un imprescindibile legame che va ben oltre la scelta, a fine campionato, di abbandonare la panchina azzurra. Proprio da qui riparte l’ex tecnico partenopeo: una sfumatura d’azzurro differente quella della divisa sociale, la quale, però, sarà indossata probabilmente alcuni degli interpreti della storica cavalcata che ha profondamente segnato il calcio italiano, inseriti in un sistema di gioco senz’altro simile a quello dei campioni d’Italia in carica.
Si sprecano, infatti, i parallelismi: la certezza è Giovanni di Lorenzo. Quest’ultimo sarà certamente l’uomo chiave della catena di destra: a 29 anni, con alle spalle un europeo vinto ed uno scudetto, ben 23 presenze in Nazionale e 3 gol all’attivo, ha l’esperienza, il carisma e la prestanza fisica (non da tutti) per essere un vero e proprio punto di riferimento. Ci si chiede, a questo punto, se sarà addirittura lui il diretto erede della fascia di capitano fino ad ora detenuta da Leonardo Bonucci.
Facendo un metaforico passo indietro, fra i pali probabilmente Spalletti non darà tanto spazio a Meret, il quale ritrova nelle gerarchie tricolori un più in forma Vicario, attualmente saracinesca del Tottenham, ed un Gigio Donnarumma che ci si chiede quanto sia ancora quello dei fasti rossoneri.
Proseguendo sulla linea del campo, i partenopei, fra i centrocampisti, non presentano elementi di spicco per la nazionale azzurra, la quale ha una vastissima scelta e si presenta come una fra le più forti quel reparto. A tal proposito, si ipotizza un trio di centrocampo composto da Tonali, Barella e Locatelli che si mostra a dir poco interessante e sicuramente da seguire nelle sfide che verranno.
Si giunge, infine, al reparto avanzato: i partenopei offrono come pedina sicuramente Matteo Politano. Quest’ultimo ha avuto un ottimo inizio di campionato, dimostrando maturità e voglia di mettersi ancor di più in mostra per conquistare definitivamente la titolarità e terminare la staffetta con Lozano, prima, e Lindstrom, poi. La medesima problematica per il trentenne romano ci sarà con la Nazionale, in quanto sulla griglia di partenza scalpita un Domenico Berardi senz’ombra di dubbio in vantaggio rispetto a Politano, per gerarchie ma non per rendimento di questa prima porzione di campionato.
Colui che con più probabilità troverà spazio è Giacomo Raspadori: perla e promessa del calcio italiano, Jack avrà senz’altro un ruolo da protagonista in questa Nazionale. Spalletti ha già ben in mente di sperimentarlo, ancora una volta, come a Napoli, come una prima punta atipica che gioca la palla e favorisce gli esterni. Impossibile non ricordare la prima parte di stagione in cui, con Osimhen infortunato, Raspadori fu un perfetto sostituto e che soprattutto in Champions League diede sfoggio delle sue qualità tecniche e tattiche.
L’uomo che i napoletani non dimenticheranno mai, ora, ha deciso di essere indimenticabile per il popolo italiano. Da tifoseria imprescindibilmente legata a lui non possiamo non augurargli di portarci, di nuovo, sul tetto d’Europa e magari sul tetto del mondo, con l’auspicio di riportare il calcio italiano a quelli che erano i massimi livelli di un tempo in cui l’Italia sfornava talenti ed impauriva qualsiasi nazione.