Perché la vittoria di Braga, importantissima per il passaggio agli ottavi, è stata in fin dei conti baciata dalla De del Calcio, quella che il grande Gianni Brera nominò Eupalla. Tanta buona sorte evidente come un arcobaleno alle basse latitudini. Provvidenziale, in quanto capitata al momento giusto. In soccorso di un Napoli che è appena una controfigura goffa e ripetitiva rispetto agli eroi di pochi mesi fa.
Dei miglioramenti rispetto a Lazio e Genova si sono almeno visti, però a portar via i primi tre punti in Champions sono stati gli epiosodi. Tutti a favore degli azzurri, grazie agli Dei del calcio. Un clamoroso harakiri è valso il gol vittoria, e di quelli che a stento li vedi sui campi polverosi negli angolo speduti del mondo. A battezzare i tre punti ha poi contribuito un altrettanto stupefacente palo interno centrato dal Braga negli istanti finali.
Nel complesso, il Napoli è apparso ancora un gruppo da lavori in corso, molto scostante nei 90', con un piglio non autorevole come un volta e soprattutto con una difesa alla Dario Argento, cioé di quelle che il sangue nelle vene prima ribolle e poi trema a 1000 volt. A tal proposito, nel finale si è finalmente vista comparire la timida testolina di Natan, accompagnata addirittura da due gambe: su di lui il gravoso compito di non far rimpiangere la colonna Kim. Sarà una delle eredità più pesanti nella storia del Napoli. Ma chissà. Ai posteri l'ardua sentenza ma a far le carte si immagina non sarà impresa facile.
La partita ha concesso a momenti un Napoli gagliardo e puntiglioso, pure ordinato e pungente. A differenza di Genova, il Napoli già nel primo tempo si è fiondato all'attacco ed ha creato più palle gol. Atteggiamento diverso, più costruttivo. Osimhen è apparso ai suoi livelli, quelli di un anno fa: ha tirato molto e firmato un palo. Ma è a secco da tre gare, non poche per uno come lui che dal del tu ai gol più impossibili. E' stato capitan di Lorenzo a sbloccare una partita sin lì dominata. Infatti nella prima parte, il gruppo Garcia è salito in cattedra.
Ma nella ripresa accusava un calo evidente. Pasticcione, la fase offensiva gli si è andata afflosciando. In parte, s'è rilassato sul'uno a zero. Non l'ha chiusa. Non chi ha provato neppure con troppo impeto. Gestione del vantaggio. Poi hanno perso palla come dei babbei ed i portoghesi pareggiavano. Sul gol del pari Ostigard non ci ha fatto la figura del leone. Della serie con Kim non sarebbe accaduto. il calcio non è scienza esatta ma è scontato che con uno statuario centrale lì a fare da guardia non sarebbe successo. Ma le stelle nel cielo di Portogallo stavano con gli azzurri, e i padroni di casa si sono segnati da soli un autogol da urlo. Strapapaera e il Napoli ha potuto sorridere. Tre punti che in quella fase forse non ti saresti mai aspettato.
Intanto c'è un caso Kvara. Ancora richiamato anzitempo in panchina il georgiano, però stavolta dopo una serata molto grigia. Uscito dal campo senza dar di matto, ma con evidente umore sotto i tacchi, uno dei protagonisti dello scudetto nelle ultime gare è assai spento. Anche forse a causa di una poco comprensibile posizione più arretrata impostagli da Garcia. Il Napoli delo futuro avrà bisogno del suo estro così come dei gol di Os che ripetiamo a Braga è stato pimpante ma sfortunato. A destar terrore è la fase difensiva, invece. Di occasioni il Braga ne ha avuto almeno più di cinque. Troppe per le ambizioni dei campioni d'Italia. Ed il futuro Garcia se lo disputerà soprattutto fra cambi, pensieri ed assestamenti della retroguardia. E c'è una costante pericolosa. Quasi tutti i gol incassati dagli azzurri vedono un avversario libero a pochi metri da Meret. Ed è qui che l'assenza di Kim è un lutto che si spera non duri troppo a lungo. Riguardo ai numeri il Napoli ne incassa troppe di reti. Ben cinque nelle ultime tre gare. Troppe. una montagna di flop. Ma a questa ansietà ci si ripensa da domani.
Era importante vincere in Portogallo e la missione, caro Bond, è stata portata a termine. Tre punti per l'umore, dopo due apparizioni molto contestate, ma principalmente per la classifica del girone Champions. Il Real l'ha spuntata nel finale sui tosti teutonici dell'Union Berlino. Ora il Napoli è in testa con le furie rosse a pari punti. Già un piccolo vantaggio sulle alte due che sulla carta sono le più deboli del mini clan.
Poi a Bologna si capirà se davvero questo Napoli ha iniziato una flebile crescita. La gran fortuna certo non ti ricapita proprio subito.
(Foto fonte Mediasetsport)