Gli azzurri si sono presentati al Meazza del tutto menomati, monchi in attacco. Kappao Osimhen e Simeone e con Raspadori convalescente, è stato affidato ad Elmas il disperato compito di far gol ad una retroguardia cinica ed attentissima, votata alla memoria dello stile del saggio Paròn. Primo dubbio e lecito quesito. Ancora una volta in una fase fondamentale della stagione, il Napoli deve fare i conti con le assenze provocate da acciacchi muscolari. Era già accaduto il 20 gennaio 2021 in finale di Supercoppa italiana, 0 a 2, dalla Juventus con cinque undicesimi dei titolari fermi ai box per dolenzie varie. Quella stessa stagione con Gattuso in panchina fu una tregenda, ma anche l'anno scorso da dicembre in poi Spalletti ha perso pezzi importanti, e queste defezioni gli sono forse valse l'addio allo scudetto. Quest'anno stava andando un po' meglio, anche perché il periodaccio dei crac muscolari (dicembre-gennaio appunto) era stato compensato dallo stop per i mondiali e dalla redditizia preparazione in Turchia. Ma i guai non sarebbero stati evitati del tutto a quanto pare, ma solo rimandati. Cosicché quando la stagione si è fatta calda, ecco che il Napoli ha ripreso a perder pezzi e proprio alla vigilia di una delle partite più importanti della propria storia. Al Meazza senza attacco. Dei dubbi sull'operato dello staff medico azzurrp si è parlato a lungo, si ricordi solo per l'ennessima volta che ai tempi di De Nicola medico sociale, il Napoli vantava il record europeo del minor numero di fuori squadra per incidenti muscolari.
E nonostante tutto il Napoli se l'è giocata ad armi pari con i rossoneri, baciati dalla Dea Bendata oltre i propri meriti. Nel primo tempo il Napoli ha avuto un netto dominio. La sua partenza è stata una furia da cavallo del west, sono fioccate occasioni su occasioni, il Milan ha tremato. E non vedeva palla. Napoli padrone in casa del Milan, sino al momento del bizzarro contropiede, azione fulminea, valsa lo svantaggio. Il gruppo Spalletti ha preso gol nel suo momento migliore. E fa rabbia. Molta. E' stata una mazzata psicologica non facile da digerire, anche perché le defezioni si sentivano eccome.
Gli assalti del Napoli sono stati anche bene orditi ma la mancanza di un terminale offensivo, di una punta di peso ha vanificato tutto. Possesso palla sterile, mancanza di sadismo in fase conclusiva, eppoi ci si sono messe le manone di Maignan, uno dei guardaporte più affidabili al mondo.
Una nota molto negativa è stata poi l'arbitraggio. Cartellini a senso quasi unico: un po' eccessiva l'espulsione di Anguissa, discutibili le non ammonizioni di Leao che prendeva a calci la bandierina, ingenuo Kim. In tante circostanze il direttore di gara l'ha interpretata piuttosto alla casalinga. Poi l'inesperienza ha fatto il resto. Kim ed Anguissa avrebbero potuto coprire i nervi ed evitare due ammonizioni che li escluderanno nella gara di ritorno.
Al Milan dunque è andata tutto bene. A cominciare dalle assenze degli azzurri, si son trovati contro un Napoli depotenziato in avanti. Poi il salvataggio nei primissimi minuti a porta vuota sulla conclusione di Kvara, il vantaggio nella fase in cui stavano soffrendo di più e le tante occasioni che il Napoli avrebbe potuto sfruttare meglio. E come detto l'occhiolino del direttore di gara. Certo il gruppo Pioli è squadra attentissima in fase di copertura e concede nulla, non a caso contro il Tottenham in 180' non hanno mai incassto gol. Meriti rossoneri tanti ed indiscutibili. Da parte Napoli, anche qualche defaillance dovuta senza ombra di dubbio alla mancanza di esperienza che in certe partite conta eccome. L'ambiente Milan, anche se da anni non è al vertice del calcio europeo, ha comunque nel proprio dna la consuetudine a certi confronti, forse al Napoli manca ancora quel pizzico di malizia e furbizia.
Al Maradona, martedì prtossimo, la rimonta non sarà impossibile, o ai limiti del tale da definirla remontada. Ma al Napoli mancheranno gli squalificati Anguissa e Kim-e non è poco- ed è ancora in dubbio il completo recupero di Osimhen, con Raspardori che annaspa dopo il lungo stop e Simeone in infermeria. Ce la si può fare ma innanzitutto Spalletti dovrà rischiare il bomber nigeriano. Sperando sia in buona forma. Con lui in campo tutto diventa possibile. Anche sconfiggere il rinomato cul de sac meneghino.
Foto fonte sky sport