La sognata remontada non c'è dunque stata. Non era un Tourmalet da scalare, un solo gol in recupero non sarebbe stato impresa improba per il Napoli di appena un paio di mesi fa. Ecco ai tempi della doppia sfida con l'Eintracht magari il Napoli avrebbe fatto un sol boccone del Milan, ma oggi purtroppo la condizione degli azzurri è meno sfavillante. Affiorano segnali di stanchezza e qualche stella non brilla come una volta (Kvara è stato anche stasera molto appannato come nelle ultime uscite, ndr). Il Milan ha dimostrato grande solidità ed è avversario di lodevole rispetto, ma il capitolo infortuni crea imbarazzo e malumori. A Milano mancava nella gara d'andata Osimhen per noie muscolari, al ritorno dopo pochi minuti si sono fermati-sempre per i muscoli- Politano che stava giocando un gran bene, Mario Rui e Rrahmani nella ripresa. Ufficialmente la società Napoli parla di "traumi contusivi", ma più di un qualcosa non convince. Centrano anche le reazioni muscolari. Questo è certo.
Dati alla mano, il Napoli perde pezzi con costanza imbarazzante. Al pari degli ultimi due anni la problematica degli accidenti muscolari mette un duro freno alle speranze del Napoli, eppur quest'anno sembrava che dovesse andar tutto bene, dopo il ritiro in Turchia. Ma il tempo dei kappao è stato solo rinviato, e questa è la iattura: negli ultimi due anni da dicembre e gennaio, Gattuso e Spalletti persero pedine importanti, quest'anno l'anatema è appena slittato per la sosta mondiale. Siamo ad aprile e gli scricchiolii muscolari mettono in dubbio quando di bello fatti sinora. Ragion e logica vorrebbero che il responsabile dello staff medico, il dottor Canonico rendesse conto alla società del perché l'infermeria si sia nuovamente riempita di ammalati e convalescenti.
Il Napoli esce dall'Europa a testa alta sì ma con tanti rammarichi. E' andato a sbattere contro un Milan che s'è difeso con maestria ed attenzione di rara oculatezza. Non a caso, i rossoneri nella doppia sfida col Tottenham agli ottavi, eppoi col Napoli hanno incassato appena una rete. Un dato che premia il gruppo Pioli, ma fa discutere sull'attuale efficienza dell'attacco azzurro. Il Napoli nell ultime quattro partite fra campionato e Champions ha all'ativo appena tre reti, di cui un autogol stucchevole a Lecce, e contro i rossoneri in tre confronti appena uno all'attivo. Grandi meriti della fase difensiva di Pioli che ha praticamente replicato tre prove in fotocopia al cospetto di un ripetitivo Spalletti, incapace di scassinare la saracinesca. Poi le esaltazioni di qualche singolo, il portiere rossonero Maignan è il nuovo ragno nero delle ultime stagioni. Forse, il miglior numero uno al mondo. La sua prodezza sul rigore di Kvara è stata probabilmente decisiva, ma l'appannato talento georgiano ha calciato peggio che peggio non potesse: tiro a mezza altezza, centrale e piuttosto deboluccio. Il Bignami del come non si tira dal dischetto.
Al tempo stesso, dagli undici metri si è esaltato Meret, bravissimo nell'ipnotizzare Giroud, ed anche dopo qualche minuto s'è ripetuto al cospetto del sempiterno bomber transalpino. Purtroppo sull'azione del vantaggio Milan, nessuno ha opposto concreta resistenza alla fuga irresistibile di Leao: il portoghese dopo lunghi mesi sonnolenti sta risalendo al top della condizione e nelle tre sfide col Napoli è stato mortifero per gli azzurri.
Il Napoli, per suo, di palle gol ne ha create abbastanza per sprecarne altrettante, spesso per la geometrica efficacia della retroguardia avversaria, a volte per errori di misura o di conclusione. L'attesissimo rientro di Osimhen non è bastato a sconvolgere gli equilibri, benché nel finale una sua magica inzuccata abbia regalato qualche decina di secondi di speranza. Gol arrivato troppo tardi. Ovvio che le assenze di Anguissa e Kim si siano fatte sentire e pure tanto, era scontato e i timori della vigilia si sono materializzati soprattutto a centrocampo.
Tema arbitraggio: al Meazza gli azzurri si erano lamentati, il diirettore di gara aveva avuto più di una grave svista, al Maradona a non veder bene è stato il Var. Nel primo tempo il rigore negato agli azzurri è stato alquanto evidente. Ennesimo errore che farà discutere. Sicuramente il presidente de Laurentiis farebbe bene a polemizzare di meno con l'Uefa e magari l'anno venturo occhi e quattrocchi vedranno meglio.
Addio sogni europei. Ciao ciao Istanbul, il 10 di giugno sicuramente in casa Napoli staranno già tutti sotto l'ombrellone a godersi la tintarella. Però peccato perché quelle milanesi erano alla portata. Almeno del miglior Napoli, ma quest'ultimo non lo è più. Ha perso smalto e qualche preoccupazione è lecita. Regola numero uno sulla via dello scudetto, tenere alta la tensione e non perdersi d'animo. Hanno dimostrato di essere i più forti e un fisiologico calo non può comprometter tutto. Anche se ad esso si aggiugono defezioni e un po' di iella.
Ora si pensa perciò allo scudetto. Ci sarebbe più di una ovvia prudenza da tirar fuori dal cilindro, la squadra non è spumeggiante come qualche settimana fa, gli infortuni si succedono ma il vantaggio degli azzurri sulla Lazio è rassicurante. Anche se domenica sarà Juve-Napoli e Lazio-Toro. Attenzione a non andare nel panico, comunque vada a Torino. Importante però sarà rialzarsi subito in casa dei gobbi. Il Napoli ha infinite qualità e potrà gettare nel dimenticatoio subito la champions. Lo stramaledetto Milan che ti ha umiliato è assai difficile vinca la Coppa dalle orecchie larghe e quindi concluderebbe la stagione con zero tituli per dirla alla Mourinho. Mentre il Napoli è a un passo dalla storia. Scusate se è poco. Basta questo ritornello invece per consolarsi dopo una serata di ombre.
(Foto fonte Ansa)