Uno dei pionieri dell'immersione con autorespiratore (quella che con molta superficialità i cronisti impreparati definiscono bombole di ossigeno, ma trattasi di aria sotto pressione di cui l'ossigeno è solo un componente, ndr) Lorenzo Corcione è mancato ieri all'improvviso. Un grave vuoto, definito incolmabile dai tanti amici e appassionati di mare in queste ore esprimono sui social il loro sgomento e dolore per l'inatteso addio. Lorenzo resterà nella wall of fame della subacquea per la sua sessantennale esperienza e competenza di storico istruttore ed espertissimo sommozzatore, nonché di fervente ambientalista e difensore degli oceani.
Nato a Sant'Anastasia nel 1946, Lorenzo cominciò ad immergersi giovanissimo in un'epoca in cui la subacquea era agli albori e da pochi anni era stato inventato il primo erogatore (strumento applicato alle bombole che consente la respirazione sotto'acqua) ideato dal leggendario Jacques-Yves Cousteau. I suoi primi tuffi furono, ovviamente per ragioni logistiche al tempo il turismo subacqueo non era ancora nato, nel Golfo di Napoli. Ma non solo. Quello fu appena l'inizio. Lorenzo Corcione negli anni settanta fu fra i primi ad esplorare i fondali del Sudan, al tempo paese quasi sconosciuto, poi divenuto una mèta richiestissima dagli appassionati di barriere coralline e grandi pesci pelagici, ora purtroppo escluso dai circuiti turistici per la grave guerra civile. Forse nessuno al mondo conosceva i segreti delle marse sudanesi come lui.
Negli anni novanta, invece, insieme alla biologa napoletana Dania Avallone lavorò per molti mesi in Eritrea, dove contribuì alla nascita di un'area marina protetta, prima che un sanguinoso colpo di stato. mettese fine al coraggioso progetto.
In Italia, Lorenzo è stato uno dei primi e più illustri insegnanti di subacquea. Insieme con Guido Picchetti, altro mitico personaggio del mare scomparso di recente, fondò nel 1969 il Centro Immersioni Sorrento, uno dei primissimi diving, cioé centri di immersione, italiani. Nel 1981 con Vincenzo Coppola, Giovanni Capasso ed Antonio Fimeroni nacque lo storico Centro subacqueo napoletano, di cui Lorenzo era presidente, e che per lunghi anni ha avuto una sede in vico Piedigrotta a Napoli. Il centro ha brevettato in 40 e più anni di attività molte centinaia di neo subacquei, alcuni dei quali sono divenuti "uomini rana" di grande successo, come Sergio Riccardo, oggi uno dei migliori e più stimati fotografi subacquei al mondo.
Gli amici di Lorenzo in queste ore stanno valutando una serie di iniziative in suo ricordo, fra le quali quella di porre in sua memoria una targa in uno dei punti più belli dell'aria Marina Protetta di Punta Campanella.
Lorenzo personaggio apparentemente dal carattere burbero e spigoloso (come tutti i veri uomini di mare lo sono: la letteratura marinaresca a tal riguardo definiva non certo dolci di sale gli ospiti dei castelli di prua delle navi dell'epoca della baleneria e di Melville) è sempre stato persona disponibilissima verso tutti e di profonda umanità e lealtà. La sua sottile e timida dolcezza emergeva dopo poco che lo si conosceva.
Gli amici non solo gli volevano bene ma lo adoravano, quasi fosse per tutti un guru nel loro mondo. Diceva un vecchio adagio che gli uomini di mare dovrebbero morire solo in mare, ma noi sappiamo che la vita non sempre segue questo romantico percorso.
Piuttosto a tal riguardo, è emozionante ricordare una frase celebre di Ventimila leghe sotto i mari, di Jules Verne "La vita è nata negli oceani e lì si concluderà". Oggi è bello immaginare che i grandi subacquei come Lorenzo non scompaiano mai ma si ritirino negli abissi. Che il mare ti sia lieve Lorenzo.