Anche con il Cagliari, domenica sera, è avvenuta la stessa cosa, Mazzarri aveva stravolto la sua squadra, mettendola con il 4-4-1-1 con i due centrali su Osimhen per non fargli toccare palla e con Marin, di solito avvezzo a cucire gioco, a trovare gli spazi più reconditi, i pertugi più improbabili per mandare Keita Balde e Joao Pedro in gol, attaccato a Fabian Ruiz per impedire al Napoli di produrre gioco. Il risultato di 2a0 ci dice che qualcosa è cambiato ed il piano gara che avrebbe dovuto impedire ai nostri campioni di sviluppare le loro trame è saltato. Vediamo perché.
Il Napoli oggi è una squadra che in campo sa fare più cose, con Spalletti si è acquisita quella capacità di modellare le partite a suo piacimento, così, mentre i due difensori cagliaritani erano impegnati a contenere Osimhen, il Napoli ha sviluppato la manovra su altri elementi della rosa, innanzitutto Zielinski che non è stato fermo ad aspettare l’occasione giusta, infatti, all’11° è andato ad attaccare la profondità alle spalle dei difensori sardi su invito di Anguissa ed ha servito ad Osimhen la palla dell’1a0.
Questo perché tanti calciatori della squadra hanno imparato a fare più cose in campo, così il Napoli può scegliere altre strade per raggiungere l’area avversaria. Anche Fabian Ruiz è stato limitato dal marcamento ad uomo di Marin, la prima risposta è stata offerta dal “tuttocampista” spagnolo, infatti, come si vede nell’heatmap relativa, ha svariato per tutta la zona di regia portando fuori il suo marcatore.
Una seconda risposta è stata offerta da altri tre elementi degli undici in campo, vale a dire Di Lorenzo, Rrahmani ed Anguissa, il centrocampista camerunense si è occupato maggiormente della fase di impostazione della manovra, mettendo insieme 90 passaggi, risultando così il secondo in questa particolare classifica, e ben cinque dribbling.
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l primo è stato Rrahmani che si è occupato maggiormente della fase di impostazione della manovra con 115 passaggi completati.
Dal punto di vista posizionale il maggior coinvolgimento di Anguissa nella manovra è stato compensato dai movimenti di Di Lorenzo che spesso è andato in sovrapposizione stretta fungendo da vera e propria mezzala attenta alle coperture preventive.
Spalletti ha fatto soprattutto tesoro di due caratteristiche della rosa sulle quali hanno lavorato Ancelotti e Sarri, la prima è stata la capacità degli azzurri di saper interpretare più ruoli, così Di Lorenzo, bravo a fare la mezzala, così Zielinski a sapersi proporre sia come riferimento avanzato che come trequartista e mezzala. Inoltre si sono visti anche i triangoli di trasmissione palla, soprattutto sul versante sinistro con Mario Rui, Elmas ed Insigne, ai quali di volta in volta si sono associati sia Fabian che Anguissa.
Il copione interpretato dal Napoli è stato messo in pratica anche nel secondo tempo, allorquando: Demme, Ounas, Elmas, Lozano e Petagna hanno sostituito: Fabian, Politano, Zielinski, Insigne ed Osimhen. In particolare Ounas e Lozano sono stati bravi a creare maggiori occasioni da rete con Elmas che ha surrogato Zielinski nella capacità di collegare centrocampo ed attacco e Petagna è stato abile a continuare a tenere impegnati i centrali del Cagliari, permettendo così ad Ounas e Lozano di attaccare la porta avversaria.
Concludiamo la nostra analisi sottolineando la grande prova di Victor Osimhen, ritornando a Napoli-Verona, abbiamo lasciato un calciatore che non riusciva a tirare fuori quel “quid pluris” per modificare le partite, abbiamo ritrovato un calciatore che sa quando attaccare, quando provare ad allungare la squadra avversaria con poderosi “strappi” palla al piede, che sa come agevolare i compagni, che sa quando e quanto può fare la differenza, che ha continuato ad attaccare la profondità, facendo impazzire un difensore esperto e navigato come Godin. Ecco che il Napoli riesce a dare il meglio di sé, è una squadra che sa cosa fare in campo, sa come trasformare le partite e la cosa bella è che lo fa sia con i titolari che con le riserve.