Quando le squadre al fischio finale del primo tempo sono rientrate negli spogliatoi, ognuno si è chiesto dove fosse rimasto il leggendario Napoli del terzo scudetto. Se non fosse mai volato a Genova, o se ne stesse a far bisboccia in una trattoria della riviera, e a gustarsi un pesto doc. Eppure era sceso in campo ma nessuno lo aveva avvistato. Sotto di un gol e con lo scorno in corpo.
Diceva un vecchio adagio "moglie di agosto non ti conosco". In questo caso ci va a pennello la riedizione di: Napoli di agosto non ti riconosco, o meglio Napoli d'estate ci fai una paura da matti. Garcia lavora con dedizione e sacrificio, l'impegno è degno delle migliori scuole coraniche, però è il complesso strutturale dei campioni d'Italia che, se non convince del tutto, quantomeno alimenta dubbi e angosce. Il mercato è fermo e la squadra perde pezzi sul campo con frequenza plurigiornaliera, infortuni su infortuni. Il campo sembra una trincea, altro che preparazione precampionato.
Le ultime se non fanno ben sperare, sparpagliano però più di una perplessità sul futuro del Napoli. La notizia è recentissima. Il nuovo direttore sportivo del Napoli sarà Mauro Meluso. Provenienza Spezia, ovvero la terza retrocessa in serie B. Il presidente del Napoli pesca bene fra quelli che hanno fatto flop e trova l'uomo giusto. Ma chi è costui per meritare di sostituire Giuntoli alla guida del settore tecnico del Napoli. Che titoli vanta, al di là di uno spareggio salvezza perso. Per il Napoli è un discutibile decadimento di ambizioni, un gioco al ribasso e non certo al rialzo.
Si alzano i calici al cielo. Cin cin Napoli e grazie per un'annata da sogno. Per questo salto nell'Olimpo di tutte le gioie. Se esiste un paradiso del calcio, oggi e domani gli azzurri di Spalletti lì godranno di libagioni squisite. Cose di altri pianeti. Gracias nuevos heroes. Nati e cresciuti nel segno di Diego, o come forse ha detto qualcuno, con Diego dentro. E quando hai El Pibe dentro di te, che ti infiamma cuore, muscoli ed anima, nulla è troppo lontano per la tua falcata. Hai un passo da gigante. E tii puoi prendere ogni impresa umanamente possibile.
La notizia circola da molte ore ed è stata riportata anche dai maggiori quotidiani sportivi nazionali: Nella giornata di ieri il presidente de Laurentiis ha chiamato al telefono Antonio Conte, per sondare la sua disponibilità per la prossima stagione. Conte è il profilo perfetto per il dopo Spalletti: allenatore di grande esperienza, vincente, sanguigno, dotato di una spiccata personalità e di un carattere granitico. Un trascinatore, capace di motivare i calciatori al di là talvolta delle proprie possibilità. E' lui l'identikit ideale per il prossimo anno, allorché il Napoli dovrà difendere il titolo e cercare di arricchire la bacheca con qualche altro trofeo. Ma Conte ha posto delle condizioni sulle quali non transige. O così o pomì.
Per un attimo si è immaginato che si fosse ad Istanbul e non al Maradona, con il Bosforo sullo sfondo al posto del lungomare e Castel dell'Ovo. Mangiucchiando un kebab e non una pizza. Un getto di fantasia, perché Napoli-Inter è stata vissuta da brividi per 95' e se si pensa che loro sono in finale di Champions e noi no, ed ai tanti punti di vantaggio sui nerazzurri. E cavolo, un brivido di rammarico ci sta.
Se ne va o non se ne va. Da un paio di settimane Napoli sfoglia la margherita. Un petalo dopo l'altro ma la risposta non c'è. Ancora no. Eppure, non occorre interrogare il futuro attraverso i fondi di caffè o guardare le nuvole nottetempo come nella commedia del grande Eduardo per capire che le intenzioni di Luciano Spalletti, leggendario tecnico azzurro e demiurgo del terzo ed inatteso scudetto, lo allontanano di ora in ora sempre di più da quella maglia che gli ha donato prestigio e gloria.
Seconda gara da campioni d'Italia e prima trasferta scudettata per il Napoli. Un leggero velo di malinconia per quella febbrile attesa che ora non c'è più, adesso che il tricolore veleggia sulle bellezze del golfo e in città squillano meno trombe e quei suoni si sono assopiti, ma di certo non la gioia di una squadra, e per una squadra, che ha scolpito le proprie impronte nel wall of fame del calcio.
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