Vittoria molto meritata, in una partita avvincente (37 tiri in totale non sono una bazzecola) ma mai in bilico, con il Napoli in cattedra già dopo pochi minuti. Vittoria di grande peso specifico, principalmente in termini ambientali e di antidoto anti veleni. Dalla sconfitta casalinga con la Fiorentina in poi, durante tutta la sosta, Castelvolturno si era trasformato in una polveriera, come forse mai avvenuto nell'era De Laurentiis, eravamo ai livelli del celebre ammutinamento. Il presidente aveva sfiduciato il tecnico, implorando Antonio Conte di accettare la panchina azzurra, quindi non desiderava altro che licenziare Garcia, che a sua volta era tutt'altro che amato dalla squadra, stizzosa ed infelice nel suo forte scontento verso il proprio all'allenatore. Ruggine e muso duro addirittura con un paio di pedine fondamentali, quali Osimhen e Mario Rui, al limite della rottura con Monsieur Garcia.
Detto così i presupposti per la trasferta veneta erano da brividi. Ma in campo si è assistito ad una rivoluzione, un po' come contro Udinese e Lecce, prima dello scivolone con la Viola. Ora serve e servirà costanza di rendimento e di risultati per tentare di risalire la classifica. E di superare il girone di Champions. Due obiettivi che il Napoli può realizzare senza stupire più nessuno. La sua rosa in campionato non è seconda a nessuno (nonostante gli attuali infortuni piuttosto lunghi del bomber nigeriano e di Anguissa), ma la grande incognita resta sempre la testa. Il fattore psicologico che è pesato tanto sin qui. Neuroni che ovviamente dovranno esser leggeri e sgravati da quei brutti pensieri dei giorni scorsi. La missione è cercare di ricompattare l'ambiente, avvicinare le tre parti che compongono il puzzle di una squadra, in special modo di questo Napoli, presidente-allenatore-giocatori.
Si diceva che Garcia fosse in discussione o per voler essere meno feroci sotto esame. Accusato in passato di una serie di cambi e scelte sbagliate, perché non hanno reso, a Verona l'ha azzeccata tutta inserendo dal primo minuto Raspadori. E proprio il nazionale, è stato molto influente. Suo lo zampino sul primo gol, pure dopo è stato molto insidioso, tutto il tempo che è stato in campo, per la difesa veronese. Si è rivisto finalmente anche Mario Rui, forse Garcia ha capito che i piedi del portoghese sono di tutt'altra fattura rispetto al più ruvido Olivera.
E così riecco la riedizione Napoli passata stagione, orfano dei muscoli di Osmimhen, ma con lo zampino di Raspadori che punge e Kvara tornato fenomeno, autore di una pregiata doppietta. Chapeau e cin cin con tre punti.
Il primo tempo sembrava equilibrato, occasione degli uni e degli altri, finché la maggior qualità degli azzurri si acccendeva: Raspadori ricamava un magnifico cross per Politano che al volo scacciava via un po' di inquietudine e cicuta, Napoli in vantaggio. E raddoppio in contropiede con un assolo delizioso di Kvara, maghetto dei tempi migliori.
Nella ripresa, ancora di rimessa, il georgiano prendeva il volo per il 3 a 0. E che Kvara. Sembra ricaduto in se stesso, aver ritrovato la sua migliore versione. Poi su una grave dafaillance del monumento Di Lorenzo, il Verona si rimetteva in gara e faceva 1 a 3.
Il finale è stato convulso ed emozionante, col Napoli che rischiava di farlo ma anche di prenderlo, ma Meret si esaltava, ed era ora. Nel complesso, risultato mai in dubbio, azzurri nettamente al di sopra degli avversari. Padroni e dominatori della partita.
A proposito di voli, a parte qualche turbolenza da mal tempo, quello del Napoli verso Capodichino è stato certamente sereno e con una ridda di sorrisi fra le fila di poltrone. Festa che si preannuncia breve, incombe la partenza per Berlino per una sfida che sarà, se non decisiva, molto importante per il passaggio agli ottavi di Champions, dopo la prevedibile sconfitta incassata dal sempre gigantesco Real. Poi in campionato arriverà il Milan. E sarà una grande chanche per accorciare sulla ipotetica capolista. Il segreto starà tutto nel trovare l'elemento che sinora è più mancato al nuovo Napoli del Monsieur, la continuità di rendimento. Per conquistarsela serviva anche una giornata da leoni come Verona, ma dopo Udinese e Lecce si era ricaduti puarosamente all'indietro. Sperasi sia la volta buona, quella del definitivo rilancio. Nessuna paura. Tentativo atto secondo. Con l'augurio certo che vada meglio del pre sosta.
(Foto fonte Sport Mediaset)