Vittoria con un pizzico di apprensione nell’ultima mezzora che gli azzurri hanno giocato in inferiorità numerica, per l’espulsione di Mario Rui. Ma riavvolgiamo il nastro. Solito approccio deciso del Napoli che prende possesso della metà campo avversaria. Il gol arriva grazie ad un autogol di Ismajli, ma è frutto della pressione dei partenopei che mettono in difficoltà gli avversari. La reazione dell’Empoli è affidata ad un tiro da fuori deviato da Meret, poi è monologo di Lobotka e compagni.
Domina, vince nettamente e ipoteca un posto nei quarti. Un’altra gara da incorniciare, con un’alta qualità di gioco ed una decisa convinzione, contro un avversario forte e incitato dal pubblico di casa dall’inizio alla fine. Finisce 2-0, ma il punteggio poteva essere molto più rotondo, se consideriamo il palo di Lozano, il rigore di Kvara, parato, e diverse altre occasioni da rete. Dopo la prevedibile foga iniziale mostrata dai tedeschi, il Napoli sale in cattedra e comanda il gioco.
Stavolta nessuna sorpresa con la Cremonese. La gara di Coppa Italia è solo un brutto ricordo. Il Napoli vince nettamente e sfida addirittura la proverbiale scaramanzia, indossando la stessa maglia dell’infausta serata che ci costò l’eliminazione… Davanti ad un pubblico straordinario, con uno stadio pieno e festante, gli “azzurri” portano a casa un altro risultato importante e soprattutto altri tre punti. L’avversario conferma di valere di più degli 8 miseri punti in classifica e, pur giocando prevalentemente dietro la linea della palla, tiene bene le distanze provando a bloccare le fonti di gioco del Napoli.
Dopo un primo tempo complicato, con lo Spezia che riusciva ad imbrigliare con efficacia la manovra degli azzurri, la gara è totalmente cambiata nella ripresa. C’è voluto un episodio per sbloccare il risultato e dare alla partita l’inerzia a noi favorevole. Dicevamo di un primo tempo poco spettacolare, con il Napoli che arrivava con difficoltà dalle parti di Dragowski. Di fronte uno Spezia incerottato, con tante assenze e qualche volto nuovo.
Il Napoli vince ancora e lo fa contro una delle migliori avversarie viste quest’anno al ‘Maradona’. La Roma si presenta con uno score importante: 10 punti nelle prime quattro partite del nuovo anno ed una ritrovata solidità. La sblocca Osimhen con un gol di rara bellezza ed il Napoli col possesso palla, prova a controllare la partita. Ma la Roma c’è e si vede soprattutto nella ripresa, quando aumenta la spinta offensiva, creando un paio di occasioni favorevoli. Gli azzurri potrebbero approfittare degli spazi, ma non sono precisi in zona gol.
Un’altra prestazione di solidità, convinzione e forza. La gara non ha avuto storia, anche se c’è voluto un tempo intero più recupero per sbloccare il risultato. La Salernitana, che veniva dalla batosta di Bergamo, dall’esonero e successivo reintegro dell’allenatore Nicola, ha giocato una partita difensiva, allo scopo di limitare la pericolosità degli avversari. Il Napoli, senza Kvaratskhelia, ha avuto pazienza, ha fatto girare il pallone, riuscendo a calciare poche volte verso la porta. La tattica dei granata è saltata al 47’ quando Anguissa ha pescato in area Di Lorenzo che ha messo dentro il pallone del 1-0.
L’epilogo che non ti aspetti al ‘Maradona’, al termine del match di Coppa Italia che il Napoli stava portando a casa e che ha perso alla lotteria dei calci di rigore. Contro la Cremonese, Spalletti pecca di presunzione cambiando ben dieci elementi. In campo, tutti in una volta, giocatori comunque di livello, ma che non hanno mai giocato insieme. Il turn over esagerato non paga ed il Napoli, soprattutto all’inizio appare slegato e poco incisivo. Gli ospiti sono aggressivi, non disdegnano il gioco duro (l’arbitraggio si mostra inadeguato!), e riescono addirittura ad andare in vantaggio.
Tornare alla vittoria era di vitale importanza, dopo il ko di San Siro ed i primi mugugni dell’ambiente, a proposito della tenuta della squadra. Il Napoli visto a Marassi ha in buona sostanza cacciato i fantasmi di San Siro, con una prova di squadra convincente, pur se ancora lontana dagli standard a cui eravamo abituati. In un’atmosfera carica di emozione, nel ricordo di Mihajlovic e Vialli, gli azzurri hanno meritato il successo, dimostrando di avere assorbito il colpo della gara con l’Inter.
L’approccio non è dei migliori. Il Napoli rischia troppo, è intimorito, e sembra la brutta copia di quello ammirato in passato. In avvio, ne esce indenne e prova a gestire la gara, tuttavia il giro palla è lento e prevedibile. Il centrocampo non riesce ad emergere, l’azione offensiva si perde negli ultimi venti metri, alcuni giocatori appaiono lontani dalla migliore condizione e non hanno la forza di incidere. Gli azzurri non reggono la fisicità degli avversari che non risparmiano interventi ai limiti della regolarità (l’arbitro Sozza è un po’ troppo permissivo!).
Vittoria con brivido finale per il Napoli, in un ‘Maradona’ ancora una volta strapieno. L’Udinese gioca una buona partita, confermando di essere una squadra solida, nonostante le assenze. Parte bene la squadra di Sottil che va vicina al vantaggio con Deulofeu, costretto ad uscire al 23’ per un problema muscolare. La sblocca il solito Osimhen di testa, poi alla mezzora, in ripartenza, arriva anche il raddoppio di Zielinski.
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