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Enzo Famiglietti

Enzo Famiglietti

Nato a Napoli alla fine degli anni sessanta.Inizia la sua carriera giornalistica a metà degli anni novanta presso il quotidiano sportivo di breve durata Campania Sport e poi diventa redattore alla Verità di Napoli-Napoli più, dove si occupa delle pagine dedicate al Napoli ed anche dell'impaginazione delle altre sportive. Ma la sua passione resta il calcio. Negli anni successivi collabora, come redattore, al Corriere del Pallone e negli anni recenti a vari siti web Per sempre Napoli, 87 tv e successivamente ilcuoreazzurro.it

Napoli non ci siamo. Aurelio de Laurentiis aveva stilato una tabella di marcia per Rudi Garcia che se rispettata avrebbe salvato la sua panchina.

La quarta vittoria esterna stagionale del Napoli, a Salerno, è una conferma per una statistica che è anche incoraggiante ma lascia ancora molte ombre sul futuro azzurro.

Si è salvato con lode il Napoli in una partita sconsigliata ai deboli di cuore, con colpi di scena e capovolgimenti di fronte, emozioni e pronostici ribaltati. Due a Due. Dopo essere stato in svantaggio di due reti, l'ha riacciuffata per i capelli e l'ha rischiata addirittura di vincere, quando poteva perderla, e per 45' gli azzurri avevano datto la netta sensazione di averla già perduta. 

Non è stato bello ma è stato molto pratico ed essenziale. Ciò che conta in ogni gara, in Champions come in campionato. Il Napoli espugna Berlino e si porta a casa tre punti forse decisivi per il passaggio dalla fase a gironi agli ottavi. Reduci dalla brillante prova di Verona ci si aspettava una Napoli molto più spettacolare ed invece ha giocato una partita sparagnina, molto sulle corde, attendista per poi mettere a segno il colpo decisivo. Le vittorie non devono passare necessariamente per il bel gioco e a Berlino se ne è avuta la prova. La grande conferma del piccolo momento sì del Napoli si avrà, però, domenica al cospetto di un Milan, incerottato ed arrabbiato. 

 

Sabato, 21 Ottobre 2023 14:50

Il Napoli si rifà bello, speriam che duri

Quella che per il prossimo avversario del Napoli, il Milan, è la fatal Verona, per il Napoli si è rivelata una gentil Verona. Scenario da Giulietta e Romeo a far da cornice a una vittoria convincente e terapeutica di un gruppo Garcia autoritario e sicuro di sè.

Peggio non gli poteva andare. Si fa facile a tirar fuori la solita menata che da quando è alla guida del Napoli, questo è uno dei suoi momenti più complicati. Non è proprio così, ma anche questo non va sottovalutato. Ha avuto anche rogne maggiori Aurelio De Laurentiis ma di certo questi ultimi tempi non sono sereni.

 Dopo il kappao al Maradona con Real Madrid-e ci poteva stare- arriva pure quello con la Fiorentina e non si sarebbe stato. Difatti fa molta rabbia e rimette tutto in discussione. 

Se la sono giocata praticamente alla pari. Il Napoli non ha avuto nulla in meno del leggendario Real, se non una palla sporca, deviata dalla traversa e che ha centrato per una beffa della fisica la schiena di Meret ed è finita in porta. In poche righe si può descrivere la sorte di una partita giocata del tutto sullo stesso piano agonistico, ma anche dell'ordine del gioco

E' stato un ottimo Napoli quello che per un episodio si è piegato alle furie bianche di Ancelotti. Uscito dal Maradona fra gli applausi del pubblico, che con amore e competenza ha riconosciuto la parità con la quale i propri beniamini si sono opposti ad uno dei monumenti del calcio europeo. Una sconfitta che non farà una piega. Gli azzurri sono secondi nel girone alla pari con i portoghesi del Braga, però battutti fuori casa, ma hanno tutti i numeri a posto per superare il turno. Peccato ancora una volta per la sfiga delle urne di Lyon, che come seconde ti propinano i madrileni, mentre l'Inter s'è esaltata- pur non essendo testa di serie- contro un flebile Benfica ed in un girone morbido morbido. Si sa che il Napoli nei sorteggi non è fortunato, ma ora è tempo di voltar pagina. Si sapeva che il Real non era quello che aveva boccheggiato contro l'Union ma aveva recuperato pedine di primo piano, Vinicius fra tutti. 

Caso e dati alla mano vogliono che il Napoli non sia chiamato a vincere la Champions, obiettivo minimo sarò di passare il turno ed è tutto alla portata. Ancelotti esce da vincitore dal Maradona, proprio lui che discusso fu alla guida degli azzurri come pochi. Garcia, per contro, non pare abbia sbagliato una virgola: i cambi azzeccati, l'assetto di quelli ordinati, le squadra motivata. Nessuna tragedia per una sconfitta che in ogni caso era nell'aria. Ci sono alcune squadre europee, fra cui il Real, che sono tuttora di una spanna al di sopra del Napoli. Sarà per esperienza, sarà per valore dei singoli. Ma tant'è. 

Nel giorno in cui il Re Mida o re del gol del Napoli, Victor Osimhen, è partito eccezionalmente dalla panchina è stato il centro di un difensore ad aprire la goleada e a contribuire ai tre meritati punti degli azzurri. Ma il riposto iniziale del bomber non è stato uno strascico delle polemiche dei giorni scorsi, eh no, piuttosto a Lecce è stato creato un teorema. Monsieur Garcia è un metronomo del minutaggio, spazio applicato al tempo.

Quattro di maggio ad Udine il Napoli brinda al suo terzo scudetto. Giorno 27 del mese di settembre dello stesso anno del Signore, s'era temuto- a ragion veduta- che di quel Napoli si fosse persa ogni qualità, ogni sostanza, smarrite anima e pedate, e allora qualcosa che assomiglia tantissimo al Napoli di Spalletti è risorto dalle ceneri di un inizio di campionato altalenante e da un ambiente teso come una corda di violino.

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