Mazzarri aveva un compito ben preciso. E dopo appena 90' è al passo con le migliori aspettative. Gli toccava risvegliare una squadra che si era assopita, aveva perso grinta e parte dell'autostima che appena pochi mesi fa le avevano permesso di laurearsi campione d'Italia. Non ci voleva la bacchetta magica ma solo un pizzico di buonsenso e grinta. Mazzarri ha lavorato appena pochi giorni sulla testa dei suoi azzurri. Ha indossata soprattutto i panni dello psicologo. E la svolta c'è stata eccome. Il Napoli ha vinto a Bergamo a pieni voti, grazie ad un carattere ritrovato, all'abitudine alla sofferenza, a quel gioco mnemonico che gli aveva consentito di brindare al terzo leggendario scudetto.
E' bastata una sola partita, se ce ne fosse bisogno ma non ce n'era, per confermare che a giugno il solito De Laurentiis aveva ancora una volta sbagliato tutto. Ingaggiato un allenatore, Garcia, dimostratosi inconcludente e presuntuoso col suo voler scavare un solco rispetto al passato, ed incapace di tenere cariche le batterie di un gruppo che aveva incantato tutti. E che, per una magia inversa, si era risvegliato nel sottoscala del calcio. Basta comunque nominare il nome del francese, bravissimo 10 anni fa ai tempi della Roma, ma catastrofico nella sua breve parentesi in azzurro.
Il Mazzarri due comincia, dunque, nella maniera che tutti sognavano. Tre punti in casa di una tosta Atalanta. Nessuno stravolgimento tecnico-tattico, ma un semplice copia ed incolla di ciò che faceva il Napoli di Spalletti. Ed ecco il cambio di passo. Ecco un'altra squadra. Anzi, meglio dire che il Napoli è tornato a fare il Napoli. Come è tornato alla carica dopo 48 giorni, Victor Osimhen. Entrato in campo alla sua maniera. Con quella rabbia che lo contraddistingue, tipica di chi è nato povero ed ora può avere il mondo ai sui piedi o nei suoi piedi. Il vero Os è questo. Appena sbarcato nel gioco ha subito allungato la squadra e fornito ad Elmas il delicato ed altruistico assist per il gol vittoria.
Una serata fredda come clima, ma eccellente come resa in campo. Unica nota stonata, il grave infortunio di Olivera. E considerato che Mario Rui non sarà arruolabile prima di gennaio, questo è un bel problema, in attesa di una diagnosi, ma quelle stampelle non promettono nulla di buono. A questo punto, senza un esterno sinistro di ruolo, Mazzarri potrebbe quasi sicuramente adottare un modulo con una difesa a tre e spostare Di Lorenzo più avanti. Un 3-4-3 che peraltro è il suo schema preferito. Cert'è che quest'anno gli infortuni non danno tregua al Napoli. Causa forse la preparazione kamikaze dello staff di Garcia, uno dopo l'altro si perdono pedine, oltrechè si aggiunge una continua ventata choc di malasorte.
In campo, contro il gruppo Gasperini, all'inizio la gara è stata piuttosto intasata. Il Napoli non trovava subito spazi, l'Atalanta neppure. Precisione e invenzioni mancavano, i saggi l'avrebbero bollata dapprima come sfida tattica. Ma tale non è stata. Così come la monotonia iniziale è stata spazzata via. Gli azzurri sembravano bloccati in avanti, la difesa nerazzurra un muro, molto attenta. Sino al punto in cui Raspadori crossava al bacio e Rrhamani si inseriva con scaltrezza e centrava la porta. Ma tutto inutile, per una posizione di fuorigioco. Nel giro di pochi minuti era sfiga maldestra sul Napoli,si acciaccava Oliveira e Juan Jesus era costretto a far quello che sa fare meglio, il centrale. Brutta tegola per Mazzarri, in vista di Inter e Juve non c'è un esterno arruolabile. Ma come detto, la soluzione a tre dietro non imbarazzerà il ritrovato tecnico azzurro in chiave futuro.
Poi il gol però arrivava, ed era quello buono, quello regolare. A pennellar palla al centro è stato stavolta il piedino fatato di Di Lorenzo e proprio Kvara ancora di testa la buttava dentro. Il georgiano sembrava dolorante in avvio ed invece. Della serie lui non molla mai. Un tocco, il tempo di un respiro ed infiamma la partita.
Dopo il gol il Napoli raccatttava quel coraggio che l'aveva reso celebre e si gettava all'assalto con idee e foga. Secondo tempo, il gruppo Gasperini si destava e pareggiava, sempre di testa nella stessa porta che aveva visto Kvara elevarsi in cielo. Il Napoli accusava per una manciata di minuti un calo fisico e mentale ed abbassava il baricentro. Ma a questo punto Mazzarri operava dei cambi azzeccatissimi e nella scelta degli uomini e nella tempistica. Ritornava in campo Osimhen. Eupalla gratias. Ed era proprio il nigeriano, in versione senza maschera, a servire un delizioso pallone ad Elmas per il 2 a 1. Os è stato freddo e lucido, resistendo alla tentazione di cercare il gol a tutti i costi, in quanto era marcato mentre il macedone libero ed in vena di replicare il gol dello scorso campionato. Azione innescata da un errore marchiano del portiere nerazzurro, ma gestita da dieci e lode dall'attacco del Napoli.
Il rientro di un Osimhen apparso subito in forma smagliante è l'ideale per progettare la trasferta di Madrid ed il doppio al Maradona contro Inter e Juve. Raspadori è in buona forma, Os però assicura muscoli e potenza, in alternativa all'imprevedibilità del cocco di Spalletti.
Ed allora ecco riapparire dal cilindro una sorpresa che nessuno negli ultimi anni si sarebbe aspettato. In quanti immaginavano che fra quelli che a volte ritornano ci fosse proprio il caro Walter, che aveva lasciato sì un bel ricordo ma che sembrava ormai relegato sulla stella del piccolo principe. Dopo il madornale errore estivo con la scelta infausta di Garcia, Adl non poteva eleggere miglior successore. Mazzarri fra i suoi pregi ne ha uno non usuale. L'anno scorso aveva seguito tutte le partite del Napoli, e questo gli dà uno splendido vantaggio nel rimettere a posto la stagione. Elemento al quale si aggiunge la sua ottima conoscenza dell'ambiente e degli ingombranti difetti del presidente.
Signori da oggi sarà tutta un'altra storia. O quantomeno lo si spera. Le basi ci sono. Il Napoli sembra aver ritrovato lo spirito di una volta. La scossa è stata forte, Mazzarri parla di feeliing a prima vista con i suoi nuovi allievi. C'è da credergli. Anche allo spogliatotio lui piace e piacerà molto. Aspettando Juventus-Inter le distanze dall'Olimpo si accorciano.
(Foto fonte Sky sport)