Quali ambizioni per gli azzurri in Champions League?
L’Eintracht Francoforte di Oliver Glasner è la detentrice dell’Europa League in carica e sta disputando un’ottima Bundesliga, attualmente è sesta a sole cinque lunghezze dal terzetto di testa composto da: Bayern Monaco, Union Berlin e Borussia Dortmund; gioca con il 3-4-2-1 con Trapp in porta, al centro si alternano Jakic, elemento polivalente, in grado di giocare anche in mediana e come esterno destro “tutta fascia” ed il giapponese Makoto Hasebe, più bravo nel marcamento, gli intermedi sono sul centrodestra il brasiliano Tuta e sul centrosinistra il francese N’Dicka a centrocampo il giapponese Kamada ha arretrato il suo raggio d’azione (nasce trequartista) e comporrà con Djibril Sow una mediana completa, in grado di creare azioni pericolose e di proteggere adeguatamente la difesa, alternative di pregio rimangono Rode (infortunato) e Jakic; gli esterni “tutta fascia”, considerato l’infortunio di Ebimbe, sono: a destra si giocano la maglia da titolare Knauff (più offensivo) ed il portoghese Buta; a sinistra lo stesso Knauff conserva qualche possibilità di partire titolare ma, normalmente, si alternano Philipp Max e Christopher Lenz. Sulla trequarti dovrebbero partire dall’inizio Lindstrøm e Mario Götze con il sorprendente Randal Kolo Muani come terminale offensivo.
Il Napoli si trova a giocare nel Lunch match di domenica alle 12.30 contro lo Spezia sull’onda dell’entusiasmo per la vittoria conquistata al Maradona contro la Roma, che ha messo in luce ancora una volta la profondità della Panchina a disposizione di Mr.Luciano Spalletti che, finora, ha portato in dote dieci – decisivi – punti e che offre le più ampie alternative tattiche e numeriche per una Stagione che potrebbe essere trascinante e clamorosa.
Partiamo da una partita che ancora scava solchi vivi nel tifo partenopeo, sì, quella a cui tutti stiamo pensando: Napoli-Verona, il piano gara è stato preparato da Juric con tanti marcamenti ad uomo ed il Napoli, che già allora era Osimhen-Dipendente sbaglia completamente le risposte, tant’è che si affida solamente alle sortite del forte attaccante nigeriano e poco altro (Lozano su Dimarco).
Nella gara odierna si confrontano due tecnici che vogliono proseguire nel cammino per raggiungere gli obiettivi stagionali, Spalletti per riconfermarsi al vertice e Mazzarri per raggiungere una salvezza tranquilla e provare ad agguantare un posto per competizioni più prestigiose.
La compagine azzurra deve rispondere al Milan attualmente in vetta, lo fa avendo una gara in più nelle gambe ed un giorno di recupero in meno rispetto ai sardi. Mazzarri ha già preannunciato una gara grintosa senza concedere spazi e con una squadra organizzata tra le mani.
Gara da non sottovalutare dal momento che il Cagliari nelle ultime due stagioni ha già messo i più classici “bastoni tra le ruote” della formazione azzurra negli ultimi anni, tra cui l’ultima gara costata pareggio e qualificazione Champions al Napoli.
La Sampdoria è passata da Claudio Ranieri al mister Roberto D’Aversa che, con il DS Faggiano, ha ricomposto la coppia del Parma precedente all’arrivo di Krause; la squadra doriana non ha però modificato, almeno apparentemente, il sistema di gioco.
La Sampdoria si schiera con un 4-4-2 abbastanza compatto con Audero in porta, Bereszynski ed Augello sulle fasce, la coppia centrale è composta da Yoshida e Colley; Chabot al centro e Murru sulla sinistra i ricambi finora utilizzati; a centrocampo sicuri del posto sono Candreva sulla destra, Damsgaard aulla sinistra e Thorsby al centro, l’ultimo posto accanto al calciatore norvegese è conteso da Adrien Silva ed Albin Ekdal; hanno calcato il campo, inoltre, Depaoli come esterno destro, Askildsen sia come mediano che come trequartista centrale allorquando D’Aversa decide di passare al 4-2-3-1, così come anche Verre; l’attacco è composto da Caputo e Quagliarella, il primo sostituto è Manolo Gabbiadini.
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