Poteva essere una gran brutta tranvata sulle ambizioni del Napoli, quel 0 a 2 allo scoccare del primo tempo. Poi una rimonta epica ha evitato il peggio. Un punto che però non serve molto ai fini pratici, se non per l'autostima di aver rimesso in gioco una gara che sembrava già archiviata con errori da penna blu. Si torna a casa con un velo di malinconia e più di un rimpianto, in confronto alle vittorie di Inter e Juve ed il primo posto che dista sempre sette punti. Resta da domandarsi se davvero il gruppo Garcia, discontinuo di partita in partita e nell'alveo degli stessi 90 minuti, possa quest'anno ambire alla vetta del campionato.Ad oggi vien da pensare che la risposta sia più un no che un sì. Juve ed Inter hanno una marcia in più, nonostante il gioco dei bianconeri sia una mezza cosa, mai spettacolare ma terribilmente pratico come da tradizione allegriana.
E dire che Aurelio de Laurentiis, fra i maggiori colpevoli delle problematiche attuali, forse se la sentiva. Era preoccupatissimo alla vigilia di Napoli-Milan, e si era raccomandato a Rudi Garcia, magari in tono perentorio, chissà se non addirittura intimidatorio. Davanti agli occhi del presidente scorrevano ancora le immagini di quel terribile 0 a 4 di pochi mesi fa. In replica, il Monsieur aveva dato rassicurazioni sulla prontezza della squadra, la determinazione con la quale si sarebbe gettata nella mischia. Eppure il primo tempo del Napoli è stato un mezzo scatafascio, sotto di due gol e con una difesa da operetta. Leggera e disattenta, tagliata a fette da un redivivo Giraud. Tant'è che ad inizo secondo tempo Garcia ha cambiato uno dei due centrali, Ostigard per Rrahmani. La dice lunga.Troppa nostalgia per Kim, samurai dal cuore d'oro che comunque a Monaco non sta facendo faville.
Garcia, se non in bilico, non fuga per nulla dubbi e polemiche sul suo operato. Il suo gruppo ha giocato all'altezza della fama una sola frazione di gioco, più o meno come era accaduto con la Lazio, solo che allora era andata peggio. L'incubo della quarta sconfitta stagionale al Maradona è stato spazzato via da una punizione magistrale di Raspadori e all'ultimo secondo Kvara ha anche avuto la palla del clamoroso kappao.
Al principio un Napoli spento e a momenti quasi demotivato, dinanzi ad un Milan che stava giocando la partita perfetta. In ogni zona del campo, i rossoneri hanno palesato, nel primo tempo, netta superiorità rispetto ad un avversario con le batterie scariche.
Passava in vantaggio il Milan con una testata di Giraud, lasciato colpevolmente solo dalla difesa, in particolar modo da Natan. Raddoppiava ancora il francese, che era a secco da otto gare, ancora di testa a far marameo ad una difesa azzurra totalmente svagantata. Stavolta toccava a Rrahmani far la parte del brocco, immobile e impotente. A quel punto, gli azzurri che pure avevano iniziato con coraggio, si erano del tutto inceppati. Persa fiducia e lucidità andavano a riposto negli spogliatoi gelati dai fischi di un pubblico incazzato nero.
Ma ad inizio ripresa avveniva un mezzo miracolo. Politano rimetteva tutto in gioco grazie al suo quinto gol stagionale, sicuramente il più spettacolare, dribbling funambolico e tiro potente e preciso. Nella ripresa la partita cambiava. E quanto cambiava. E' stato un altro Napoli, ringalluzzito da tre cambi e da una prevedibile strigliata del Monsieur. E dopo la prodezza di Politano ne arrivava un'altra, di Raspadori su punizione per l'inatteso pareggio, 2 a 2. E tifosi in visibilio. Ma poi col passare dei minuti il Napoli calava un po', abbassava il ritmo, e per la fatica e forse per l'inconsapevole appagamento post rimonta. In zona Cesarini, il Milan sfiorava il colpaccio, poi all'ultimo istante Kvara si faceva respingere un tiro non troppo preciso da un Maignan sino ad allora distratto ed in una delle sue peggiori giornate rossonere.
Nel complesso al Maradona è andata in scena una esibizione che non ha mai annoiato uno spettatore. Occasioni a ripetizione, nulla di scontato e quella pregevole voglia di tre punti sino all'estremo clic del tempo.
Come detto, per il Napoli la classifica non cambia un granchè. Anzi. Nerazzurri e bianconeri si allontanano di altri due punti. Meno sette dalla prima non è una distanza incolmabile, ma la difficoltà della squadra a tenere ritmi, concentrazione ed applicazione costanti è oggi un handicap preoccupante.
Sino alla vigilia di Napoli-Milan, De Laurentiis non si fidava di Garcia e non ne era del tutto soddisfatto. E non lo sarà tuttora. Non si è (ancora) innamorato del suo allenatore. Giammai un giorno dovesse succedere ci vorranno un'esaltazione nel gioco e un importante filotto di vittorie.
I giorni precedenti la sfida non erano stati del tutto sereni, piuttosto carichi di tensione ed incertezze. Conoscendo Adl, sappiamo che quando si catapulta a Castelvolturno per stare accanto alla squadra è perché storce il naso per risultati deludenti, e soprattutto non è contento dell'operato dell'allenatore di turno. L'emozionante doppietta gli ha donato un sorriso ma non la sicurezza sull'affidabilità del Monsieur.
Una stagione pianificata in malo modo, con superficialità e leggerezza e che appena a novembre ha visto l'allenatore più volte sul banco degli imputati. Quali ambizioni potrà nutrire il Napoli riguardo alla parola scudetto? Per ora, Coppe a parte, pare che il primo pensiero di Adl sia solo di un piazzamento fra le prima quattro per accedere alla Champions. Ed il vero terrore di questo imprevedibile presidente è proprio non tanto il non portare a casa un titolo, ma di perdere quella barca di milioni della partecipazione alla grande kermesse d'Europa. Ad oggi il Napoli è un cantiere aperto. Un gruppo in fase di assestamento, in totale psicanalisi che deve ritrovarsi dopo una stagione esaltante ed un'estate di mercato poco convincente. Natan espulso e colpevole sul primo gol difficilmente potrà colmare quel grande vuoto lasciato da Kim. Adl ha incassato oltre 60 milioni di euro per la cessione del coreano ma ne ha investiti un ciuffo appena per rimpiazzarlo. Per non dire del diesse, anch'egli sul banco degli imputati. Essì, dopo Napoli-Milan il bicchiere resta forse più vuoto che pieno. .
(Foto fonte Sportmediaset).