Sabato, 03 Maggio 2025 17:29

Napoli che brutto calcio, ma cinico e vincente. E il profumo di scudetto si fa più forte, ci siamo quasi!

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Aveva detto Antonio Conte alla vigilia della delicatissima trasferta di Lecce "Dobbiamo essere umili ed uniti". Non ha aggiunto la parola belli. 

Bravi sì era sottinteso. E lo sono stati tutti. Il suo strampalato, ma vincente e sempre più primo in classifica, Napoli è stato tutt'altro che spettacolare, anzi. Rare le belle giocate, spettacolo parola impronunciabile quasi censurata, sofferenza a tratti, con un Lecce talvolta arrembante. Una vittoria cosiddetta sporca, ma di una importanza unica. Mancavano quattro gare alla fine del campionato e secondo molti osservatori era la trasferta di Lecce quella piùimpegnativa, più a rischio per la necessità disperata dei salentini di fare punti. Ed il Napoli l'ha portata a casa di misura, grazie ad un tiro franco di Raspadori, uno che di reti decisive la sa lunga. A momenti poi, gli azzurri hanno pure rischiato, non sono riusciti a chiudere la partita, hanno creato altre poche occasioni, un po' di maggior vivacità nel finale con alcuni cambi, ma nel complesso quanta sofferenza per portare a casa questi tre punti che però valgono ora.

Preoccupa certo, la condizione tutt'altro che brillante del gruppo Conte. I cali di ritmo, la perdita di continuità, così come la difficoltà in attacco. Lukaku sempre luci ed ombre. Vista la vittoria dell'Inter sul Verona restano tre i punti di vantaggio sui nerazzurri, vincenti di misura sui veneti, in ampio turn over dopo la logorante sfida all'ultimo gol di Barcellona. 

Contava solo vincere e missione compiuta- Gli azzurri aprono le danze in pompa magna, cross di Politano e zampone di Lukakau, non sono passati neppure due minuti ma è invece passato avanti di pochi centimetri il piede sinistro di Big Rom che è oltre i difensori. Gol annullato per off side. 

Ma a sbloccare una partita che si stava spezzettando ci pensa Raspadori, l'uomo dei gol che fanno punti d'oro, con un altisonante calcio di punizione dal limite. Ed allora sembra, ma sembra solo tutto  facile. Il Lecce è imbambolato, uno sparring partner, poco reattivo e leggero come una piuma in attacco, finchè all'improvviso si accende un lampo e su angolo i salentini centrano una traversa. A questo punto, il Lecce prende coraggio. E comincia ad attaccare, nessun altro terrore dalle parti di Meret, ma un avversario che ritrova orgoglio e spinta. In opposizione, il Napoli non riesce ad incidere più di tanto. Si contrae, è confuso, le trame si spengono. Si va al riposo con tanti dubbi sulla coscienza e con Lobotka dolorante.

Ripresa. Sfiga acerba e Lobotka deve far posto a Gilmour per un brutto scivolone accusato a fine primo tempo. Il Napoli affanna nella fase offensiva. e tende più a gestire il vantaggio. Non la chiude e questo è sempre un fattore di pericolo Nel Lecce entra Berisha e la furia offensiva aumenta. Il Napoli sringe i denti e non solo quelli, poi i cambi nel finale, Simeone e Ngoneg, gli permettono di alleggerire la pressione del Lecce e di concludere la gara all'attacco ed in possesso palla.

Ed ora manca davvero poco- Gufando l'Inter con la testa alla Champions, agli azzurri possono bastare, semprechè il gruppo Inzaghi le vinca tutte, due vittorie ed un pareggio. E il calendario, Genoa, Parma e Cagliari non è di quelli terribili, certo nessuno va sottovalutato, ma il vento spinge gli azzurri verso il podio. 

Difesa di ferro- Quarta partita di fila senza prendere gol, la difesa di Conte si conferma la migliore in Italia e fra le primissime d'Europa. Eppure Buongiorno ha salutato tutti per un reiterato infortunio, ma la retroguardia tiene duro. Organizzata e muscolare, a Lecce ha cantato e portato la croce Olivera nell'inedito ruolo di centrale. Bene così. La festa si avvicina. 

In casa Inter che aria si respira- Nerazzurri inediti per nove undicesimi contro un Verona assopito, già con la testa appiccicosa per le creme solari. Attesi dal Toro e poi la Lazio, un calendario piuttosto impegnativo rispetto al Napoli. Con i granata si regoleranno i conti sabato sera, a quattro giorni dalla super sfida con il Barca. E c'è da attendersi, e sperare, in campo si esibirà un Toro con le corna più affilate di quanto abbia mostrato con Napoli e Venezia, se non altro per onorare il proprio pubblico. Poi i biancocelesti in piena corsa Champions, e quindi ce li si aspetta agguerriti a San Siro. Attenzione però, dopo martedì l'Inter, archiviata la semifinale europea esito a parte, potrà dedicarsi anima e corpo al campionato in attesa di un'eventuale finale, che si giocherà alcuni giorni dopo l'ultima del torneo di casa nostra. Ma tre punti di diffirenza a 270' dalla fine sono una grande muraglia.  

(Foto fonte Ansa).

 

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Enzo Famiglietti

Nato a Napoli alla fine degli anni sessanta.Inizia la sua carriera giornalistica a metà degli anni novanta presso il quotidiano sportivo di breve durata Campania Sport e poi diventa redattore alla Verità di Napoli-Napoli più, dove si occupa delle pagine dedicate al Napoli ed anche dell'impaginazione delle altre sportive. Ma la sua passione resta il calcio. Negli anni successivi collabora, come redattore, al Corriere del Pallone e negli anni recenti a vari siti web Per sempre Napoli, 87 tv e successivamente ilcuoreazzurro.it

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