Due punti buttati dal Napoli, che a Reggio Emilia si fa rimontare all’ultimo respiro, sprecando la grande occasione. Partiamo proprio dalla fine, per raccontare dell’ennesimo passo falso. Insigne ha appena trasformato un calcio di rigore portando il Napoli in vantaggio. Mancano solo i tre minuti di recupero concessi dall’arbitro. Gli azzurri tengono palla. L’arbitro concede ulteriori 30 secondi. Anzichè rinviarlo lontano, perdiamo il pallone e Manolas (appena entrato) commette fallo in area, permettendo al Sassuolo di pareggiare dal dischetto!
Vince il Napoli e lo fa con un gol per tempo, contro un Benevento fin troppo rinunciatario. Prestazione dignitosa degli azzurri che hanno avuto sempre il pallino del gioco. Tuttavia, contro un avversario tutto arroccato in difesa, ci sono voluti 34 minuti per sbloccare il risultato. Merito di Dries Mertens che rientrava in campionato dopo 74 giorni di assenza. La rete dell’attaccante belga è stata un’autentica liberazione per lui e per la squadra.
Come neve al sole il Napoli ha visto sciogliersi, uno dopo l’altro tutti gli obiettivi stagionali. Prima la sconfitta in supercoppa con la Juve, poi l’eliminazione in semifinale di coppa Italia ad opera dell’Atalanta, fino all’uscita dall’Europa. Siamo onesti, dopo la sconfitta dell’andata, in pochi credevano che il Napoli potesse ribaltare il risultato. Eppure la gara di ritorno col Granada meglio non poteva iniziare.
La sconfitta di Bergamo (la seconda in pochi giorni contro l’Atalanta) certifica il momento di crisi del Napoli, che deve fare ancora i conti con l’emergenza infortuni, ma che, soprattutto, continua a mostrarsi fragile e vulnerabile. Eppure, qualche piccolo segnale di timida ripresa, nel primo tempo del mach, si era visto. La squadra aveva mostrato più attenzione ed una maggiore compattezza difensiva, risultando comunque evanescente in fase offensiva.
A Granada arriva l’undicesima sconfitta stagionale per il Napoli, che ha già un piede fuori dall’Europa League.Siamo in piena emergenza , con ben 9 giocatori indisponibili, ma gli undici che vanno in campo dovrebbero dare almeno la garanzia di una prestazione dignitosa. Ed invece, nel primo tempo, la squadra è inguardabile. Si fa sorprendere in occasione del primo gol e successivamente si fa infilare in ripartenza per il 2-0.
Vittoria di cuore, di temperamento, vittoria di carattere, di squadra! Il Napoli porta a casa il risultato nel momento più difficile, giocando di gruppo, come quasi mai aveva fatto in questo campionato. Con mezza difesa fuori e gli uomini contati, serviva un’impresa. Gattuso se l’è giocata, riproponendo il 4-2-3-1, schierando quattro attaccanti, più Zielinski a centrocampo e, alla fine, il coraggio ha pagato.
In finale ci va l’Atalanta, che nell’arco dei centottanta minuti ha meritato la qualificazione. Il Napoli ha perso il confronto in parte nella gara di andata, quando con un atteggiamento troppo difensivista, ha praticamente rinunciato a giocare, ma soprattutto nel primo tempo di Bergamo. Due gol praticamente regalati agli avversari ed una assoluta mancanza di reazione.
Il Napoli esce sconfitto da Marassi, al termine di una gara difficile da inquadrare e commentare. Alla fine gli azzurri avrebbero pure meritato il pareggio, ma restano tante perplessità. E stavolta ne ce la sentiamo di dare colpe a Gattuso. Guardando la partita, abbiamo visto alcuni giocatori scarichi mentalmente, con poca voglia e soprattutto demoralizzati. Viene da chiedersi se il gruppo sia davvero tutto con il tecnico o se effettivamente qualcosa si sia rotto.
La peggiore gara della stagione. Una delle più brutte degli utlmi anni! Nella semifinale di andata di Coppa Italia, il Napoli pareggia 0-0 con l’Atalanta e mantiene aperta la qualificazione, tuttavia fa discutere la prova offerta. Con uno schieramento prettamente difensivo, la squadra ha lasciato l’iniziativa all’avversario, rinunciando del tutto o quasi ad offendere.
Il Napoli non brilla, ma vince e conquista tre punti pesanti per la classifica. Contro il Parma, Gattuso conferma il 4-3-3, con due cambi rispetto alla gara di Coppa. Gli azzurri fanno fatica, arrivano poche volte dalle parti di Sepe e la gara non decolla. Ci vuole un lampo di Elmas per sbloccarla (secondo gol consecutivo per il Macedone), ma sul piano del gioco cambia poco. Il Napoli resta piuttosto guardingo, attento più a non concedere spazi agli avversari che ad offendere.
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