile. Ma i conti con la mala sorte sono strazianti. Senza di essi sarebbe stata tutta un'altra storia. Statene certi.
Innanzitutto si parte da lontano....
Il Napoli galoppa veloce. Velocissimo. E’ un Napoli stellare. Mai visto. Forse, mai così bello nella storia. Sebbene paragonare squadre di epoche diverse sia sempre un po’ frivolo, questo però è spettacolo allo stato puro.
Sono certezze non illusioni. I numeri come conferme. Lo spettacolo esilarante......
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