Si è salvato con lode il Napoli in una partita sconsigliata ai deboli di cuore, con colpi di scena e capovolgimenti di fronte, emozioni e pronostici ribaltati. Due a Due. Dopo essere stato in svantaggio di due reti, l'ha riacciuffata per i capelli e l'ha rischiata addirittura di vincere, quando poteva perderla, e per 45' gli azzurri avevano datto la netta sensazione di averla già perduta.
Non è stato bello ma è stato molto pratico ed essenziale. Ciò che conta in ogni gara, in Champions come in campionato. Il Napoli espugna Berlino e si porta a casa tre punti forse decisivi per il passaggio dalla fase a gironi agli ottavi. Reduci dalla brillante prova di Verona ci si aspettava una Napoli molto più spettacolare ed invece ha giocato una partita sparagnina, molto sulle corde, attendista per poi mettere a segno il colpo decisivo. Le vittorie non devono passare necessariamente per il bel gioco e a Berlino se ne è avuta la prova. La grande conferma del piccolo momento sì del Napoli si avrà, però, domenica al cospetto di un Milan, incerottato ed arrabbiato.
Il destino è beffardo. Quell’uomo che nel lontano 2018 ci ha metaforicamente (neanche tanto) scucito lo scudetto dal petto è ora colui a cui è stato affidato il futuro prossimo del Napoli.
Notizia delle ultime ore è la lesione al bicipite femorale destro della nostra punta di diamante che, scongiuri permettendo, rientrerà in organico nell’arco di un mese e ci lascerà all’inizio del 2024 per la sua coppa continentale.
Dunque, è il momento del Cholito: all’anagrafe Giovanni Simeone classe ’95 e figlio d’arte ha, probabilmente, l’occasione più importante della sua carriera partenopea. A conti fatti, non ha mai avuto tutto questo tempo a disposizione per poter guidare l’attacco azzurro e consacrarsi definitivamente e dimostrare di non essere un semplice rincalzo di valore.
Nella scorsa stagione, Spalletti gli ha preferito spesso anche Raspadori dal primo minuto, prediligendo una punta più mobile e che si abbassasse a favore delle frecce che popolano le fasce partenopee. Al contrario, Garcia sembra più improntato a rendere Jack un’ala a tutti gli effetti, sperimentandolo a destra e a sinistra, senza distinzioni.
Nell’arco della sua carriera il Cholito ha segnato tanto, ma forse non quanto effettivamente le sue potenzialità meriterebbero: 86 goal all’attivo fra campionato e coppe, solo 9 da quando è approdato alla corte del Vesuvio ma uno più bello e pesante dell’altro e sfruttando, soprattutto, ogni minuto concessogli. Ricordiamo il primo in Champions con il Liverpool, il capolavoro con la Roma e l’ultimo in casa con l’Udinese. Ognuno di questi è stato accomunato da un fattore: la grinta. Ogni esultanza ha visto il Cholito urlare al cielo o scoppiare in lacrime e ci ha comunicato quanto cuore ci metta per la nostra squadra.
Noi siamo pronti e lui lo sembra altrettanto, vedremo un Napoli diverso, sperando in positivo, ma che vedrà sicuramente un interprete affamato e voglioso di dare il massimo. Giovanni Simeone è un figlio di Napoli ed è pronto a prendersi ciò che gli spetta.
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