Mercoledì, 28 Dicembre 2022 15:49

"Un Calcio alla Radio" di Umberto Chiariello

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Umberto Chiariello: "Da società indagata a vittime del sistema: gli juventini applaudono Luciano Moggi".......

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio Umberto Chiariello, è intervenuto con il suo editoriale: "Ieri è successa una cosa incredibile. Chi è sotto schiaffo, all’improvviso, ribalta la scena. Il nuovo CDA della Juventus che non si è ancora insediato, è stato presentato già alla stampa, si sa già chi sono i componenti e le loro professionalità. Di Torino ne sono un paio, gli altri sono professionisti di Milano, ma ieri era l’ultimo atto di Andrea Agnelli. L’unico che resta in carica provvisoria è Arrivabene per fare il passaggio di consegna. In occasione dell’assemblea dei soci, è accaduto quello che normalmente è diventato lo stile juventino: ribaltare completamente le posizioni, da società indagata, nella bufera giudiziaria, coinvolta in illeciti sportivi ed amministrativi, a vittima del sistema, società che si dichiara assolutamente limpida e addirittura quasi defraudata. Il colpo di scena è stata la sceneggiata clamorosa di un ottantacinquenne Moggi che, da piccolo azionista, si è presentato all’assemblea dei soci, applaudito, un signore radiato dalla giustizia sportiva del calcio italiano. Un tal personaggio, ieri si è preso gli applausi a scena aperta, ha riaperto il capitolo di Calciopoli dichiarandosi vittima di un sistema complessivo in cui c’erano dentro tutti e del quale lui faceva solo parte ed ha rivendicato scudetti tolti alla Juventus sul campo. Sullo scudetto nel 2001 non ha torto, non si possono cambiare le regole in corso, ha citato Passaportopoli dove l’Inter non è stata punita, ma quel che conta è l’atteggiamento. Gli juventini applaudono Moggi, gli unici tifosi al mondo a favore della SuperLega erano proprio loro, gli stessi che ringraziano Andrea Agnelli che ha vinto 9 scudetti, ma quanto accaduto negli ultimi anni, non conta niente? Quanto accaduto nel 2006, non conta niente? Moggi è stato l’Andreotti del calcio, l’uomo del potere e col potere ha vinto. Oggi viene applaudito, Agnelli ha la faccia tosta di dire che ha fatto tutto bene, non ha il coraggio di dire di aver trovato i conti disastrati, di aver fatto uno straordinario lavoro, coniugando competitività e conti economici fino allo spartiacque Cristiano Ronaldo. Questa fase è durata tre anni ed è sotto l’occhio della Procura della Repubblica Italiana per reati gravissimi e della Procura della Giustizia Sportiva Italiana, ma siamo tutte vittime. Ieri è stato l’ultimo vagito della hybris juventina di Andrea Agnelli, la tracotanza di non ammettere niente pur sapendo quanto fatto, con lo show di Moggi applaudito da tutti. Da domani, bisogna lavorare in casa juventina affinché sia una delle tante che lotta per vincere come le altre, perché la nuova proprietà non si può permettere un danno di immagine che sta creando problemi a tutto il gruppo della galassia Exor".

Lucio Giacomardo: "Casi analoghi alla Juve ce ne sono stati, credo in un'ammenda ed un paio di punti di penalizzazione".

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Lucio Giacomardo, esperto di diritto sportivo: "Questione plusvalenze? Negli anni ci sono state tante richieste di riattivazione di alcuni procedimenti, ed è possibile farlo, in qualche modo, quando si ha l’idea che ci siano nuovi documenti che non potevano essere ancora esibiti prima, oppure sono emerse circostanze che hanno portato a adottare una decisione ingiusta. Non mi sembra una novità, ce ne sono state. Il codice di giustizia sportiva disciplina, nell’ambito della stessa norma, due ambiti diversi: revocazione e revisione che può essere applicata solo in caso di condanna. In questo caso, si tratta di una decisione ‘ingiusta’ che sarebbe stata diversa alla luce dei fatti dei documenti precedentemente presentati. Il Procuratore Federale, evidentemente, ritiene che i documenti che all’epoca non potevano essere utilizzati siano validi. Ho letto il ricorso ed il Procuratore fa affidamento su un’ulteriore circostanza che sembrerebbe un’ammissione di responsabilità degli stessi protagonisti di quella vicenda, attraverso le intercettazioni. Inoltre, ci sarebbe una prova documentale con un appunto nel quale figurerebbe una ‘x’ che significa ‘chiunque prendo o scelgo, non mi serve per una scelta tecnica, ma per esigenze del bilancio’. Che si possa pervenire a sanzioni è un discorso diverso, superato lo scoglio dell’ammissibilità, c’è quello dell’onere probatorio rispetto alla finalità delle plusvalenze stesse. Le difese, credo, ergeranno un muro e faranno eccezione solo su un documento citato dalla Procura. La relazione della Consob, sia pure per pochi giorni, è precedente alla decisione della Corte Federale d’Appello, quindi teoricamente era un documento già disponibile. Stipendi? Si tratta di prova documentale di accordi che non sono quelli conformi ai depositati. A quel punto c’è sicuramente una prova documentale che sarebbe stata acquisita attraverso le perquisizioni, però credo che sicuramente ci sarà un’ammenda. Casi analoghi ce ne sono anche nel passato, le sanzioni sono state al massimo l’ammenda e un paio di punti di penalizzazione. Inoltre, credo che i calciatori stessi potrebbero rischiare una sanzione. Fatture false? Non è determinate per una società che ha fatto ricapitalizzazione per 700 milioni di euro. Le altre società coinvolte? Bisognerebbe dimostrare l’esistenza di un sistema e che queste società facevano cartello anche nell’attività di calciomercato alterando il regolare svolgimento delle competizioni".

Daniel Martinez: "Diego è stato Diego per 4-5-6-8 anni della sua vita, Messi sono 18 anni che, tutti i giorni, è Diego".

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Daniel Martinez, inviato ESPN Italia: "Lozano è stato il migliore, per me, tra i suoi connazionali. Il Napoli arriva in ottima forma, tutti i giocatori hanno fatto bene. Ho visto tutte le partite e tutti coloro che erano in Nazionale hanno fatto bene. Credo che il pezzo della canzone argentina ‘ahora nos volvimos a ilusionar’ possano cantarlo anche i napoletani. Messi o Maradona? Lo ripeto, è come scegliere tra mamma e papà, non si può. Non posso dimenticare quello che mi ha fatto vivere Diego, è vero che ciò che ha vinto Messi non l’ha vinto nessuno, sono solo grato del fatto che sono entrambi argentini. L’uomo tende a migliorarsi, è evidente, certe cose hanno impedito a Diego di essere ancora più grande di quanto è stato e all’epoca lui lo colpivano duramente senza essere pesantemente sanzionati. Messi non riceve un quarto dei falli che riceveva Diego. Diego è stato Diego per 4-5-6-8 anni della sua vita, Messi sono 18 anni che, tutti i giorni, è Diego".

Marianna Quartuccio: "Tutto pronto per stasera: si respirerà una bella atmosfera".

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Marianna Quartuccio, fotografa ed organizzatrice de 'La notte dell'ultimo grande Re': "Sono più emozionata di quando l’abbiamo fatto a Milano. Abbiamo fatto le varie prove tecniche, è tutto sistemato, sono stata molto coccolata dalla location. Questa sera ci saranno ospiti alcuni Club Napoli, Massimo Vignati con alcuni ricordi su Maradona, ci saranno i ragazzi della Mossa del Comandante che presenteranno il loro gioco, Anna Copertino e la proiezione del documentario. L’evento sarà a Via Fusco, 1 a Torre Annunziata all’Agorà Mimì Quartuccio dalle 18:30. Si respirerà una bella atmosfera".

Federica Cappelletti: "Tra Diego e Paolo ci sono stati scambi molto commoventi: alla sua morte, Paolo piangeva come un bambino".

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi: "Tra Diego e Paolo ci sono stati scambi di parole molto commoventi, i due erano molto legati, non si frequentavano tantissimo perché Diego era sempre in giro per il mondo, ma si sentivano, si mandavano messaggi bellissimi e intensi. Quando Diego è venuto a mancare, per me è stato difficilissimo dirlo a Paolo che già stava male, sono morti a pochi giorni di distanza, mi ricordo come fosse adesso: lui era a letto e quando gliel’ho detto ha cominciato a piangere come un bambino. C’era un grande affetto, stima reciproca, questo sodalizio di persone che si erano affrontate sul campo e ritrovate fuori, un rapporto distante, ma vicino. Maradona o Messi? Credo proprio che Paolo avrebbe detto di stimare Diego e di riconoscere la sua immensità, ma gli piacerebbe anche Messi, un ragazzo che ha fatto tanta strada e si è fatto da solo. Sono diversi, ma due campioni immensi. La caratteristica di Paolo è sempre stato il suo sorriso, lui riusciva ad essere positivo anche nei peggiori periodi, quelli più dolorosi e rivedo questa caratteristica nelle mie figlie. Lui mi ha conquistato proprio con il suo sorriso. Le mie figlie sono abituate a sentire parlare sempre di loro, hanno assorbito da lui la positività, la voglia di reagire ai fatti più dolorosi della vita, le mie guerriere sono brave e sanno benissimo che dobbiamo continuare ad onorare il papà, per noi è un compito di tutti i giorni. Bearzot? L’ha sempre considerato un secondo padre, l’uomo che nel momento più difficile della carriera di Paolo gli ha dato fiducia prima di chiunque altro. All’epoca Paolo era davvero giovane, si è sentito tirare dentro una situazione più grande di lui, Bearzot è stata la fiducia, il coraggio, la determinazione e grazie a lui è diventato Campione del Mondo. Intitolazione dello Stadio Olimpico a Paolo Rossi? Nel momento in cui ci sono state polemiche varie, ho preferito staccare la spina. Paolo ha sempre unito e che ci fosse qualcosa che divideva mi faceva strano, quindi si vedrà in futuro. Mondiali? Gli italiani hanno rivissuto quelli che sono stati i Mondiali simbolo dell’82 e quelli successivi nell’ottica di crescere e vivere i prossimi da protagonisti".

Guido Trombetti: "Un gioco formidabile, un gruppo senza capuzzielli e grandi possibilità di vincere".

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Guido Trombetti, editorialista Il Mattino: "Quando il calcio viene contaminato, soffriamo. Mi sono messo di punta e voglio parlare di calcio giocato e basta, mi hanno stancata tutte queste porcherie. Ripartenza? Il Napoli quest’anno, grazie alla grande campagna acquisti di De Laurentiis e Giuntoli, nonché la grande gestione di un presidente unico al mondo ed il grande maestro di calcio Luciano Spalletti, abbiamo incantato tutta Italia e tutta Europa. Abbiamo un gioco formidabile, un gruppo senza capuzzielli, un gruppo di persone gestite molto bene dalla società, la squadra è in condizione di esprimersi in più moduli. Qualcuno ha criticato Spalletti ed il Napoli per le prestazioni opache nelle amichevoli, io ho sempre pensato che Spalletti facesse bene ad esporre moduli alternativi che possono essere un’arma in più da una partita all’altra. Tutto questo, mi fa pensare che il Napoli ha grande possibilità di vincere quest’anno, ma una cosa deve essere chiara a tutti: non si possono vincere tutte le partite. Juventus? È portatrice del marchio Agnelli e non sono disponibili ad inquinare l’immagine di gruppo solido, vincente e serio, tant’è che si parla del fatto che Elkan voglia vendere la società. Sono convinto che a livello penale tutto si ridimensionerà perché i danni a terzi sono tutti da dimostrare. Ciclo Napoli? Bisogna prima vedere come finisce questo campionato. Finendolo come l’ha cominciato, ci sono ottimi margini per aprire un ciclo Napoli. Cosa butterei del calcio italiano? Orsato".

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Mario Passaretti

Nato a Torre del Greco il 28/05/1979, diplomato in maturità classica. Giornalista da giugno 2015 e direttore del sito www.ilcuoreazzurro.it dal 2022. Collaboratore del giornale "Il Roma"

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