Per il presidente il passaggio agli ottavi di Champions è semrpe questione di tasca o di dolori. In quanto è uno dei pochi presidenti in circolazione a vivere solo di calcio, a non avere altri introiti, poiché ormai la Filamauro incassa soldini solo dal Napoli e la sua attività di produttore cinematografico è solo un lontano ricordo. Un oblìo negli incassi divenuti di anno in anno più grami dei suoi nazional-popolarissimi cinepanettoni natalizi. Adl è legato al Napoli come la creatura che gli garantisce protagonismo e visibilità e in primis un sostanzioso giro di denaro, che senza un avanzamento minimo in Europa perderebbe cifre importanti. A vivere di Champions è tutta la famiglia Del Laurentiis, che mai come quest'anno si è allargata all'interno della società. Al figlio Edo, vicepresidente, la moglia Jacqueline consigliere del club, si sono affiancati la figlia e il genero, addetto al settore tecnico. Quest'ultimo più una promozione in perfetta logica parentopolistica che meritocratica e di esperienze di calcio. Ovviamente tanti familiari a sudare nell'azienda di famiglia con lautissimi stipendi costano tanto. Un'altra buona ragione per eliminare il modesto Braga e giocarsi gli ottavi di finale. Adl ha ogni anni un solo grande terrore, di non qualificarsi alla Champions e di non superare la fase a gironi. Il resto conta ma non troppo.
Questo è il Napoli, un anno gli può andar bene, ma la mancanza di un autentico progetto che dia continuità dilapida quanto di bellissimo fatto appena pochi mesi fa.
Sul campo, si è ammirata una squadra coscienziosa, piuttosto attenta, al cospetto però di un avversario di profilo più basso che medio. Mazzarri respira un po' di aria buona dopo le tre dolorose sconfitte consecutive fra campionato ed Europa (Real, Inter e Juve), delle quali le ultime due senza realizzare neppure un gol. Dati scoraggianti. Il suo Napoli deve prima di tutto ritrovare lo splendido spirito di un anno fa. Peccato che in pochi mesi sia sia perso consì tanto. L'anima di una squadra è volata via, fra errori di mercato estivi, addii eccellenti e lo smodato ed inopportuno egocentrismo del padre padrone.
L'anno scorso al Napoli riuscivano anche le bizzarrìe più complesse, quest'anno la squadra è ancora un po' imballata e per la fluidità di manovra e per la testa che sembra ingomba di pensieri. Cert'è che la vittoria sui portoghesi e il raggiungimento del primo traguardo stagionale potranno rimettere al proprio posto piedi e neuroni. Si vedrà. Vien da pensare, però che il Napoli attuale riesca a fare il leone contro agnellini, ovvero suqadre di seconda fascia, mentre cede il passo alle grandi. Delle quali ha battuto solo l'Atalanta, eppoi ha rimediato schiaffoni pesanti e frequenti.
In campo al Maradona ecco cosa si è visto. Nel vantaggio azzurro c'è stata tutta la buona sorte del mondo del calcio: un autogol portoghese goffo come pochi. Ma è quanto ci voleva per aiutare una squadra che ha bisogno di ritrovare autostima e sicurezza. Raddoppio: finalmente c'è stata l'impronta di Osimhen. Ma a stupire la meravigliosa discesa sulla sua neo fascia-la sinistra- di Natan, protagonista di una progressione da frecciarossa. Il brasiliano almeno coi portoghesi è stato del tutto a suo agio sulla corsia che fu di Mario rui. Certo, sarà di rivedere nelle prossime, ma chissà che Mazzarri non abbia inventato un nuovo ruolo che ben si addice ad un innesto che sinora è apparso più una delusione che la gioia di un acquisto centrato.
Nel secondo tempo, il Napoli ha sciolto muscoli e tensioni nervose e giocato con scioltezza e libertà di pensiero. Sfiorava il terzo gol, sprecava qualcosa ma rischiava pure di beccarne uno.
Ottavi dovevano e tali sono stati. Per il momento la terapia Mazzarri è ancor tutta da giudicare. Dopo l'exploit di Bergamo si sono visti solo mezzi tempi e spezzoni a buoni livelli, ma poi di punti nulla. Le tre sconfitte consecutive danno l'idea di un Napoli ridimensionato rispetto alle recenti meraviglie spallettiane. Come detto, ora occorrerebbe anche far quadrare conti e gol contro avversari blasonati e non solo fare la voce grossa con le provinciali. Sabato arriva il Cagliari, ondivago ma imprevedibile. Il lavoro di Ranieri sta dando qualche frutto zuccherino anche se la classifica non è esaltante.
Sui singoli del Napoli nella notte di Coppa, le due grandi stelle, Osimhen e Kvara, sono ancora lontani dalla forma top. Il georgiano ha perso il feeling col gol, si dimena ma quelle favolose genialate gli riescono solo sporadicamente. Os è ancora in condizione fisica approssimativa anche se sembra in crescita. Il mese di stop lascia ancora degli strascici. E' ovvio che per tentare di risalire la classifica ed ambire a qualcosa di bello, serviranno loro due al cento per cento.Ottimi voti ed in crescita nella notte del Maradona, capitan Di Lorenzo, fra i migliori Anguissa ed il sorprendente Natan a sinistra. Non è un gioco di parole ma se già questi elementi confermassero le migliorìe ci sarebbe da trascorrere un Natale di cin cin
(Foto fonte Ansa).