Una vittoria acciuffata per i capelli, che cambia completamente il punto di vista. In un momento delicatissimo della stagione, arrivano tre punti importantissimi, dopo l’incredibile sconfitta interna con lo Spezia. Il gol di Bakayoko, che al novantesimo ha regalato il successo, potrebbe rappresentare la svolta del campionato. Ma anche contro l’Udinese non è stata una prestazione da incorniciare.
Una sconfitta inattesa. Pesantissima. Il Napoli cade in casa contro il neo promosso Spezia! Era una gara da vincere a tutti i costi ed invece abbiamo visto tutti com’è andata. Restano le tante occasioni, alcune delle quali davvero clamorose, ma soltanto un gol all’attivo. Le qualità ci sono, ma l’assenza di un attaccante importante, capace di essere decisivo sotto rete si sente, e come!
La roboante vittoria per 1 – 4 a Cagliari ha rilanciato le ambizioni Champions del Napoli, atteso a Fuorigrotta nel giorno dell’Epifania dall’ insidioso Spezia di Italiano. Sarà la 1° volta che le due squadre si affronteranno nella massima serie, essendo i liguri una matricola assoluta per la categoria, ma tra le due società vi sono ben 6 precedenti. A differenza di quanto si possa pensare, il bilancio è in perfetta parità, raddrizzato dai partenopei solo negli ultimi due match più recenti ma ancora sotto nel computo dei gol.
Il modo migliore per ripartire. Dopo un finale di anno solare da incubo, con un solo punto in tre partite e una pioggia di critiche e polemiche, il Napoli ritrova la vittoria. E che vittoria! Una prova convincente degli azzurri che hanno letteralmente dominato la gara fin dai primi minuti, mostrando una voglia ed una determinazione che negli ultimi tempi avevano smarrito.
Il balbettante Napoli del mese di dicembre, ben lontano dalle posizioni sperate dai più, è di scena alla “Sardegna Arena” per quello che è considerato dai tifosi sardi, in maniera anche inspiegabile, una sorta di derby. La trasferta è storicamente ostica anche se gli azzurri negli ultimi 5 anni ne sono usciti sempre vittoriosi.
Un Napoli così misero non si era mai visto in questa stagione. Neppure la squadra abulica e senz’anima del secondo periodo ‘Ancelottiano’ era stata così inconcludente. Contro il Torino, ultimo in classifica, vulnerabile e incerottato, novanta minuti di giro palla inutile e snervante, passaggi indietro, orizzontali, lenti e prevedibili. Uno, forse due tiri nello specchio della porta, oltre al gol capolavoro di Insigne che ha salvato gli azzurri dalla terza sconfitta consecuitiva.
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