Domenica sera affronteremo la Lazio, si prospetta un match molto delicato, una vittoria ci consentirebbe di rendere più solido il terzo posto, aumentando proprio la distanza dal team di Lotito e ci consentirebbe di non perdere terreno sulla seconda in classifica. Gli aquilotti hanno disputato un campionato soddisfacente e sono in lotta per un posto in Europa, giocano un calcio fatto di ripartenze e verticalizzazioni, sfruttando l’alto potenziale del tridente offensivo Anderson-Immobile-Keita (quest’ultimo nel mirino del Napoli per la prossima sessione di calciomercato come ampiamente documentato da noi anche in precedenzaKeita Balde al Napoli ).
Simone Inzaghi ha alternato principalmente due sistemi di gioco, il 4-3-3 ed il 3-5-2 (principalmente contro le cosiddette “grandi”); con il 4-3-3 d’avanti a Marchetti (o Strakosha, i due si sono alternati in un turnover piuttosto equilibrato) la difesa è composta, da destra a sinistra, principalmente da Basta, De Vrij, Hoedt, Radu, degli esterni sicuramente quello che ha maggiori capacità di spinta è l’ex Udinese, capace anche di giocare esterno a tutta fascia in un 3-5-2, senza far mancare la spinta in fase offensiva; i due centrali sono abbastanza bravi nel gioco aereo e nelle fasi di gioco che richiedono potenza, tendono a soffrire contro avversari rapidi e non leggono bene le azioni palla scoperta/coperta, ragion per cui i tre attaccanti rapidi del Napoli potrebbero approfittare di queste lacune; le alternative sono Patric a destra, Wallace e Bastos al centro e Jordan Lukaku, Lulic e lo stesso Patric a sinistra; sono tutte alternative molto offensive, in principal modo Lulic, utilizzato da Inzaghi anche come mezzala e come esterno alto a sinistra; in evidenza si sta mettendo soprattutto l’angolano Bastos, il quale l’anno scorso con il Rostov si è aggiudicato il titolo di miglior difensore del campionato russo.
A centrocampo la Lazio si schiera con Parolo come mezzala destra, Biglia come regista e Milinkovic Savic come mezzala sinistra, Lulic è l’alternativa sulla mezzala sinistra (in quel caso non è raro che Savic venga spostato a destra), il giovane prodotto del vivaio biancoceleste è l’alternativa sia a Parolo che a Biglia (in tal caso Parolo va a fare il centrale e Cataldi la mezzala), minuti di gioco li ha guadagnati anche il giovane Alessandro Murgia. Con Biglia in cabina di regia la squadra gira meglio, Parolo ha compiti più di incontrista e di garantire la quantità al centrocampo laziale, Milinkovic-Savic ha funzioni più di raccordo tra difesa e centrocampo.
L’attacco è senz’altro il reparto più temibile della squadra, gli esterni Felipe Anderson e Keita Balde assicurano un mix tra talento, capacità considerevoli nell’uno contro uno, imprevedibilità e assist di cui sta beneficiando soprattutto Ciro Immobile, la punta centrale della squadra e capocannoniere con diciotto reti; le alternative sono a destra Lombardi, giovane del vivaio, si sta ritagliando spazi importanti in squadra al Centro Djordjevic ed a sinistra il citato Lulic rappresenta un’alternativa che garantisce più copertura mentre Ricardo Kishna è chiamato a confermare quanto di buono fatto nell’Ajax.
L’alternativa tattica è rappresentata dal 3-5-2, sistema di gioco adottato da Inzaghi anche nel match di andata contro il Napoli, in tale configurazione Bastos, De Vrij e Radu sono i centrali, (contro gli uomini di Sarri Inzaghi utilizzò Basta sul centrodestra per limitare la pericolosità di Insigne); la alternativa è costituita dal brasiliano Wallace, abile sia sul centrodestra che al centro.
Il centrocampo vede Felipe Anderson sulla destra, Parolo, Biglia e Milinkovic-Savic al centro e Lulic sulla Sinistra, sulla destra è possibile anche l’utilizzo di Basta, per una squadra sicuramente più difensiva, mentre al centro (sia mezzala che centrale) può essere utilizzato anche Cataldi; una soluzione che potrebbe essere utilizzata contro il Napoli vedrebbe Lulic come mezzala sinistra e Lukaku come esterno sinistro tutta fascia.
L’attacco è composto da Immobile e Keita, con Immobile che tende a dare profondità alla squadra e Keita libero di svariare su tutto il fronte offensivo (l’ampiezza viene garantita dagli esterni tutta fascia); alternativa tattica vedrebbe Immobile come seconda punta e raccordo tra centrocampo ed attacco e Djordjevic come riferimento centrale.
Fase di Possesso Palla
L’allenatore biancoceleste predilige un’impostazione della manovra impostata su veloci verticalizzazioni, soprattutto sugli esterni alti, anche a costo di prendersi qualche rischio in più nella gestione del pallone Non è un caso che la Lazio sia soltanto decima nel torneo per possesso palla medio con solo il 49,5%. Tantomeno può esserlo il dato sulla percentuale di passaggi riusciti, un 79,5% piuttosto modesto: peggio hanno fatto soltanto Crotone, Cagliari, Sassuolo, Udinese e Bologna. È una ricerca della profondità che però dà buoni risultati, a giudicare dai 15,6 tiri a partita (meglio solo Roma, Napoli, Juventus e Inter) di cui 8,5 da dentro l’area (quarta miglior performance in A) e soprattutto dai 22 gol realizzati che ne fanno il terzo miglior attacco.
L’utilizzo dei triangoli di fascia in fase offensiva vede un leggero predominio della fascia sinistra su quella destra (39% vs 36%), ma nelle gare giocate con Cagliari e Sassuolo la tendenza si è decisamente invertita. Addirittura, contro gli emiliani, i biancocelesti hanno portato il 43% degli attacchi dalla destra contro solo il 34% della fascia sinistra. Il che sorprende fino a un certo punto, con un esterno basso come Basta decisamente più propositivo di Radu dall’altra parte. Questo ci porta ad una considerazione: il confronto con il triangolo di sinistra del Napoli, come noto quello più sfruttato da Sarri, sarà determinante. Il predominio in quella zona del campo indirizzerà in maniera piuttosto deciso l’andamento della partita. Anche perché la Lazio, da quella parte, propone in diverse occasioni due varianti interessanti per scombinare i radar difensivi avversari:
- Keita si sposta dalla parte di Felipe Anderson per provare a creare superiorità numerica e muovere la difesa avversaria; I goal del team laziale, vengono spesso propiziati dalla presenza contemporanea nella stessa zona di campo dei due esterni offensivi biancocelesti;
- Felipe Anderson abbassa molto la sua posizione, con Basta che si posiziona più largo e più alto per un’eventuale sovrapposizione. Ma la scelta qui ricade su Milinkovic-Savic, che viene incontro a proteggere palla per poi restituirla al brasiliano che segue la traccia interna e si butta dentro, andando pericolosamente al tiro.
La ricerca immediata degli esterni è la prima opzione dei capitolini, viste le doti eccezionali nell’uno contro uno sia di Keita che di Felipe Anderson; che rispetto al passato sta dando anche un eccellente contributo in fase difensiva; la difesa azzurra dovrà stare attenta, oltre che coprirsi bene sui lati (occhio alle solite carenze sui rapidi cambi di gioco), anche ai movimenti di Immobile, che predilige più che altro i tagli in profondità, non facendo moltissimo lavoro di raccordo con il resto della squadra. Sarà fondamentale, per i nostri centrali, tenere bene la linea e non farsi attaccare alle spalle.
A centrocampo, il trio biancoceleste riesce a mixare ottimamente qualità, dinamismo e fisicità. Biglia, Parolo e Milinkovic-Savic (anche se, come detto, uno dei tre, probabilmente il serbo, dovrebbe far posto al rientrante) sono abili sia nell’attaccare gli spazi che in fase di copertura. Per caratteristiche e per schieramento, dovremmo rivedere l’ormai consueto uomo contro uomo lì in mezzo. Occhio però a lasciare troppi spazi per gli sganciamenti offensivi:
Fase di Non Possesso
In fase passiva, l’abilità della mediana laziale è di coprire bene la zona centrale tenendo una giusta distanza dai difensori rendendo così difficile il passaggio tra le due linee. Ma si può ugualmente metterla in crisi con gli scambi rapidi. E qui torniamo a quanto avevamo anticipato qualche giorno fa: il modo di giocare di Jorginho potrebbe risultare determinante. Infatti:
Trovando tempo e spazio per attaccare la linea difensiva biancoceleste, scopriamo che è tutto meno che impenetrabile. Del resto, la squadra di Inzaghi concede abbastanza (13 tiri a partita, sette squadre hanno fatto meglio) e i centrali sono soggetti a qualche errore di lettura e posizionamento.
Pur avendo la virtuale certezza che i biancocelesti ci aspettino bassi per ripartire in velocità, dovrebbe essere una partita abbastanza aperta ancorché tirata. La possibilità per far male c’è, la retroguardia non è così ermetica e c’è la possibilità di muoverla sfruttandone gli scompensi. Le occasioni davanti arriveranno, sarebbe importante riuscire ad accompagnare bene l’azione con i centrocampisti (Hamsik su tutti) per mettere maggiormente sotto pressione la Lazio. Dietro, bisognerà limitare al massimo gli errori, soprattutto nel momento in cui si dovesse perdere il possesso della palla per non prestare il fianco ai micidiali contropiedisti avversari.