Domenica, 12 Novembre 2023 12:23

Napoli nello sterco. Monsieur Garcia ha le ore contate. E Adl rischia di commettere l'ennesimo errore...

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Quando è troppo è troppo. Contro una Cenerentola del campionato il Napoli è andato allo sfascio.Un capitombolo imperdonabile per il già discusso Rudi Garcia, che ora è a un passo dall'esonero.

La sconfitta è tragicomica. Nel trittico di sfide decisive per salvare il posto (Salernitana, Union Berlino ed Empoli), il tecnico francese ne ha vinta una sola, e dopo il deludente pareggio con i berlinesi in crisi profonda, la sconfitta subìta dall'Empoli (0 a 1) suona come una condanna definitiva. Il licenziamento incombe, sarà quasi impossibile evitarlo, De Laurentiis è di umore plumbero e non vuole sentire ragioni, nè scusanti. Non è un caso che la sosta per le nazionali piova propizia per un avvicendamento alla guida della squadra, come da copione. La scelta annovera tre nomi in lizza: Walter Mazzarri per un clamoroso ritorno, Igor Tudor e Fabio Cannavaro (a nostro avviso altamente sconsigliabile). Sarà un casting, stavolta, parola gradita a De Laurentiis, solitario, triste y final per dirla alla Osvaldo Soriano. Molto triste e di ripiego. Il presidente aveva nominato lui come successore dello scudettato Spalletti, ma la preferenza, dopo aver incassato diversi rifiuti da altri tecnici, si è rivelata del tutto perdente. Ennesimo errore di un presidente a cui in questa stagione la fortuna ha voltato le spalle. Proprio lui che dalla Dea Bendata era stato spesso favorito e coccolato, a dispetto di molte decisioni fuori luogo che poi sono state velate dai successi di Giuntoli, di Spalletti e di alcuni suoi predecessori, e di una squadra sempre molto competitiva.   

Contro l'Empoli, intanto, è arrivato il de profundis. Il clima è teso come corde di violino. Il silenzio stampa annunciato al fischio finale è l'icona di uno dei peggiori momenti dell'era De Laurentiis. O forse di sempre. Al Maradona è arrivata la terza batosta in campionato e siamo appena a metà novembre. Per trovare uno score così impietoso bisogna magari tornare agli anni delle due retrocessioni Inevitabile che Garcia sia il primo imputato con un verdetto di condanna unanime. Ma che nessuno dimentichi però le gravissime responsabilità del presidente De Laurentiis.

La partita- Napoli imbrigliato nel nuovo modulo adottato da Garcia, che contro i virgulti empolesi non è stato una genialata.  Inedito e fallimentare assetto tattico per il Monsieur che inaugura il 4-2-3-1, con Raspadori alle spalle di Simeone. Sacrificato Zielinski, fuori Kvara per Elmas. Rob de matt. Dinanzi un Empoli modestissimo sin prima di sbarcare a Fuorigrotta, soprattutto nei numeri realizzativi, uno dei peggiori attacchi d'Europa. Ma col nuovo modulo gli azzurri concedono troppo e nel primo tempo l'Empoli sfiora a ripetizione il gol. Troppe le occasioni donate ad un avversario, i cui numeri dicono che ha un pessimo rapporto col gol.

L'impressione è che il centrocampo a due apra autostrade agli avversari e con quattro lì davanti il Napoli sia troppo sbilanciato. Concetti da oratorio, ma evidentemente il Monsieur non li afferra. Il Brasile campione del mondo '58 e '62 applicava il 4-2-4 ma era altro calcio e quella squadra vantava una collezione di fenomeni. 

Primo tempo molto deludente per il gruppo Garcia. I toscani hanno controllato senza eccessivi patemi la partita, si sono resi pericolosi, mentre il Napoli è apparso macchinoso e improduttivo. Impacciato e disordinato. Improponibile la fase difensiva, la mediana quasi non esisteva, in attacco qualche sporadica occasione ma poca roba. Ed il Napoli rientrava negli spogliatoi umiliato da una bordata di fischi ed imprecazioni.

Nella ripresa, Garcia getta nella mischia Kvara e Zielinski e ritorna allo schema che rese il Napoli campione. Della serie, scusatemi avevo sbagliato tutto. Garda un po', nessuno se ne era accorto!  Un mea culpa fra il patetico e l'irritante. Ed è proprio il georgiano a portare un po' di scompiglio dalle parti di Berisha, ma il gol non arriva.  E' piuttosto l'Empoli  a vincerla con una rete da far girare la testa ai palati più raffinati di Kovalenko, che trova uno spazio laddove non ce n'era, fra il palo e Gollini. Colpo di scena. Inatteso ed umiliante per i campioni d'Italia. Apparsi anche in condizione fisica non brillante, affaticati, sintomo dell'ennesimo errore del Monsieur: la preparazione fisica che non ha dato buoni frutti. 

Garcia e il probabile successore- Solo come nessuno. Bocciato da tutti. Non un fan, ma solo detrattori e musi lunghi al sentirlo nominare, Rudi Garcia ha quasi zero possibilità di restare alla guida del Napoli. Adl gli aveva intimato che le tre ultime partite fra campionato e Champions sarebbero state l'esame che ne avrebbe deciso il futuro. Bocciato da tutti, anche dalla squadra e questo è l'incipit definitivo per l'esonero. In realtò, fra il Monsieur e lo spogliatotio non si è mai instaurato un rapporto felice. Di fedelissimi non ce ne sono fra i giocatori azzurri e l'impressione è che la squadra ormai non la segua più, e da diverse partite. Una situazione gravissima per la quale l'unica via d'uscita sarebbe l'esonero. Il sostituto? Non è passata inosservata la presenza in tribuna dei fratelli Cannavaro. A questo punto l'indiziato numero uno per rimpiazzare Garcia potrebbe essere proprio Fabio, magari coadiuvato dal fratello Paolo. Un'opzione che però non sembra affidabile e sicura. Al di là del fascino del capitano di una volta, campione del mondo e pallone d'oro, la sua carriera da allenatore non ha mai convinto e non convince. Si è fatto le ossa fra Emirati Arabi e Cina (dove ha anche vinto un campionato) nei meandri bui del calcio che conta nulla, dove girano milioni di dollari ma la qualità è da paperissima. Esperienze poco significative, fino al debutto in Italia con il Benevento dove però è stato esonerato da Vigorito. Un flop. Cannavaro ha certo carisma, ma non sembra avere l'esperienza per affrontare una situazione calcisticamente drammatica quale vive ora il Napoli. Sarebbe invece un profilo interessante sia lui sia Paolo, nel ruolo di dirigente o team manager o qualcosa di simile, ma sappiamo che De Laurentiis è egocentrico e strafottente, non si è mai voluto circondare di manager di peso e qualità, in quanto da pessimo padre padrone vuole essere sempre esser lui a prendere ogni decisione, spesso, almeno quest'anno tutte fallimentari.

Rimbombano anche i nomi di Mazzarri e Tudor. Anch'essi di ripiego. Il grande ex ha il vantaggio di conoscere bene Napoli e il suo ambiente, ma dopo aver lasciato ovunque è andato non ha mai fatto granchè di buono. A questo punto il più adatto sarebbe forse Tudor. Per lui precedenti discreti che ne hanno messo in evidenza un carattere forte e deciso, capace di misurarsi anche con ambienti difficili, quale è oggi Napoli. Però egli stesso sarebbe una forte scommessa, ben consci che il Napoli dovrebbe difendere il tricolore e la squadra è fra le più competitive nella serie A  ma si è arenata come una vecchia carretta del mare. E il popolo rumoreggia. L'eventuale nuovo allenatore dovrebbe in primis essere un ottimo psicologo per ritemprare i neuroni e le motivazioni dei giocatori. Probabile che Adl faccia un ultimo, disperato tentativo per convincere Antonio Conte, ma i presupposti sembrano scoraggianti. Il Grande tecnico leccese è orientato verso altri sei mesi sabbatici e comunque avrebbe già chiesto al presidente garanzie che il patron non potrebbe offrire: la riconferma per l'anno prossimo di Osimhen, Kvara e Zielinski. Il nigeriano sicuramente saluterà Napoli. Oltrechè Conte vorrebbe avere voce in capitolo in tema di mercato, una posizione che rappresenta un'eresia per l'Ego incontenibile del presidente. Quindi nulla da fare. In ogni caso, l'ipotetico successore di Garcia potrebbe essere solo un traghettatore di emergenza, nella speranza poi di assumere a giugno un tecnico di profilo importante, magari ritentare l'assalto a Conte.

Di questo disastro il maggior responsabile resta, in ogni caso e sempre, Aurelio De Laurentiis. Lui ha scelto Garcia e si è affidato ad un tecnico che ha fallito, lui ha incrinato i rapporti con Spalletti che gli ha voltato le spalle, lui ha assunto Melluso un diesse di provincia, lui non ha saputo rimpiazzare il meraviglioso Kim se non con un mediocre sudamericano ingaggiato pure in netto ritardo. De Laurentiis, dati alla mano, ha stroncato sul nascere un ciclo che poteva durare anni ed anni e portare altri trofei. Sarebbe mica il caso che accarezzasse l'idea di vendere il Napoli e farsi da parte. Da oggi in avanti avrà solo da perdere e pochissimo da guadagnare se non il solito gruzzolo di euro che però rischia di assottigliarsi per il pessimo rendimento della squadra e il crescente disamore dei tifosi. 

 (Foto fonte Gianluca di Marzio).

 

 

 

 

 

 

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Enzo Famiglietti

Nato a Napoli alla fine degli anni sessanta.Inizia la sua carriera giornalistica a metà degli anni novanta presso il quotidiano sportivo di breve durata Campania Sport e poi diventa redattore alla Verità di Napoli-Napoli più, dove si occupa delle pagine dedicate al Napoli ed anche dell'impaginazione delle altre sportive. Ma la sua passione resta il calcio. Negli anni successivi collabora, come redattore, al Corriere del Pallone e negli anni recenti a vari siti web Per sempre Napoli, 87 tv e successivamente ilcuoreazzurro.it

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