privo di tante pedine importanti decide di affidarsi alla vecchia guardia lasciando tutti i nuovi arrivati in panchina. Così in campo vanno un volenteroso e mai domo Demme ed uno sfaticato e demotivato Zielisky al pari di Mario Rui. Apparsi giù di morale e di idee, anche DI Lorenzo e Politano spesso imprecisi e timorosi di affondare, Raspadori non riesce mai a legare il gioco e quando ha l’unica palla per poter calciare in porta sceglie di dribblare perdendo l’opportunità di impensierire Provedel. Politano, Zielisky e Lobotka hanno la possibilità di calciare dal limite ma sembrano voler rinunciare. Ci prova Gaetano dalla distanza ma colpisce troppo di esterno e la palla esce di poco al lato. La partita scivola via senza sussulti il Napoli si difende e la Lazio punzecchia senza dare mai l’impressione di poter sfondare. Resta il rammarico per gli azzurri per non averci creduto ma anche la totale assenza di una idea di gioco. Di una organizzazione. Di una preparazione su palle inattive. Si avverte una difficoltà anche nel battere delle semplici rimesse laterali. Poca convinzione. Insomma c’è ancora tanto da lavorare, e l’unica speranza è rappresentata dal rientro in squadra nella prossima settimana di Anguissa, Cajuste Kvara e Simeone. Poi Ndomge Livinstrom e gli altri spero abbiano la possibilità di esprimersi. Oggi Mazzarri ha atteso l’ottantunesimo minuto per far vedere NDonge e Lindstrom e l’86” per vedere Dendocker apparso spaesato ma con gran fisico. Chissà se con il rientro degli assenti Cajuste e Anguissa troverà spazio. In ogni caso agli azzurri serve una scossa importante. Una iniezione di fiducia un pizzico di fortuna e soprattutto tanta autostima che è andata smarrita insieme ai risultati poco confortanti. La matematica ci dice che siamo ancora in corso per il quarto posto e tra due settimane gli ottavi di Champion contro il Barcellona. Quindi tutto quello che occorre per ridare un senso alla stagione.
Dino Corona