Quando sembra che tutto debba andare storto, ma poi ci vuole tanta pazienza per cambiare il corso di una partita. E forse del destino.
Missione compiuta nella già decaduta Monza, vittoria di misura per gli azzurri (1 a 0), sofferta, ottenuta col passare di minuti che trasmettevano agitazione ed ansia, dopo un primo tempo e metà del secondo che rievocavano i terribili incubi di Venezia, la partita che non si sblocca, quella leggerezza offensiva che ormai è una compagna sgradita di viaggio. Ma ci ha pensato Mc Tominay, sesto gol stagionale a tirar fuori il Napoli dalle secche di una partita difficile, impastata, ingarbugliata. Si è pure rischiato qualcosa ma nulla di madornale. Aggancio all'Inter doveva essere ed aggancio è stato. Attendesi il risultato di Bologna-Inter di Pasquetta. Altro che gita fuori porta, i napoletani staranno incollati alla tivvù, per gufare (Inter) e fiatare (Bologna), in una sfida che potrebbe, se non decidere, essere molto pesante sulle sorti di una stagione mozzafiato, che verrà vissuta sino all'ultimo pallone calciato in tribuna.
Tanta attesa e sofferenza, poi quel guizzo dello scozzese- Il Napoli non vinceva in trasferta dal 19 gennaio, impresa a Bergamo, poi una serie di mezze figure, la più clamorosa il pareggio insulso di Venezia. Come già detto, per la prima parte della gara si era temuto una replica della scialba esibizione in laguna.
Gli azzurri arrembano nella prima parte di gara, l'audacia non manca ma la concretezza sì. Una serie di mezze palle gol, occasioni opache mentre il modesto Monza sfiora il gol. Una tregenda. Si va al riposo con la testa ingombra di dubbi. Il Napoli affanna. Barcolla. Non ha gioco, nè idee. Torna in mente Venezia. Un cattivo pensiero che ti rimbomba dentro.
Nella ripresa, Conte corregge una scelta molto discutibile di formazione, rimette al suo posto Anguissa per un etereo Gilmour. Ma cambiando gli addendi il prodotto ancora una volta non cambia, almeno al principio. Il Napoli si impasticcia nel suo non gioco e nella innata sterilità offensiva, soprattutto da trasferta. Siamo bloccati. Poi tutto cambia in un attimo. E forse può cambiare, potrebbe, la stagione. Per quel tutto fermo la combinazione la trova l'uomo della provvidenza: sesto gol per Scott Mc Tominay. Quello che non ti aspetti, ma ormai te lo aspetti, quello che ti rimette in gioco quando sembra che ti hanno spinto laggiù nell'angolino. Goleador di scorta che se le punte non incidono, c'è lui che si carica la squadra sulle spalle. Lo scozzese su uscita goffa e fuori tempo di Turati fa svoltare una partita pesante, che era un macigno sullo stomaco come il rituale casatiello di Pasqua. Vittoria doveva ed è stata. Non si pensi al bel gioco, al dominio, allo spettacolo. Riecco il Napoli by Antonio Conte, molto pratico e che torna al primo posto in attesa dell'Inter, ovviamente.
Come stanno i nerazzurri. Napoli coccola il Bologna- L'Inter ha una rosa molto lunga ma la partita con il Bayern è stata sfiancante. Attesa massima per l'esibizione del Dall'Ara, il gruppo Italiano ha avuto negli ultimi tempi qualche instabilità però potrebbe mettere in difficoltà i campioni d'Italia che di stanchezza fisica e mentale ne hanno eccome, poi Inzaghi, si sa, è diventato molto bravo nel dosare energie e forze. Mancherà Thuram ma Arnautovic è un attaccante di riserva di quelli di altissimo livello. Una sfida tutta da vivere. Anche un pareggio sarebbe utile al Napoli, che si porterebbe a un punto dalla capolista che ha un calendario più impegnativo.
Agitazione per le dichiarazioni di Conte. Me ne vado?- Strali lanciati alla vigilia di Monza dall'allenatore azzurro "Certe cose qui a Napoli non si possono fare", chiarissimo il messaggio tutt'altro che criptico rivolto alla proprietà azzurra, ad Aurelio De Laurentiis sempre restio a guardare avanti nel tempo e molto incline a tirare a campare nel presente. Conte ha voluto sottolineare l'assoluta mancanza di programmazione. La ormai cronica e risaputa assenza di progetti per il futuro. E non solo. Nel dopo gara di Monza, il tecnico ha detto a chiare lettere che "L'infortunio di Neres potrebbe dipendere dalle condizioni del campo di Castelvolturno, che andrebbe rifatto. Ma per ora andiamo avanti così". "Pensiamo al presente", lapidario ancora l'allenatore del Napoli. E queste sono affermazioni che non incoraggiano certo i tifosi e l'ambiente sulla sua permanenza al Napoli, sebbene una piccola confessione d'amore "A Napoli sto benissimo, si mangia bene, ma... chi vuole Conte sa che...".
La notizia poco piacevole è il vociferare di un interessamento emerso nelle ultime ore da Madrid. Scontato l'addio di Carlo Ancelotti, le Merengues starebbero pensando al Bell'Antonio nel ruolo di suo erede. E se alla Juve è più facile resistere, non lo è di certo alle sirene madrilene. Ma come ha precisato il diplomatico Antonio meglio pensare ad oggi e non al domani. C'è uno scudetto in bilico e non è poco. Ai posteri poi l'ardua sentenza sul futuro della panchina. Però Adl è avvisato ancora una volta, se vuole che Conte resti che si muova da subito per venire incontro alle sue lecite e condivisibili esigenze. Che decida di raddoppiare e non di lasciarsi gongolare nella abituale improvvisazione.
(Foto fonte Ansa).
La partita che doveva valere una stagione è durata appena un tempo e neppure con toni esaltanti. Per il resto è stata un pietà. E non è quella di Michelangelo.
Si ripete un leit motiv inquietante e scoraggiante degli ultimi tempi. Gli azzurri giocano un primo tempo su buoni livelli, o comunque accettabili, ma poi crollano nella ripresa. Senza un perché, senza una ragione logica. Eppure sono quelli che non hanno il fardello delle coppe e giocano appena una volta a settimana. E' successo a Bologna quanto accaduto contro il Milan. Primi 45' incoraggianti, ma poi un secondo tempo del tutto deprimente. Nella ripresa infatti, il gruppo Conte non ha mai tirato in porta, un dato davvero scoraggiante ed avvilente. Col Milan era andata bene, nonostante l'arrembaggio dei rossoneri nella seconda frazione, contro i ragazzi di Italiano, più in palla dei rossoneri, le cose si sono messe meno bene col passare dei minuti. Considerazioni sui limiti del Napoli. Non è sceso in campo con la carica agonistica e la cattiveria che l'importanza della posta in palio richiedevano, inoltre c'è un grave dubbio sula tenuta fisica. Ripetesi, nel secondo tempo gli azzurri non cedono ma crollano. A Bologna neppure un tiro in porta.
Non è certo il rendimento di una squadra dalle grandi ambizioni. Sotto accusa e la mentalità e soprattutto la tenuta fisica, di una squadra che dovrebbe essere avvantaggiata dal giocare una sola volta a settimana eppure fa acqua, soprattutto in trasferta dove l'ultima vittoria risale al 18 gennaio.
Narrava de Saint-Exupéry nel finale del suo epico Piccolo Principe "Scrivetemi se è tornato". Dal sogno alla realtà. Dalla letteratura al gioco del calcio. Scrivetela allora questa bellissima lettera al popolo azzurro ed annunciate che il Napoli, quello targato Antonio Conte, si è rivisto. Sì, sono tornati.
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