A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio Umberto Chiariello, è intervenuto con il suo editoriale: "Neppure con Maradona siamo mai riusciti a distanziare così tanto la seconda in classifica, eppure sento tanto scetticismo in giro. Nessuno che dice che in queste 6 partite, la Juventus ha rimontato 0 punti perché il Napoli le vince tutte da 11 partite a questa parte. Qui non si parla di rimonta, tecnicamente, ma di restare aggrappati. Il Milan ha perso dei punti a Torino e sta aggrappata con le unghie e con i denti vincendo l’ultima con la Fiorentina e quella con lo Spezia all’ultimo minuto. L’Inter si dà per rinata per aver dato 6 gol al Bologna e sta a 11 punti dal primo posto. Diciamo le cose con correttezza: nessuno sta rimontando niente a nessuno, ci sono 3 società che ambivano allo scudetto che stanno aggrappati ad una squadra che era stata data per spacciata. La Gazzetta già sa che il Napoli a gennaio non tornerà, c’è una sola certezza: le altre hanno voglia di correre, al Napoli non hanno rosicchiato neppure un punto, anzi, ne hanno perso qualcuno. Pensare che a gennaio la musica cambi per interessi editoriali senza alcuna certezza scientifica o calcistica, allora popolo napoletano non avere paura. Le sciocchezze lasciamole agli altri".
Paolo De Paola: "Questo Napoli non deve avere paura, Spalletti sta insidiando una mentalità vincente alla squadra".
A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Paolo De Paola, ex direttore di TuttoSport: "Ci sono alcuni giornalisti andati in onda in una popolare trasmissione sportiva notturna che hanno difeso Allegri con toni ruffiani e sgradevoli. La maggior parte di costoro hanno interesse solo nell’avere il suo numero di telefono per poterlo chiamare ed avere la sua benevolenza. È un atteggiamento sbagliato. Cosa si è rimesso a posto? La Juventus ha fatto un percorso vergognoso: a 10 punti dal primo posto, l’anno scorso è arrivata quarta e la Champions è andata. Stiamo ancora parlando di Allegri che si riscatta dopo 6 risultati di fila positivi? Ce ne vuole. È un anno e mezzo che diciamo che la Juventus avrebbe dovuto giocare più alta, che il bandolo della matassa della difesa della Juventus è Bonucci molto lento condizionando tutta la squadra, con Bremer la musica è cambiata. È da anni che sosteniamo che i senatori stavano frenando la crescita della Juventus. Avversaria del Napoli per la lotta scudetto? Vedo il Milan più attrezzato, nonostante le distrazioni. Troppa paura per gennaio? A volte, viene stabilizzato all’interno dell’ambiente il DNA organizzativo che porta alla vittoria ed al successo. Questa cosa il Napoli l’ha smarrita, va riproposta e Spalletti lo sta facendo, anche con i tifosi. Errori arbitrali? Il Napoli non deve guardare quello che fanno gli altri, altrimenti starà sempre a piangersi addosso. Ha 10 punti di vantaggio sulla Juve e 8 sul Milan che è seconda. Sicuramente pesano, come in ogni campionato, ma se le vinci tutte o ti ci avvicini, il campionato si vince. Sono fautore della logica secondo cui non si deve guardare gli altri. ‘Rigorino’? Io pure penso che quello su Osimhen lo sia, ma anche che quello di Danilo è un fallo di mano. Non bisogna cascare in queste cose. Oggi le prime pagine parlano di Rugani, perché dobbiamo pensare che il Napoli viene discriminato? Linea editoriale nazionale? Sicuramente ci sono più lettori e tifosi della Juve, dell’Inter e del Milan. Il Napoli e la Roma hanno un altro quotidiano, il Corriere dello Sport. Chi dice a costoro che Spalletti non sia stato l’allenatore più lucido del campionato concedendosi questa sosta per ripartire a razzo alla ripresa e scardinando ogni luogo comune? Questi sono due campionati, il primo il Napoli l’ha già vinto, il secondo è ancora nelle sue mani ed è tutto idilliaco. Il Napoli è apprezzato da tutti anche a livello europeo, il tifoso ha bisogno di sicurezze che ci sono, bisogna stare tranquilli. C’è Kvara, Anguissa, Lobotka, la difesa con Kim, comprese le scuse da galantuomo, il Napoli in ogni aspetto è eccezionale. Questione D’Onofrio? Si dice che l’AIA è una cosa indipendente, ma io fossi in Gravina mi sarei dimesso. È una delle cose più gravi che io abbia mai sentito. Questo è un terremoto del calcio italiano, non degli arbitri e basta. Colui che determina le carriere degli arbitri è un delinquente, ci rendiamo conto? La Federazione non ne sa niente, è uno dei punti più bassi del calcio. È un atteggiamento massonico quello del mondo arbitrale, in questo caso serve solo a nascondere manovre oscure, atteggiamenti fraudolenti. La trasparenza che si chiede in questo mondo non può prescindere da quella dei suoi dirigenti.".
Gianni Ambrosino: "Sul Napoli mi sono sbagliato, Giuntoli ed il suo staff hanno fatto una campagna acquisti eccezionale".
A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Gianni Ambrosino, direttore telegiornale Canale 21: "Quest’estate sono stato chiamato per commentare la campagna acquisti del Napoli, nel mese di luglio. Dissi ciò che pensavo: che erano stati fatti una serie di acquisti completamente sconosciuti, per me, e che c’era differenza con coloro che sono partiti. Successivamente ho aggiunto anche che se il presidente aveva intenzione di vendere, aveva anche una logica, ma che tanto vale di vendere andare via: apriti cielo. Cos’è successo? Che la campagna acquisti si è dimostrata un vero e proprio colpo di scena e l’ho fatto presente, ad un certo punto siamo stati ‘messi in punizione’. Alla mia veneranda età posso dire che sono un gran tifoso del Napoli, l’ho seguito da quando giocava al Vomero. Ora come ora, non ho alcuna remora a dire che mi sono sbagliato e che Giuntoli ha fatto una campagna acquisti eccezionale, a dir poco, con il suo staff. Per me ciò che conta è che il Napoli faccia bene e vada avanti e che noi continuiamo a divertirci. Spalletti sta dimostrando tutto il suo valore".
Avv. Marco Di Lello: "Gravina ha ritenuto non ci fossero le condizioni per un commissariamento. All'AIA è stata concessa una deadline al 15 dicembre per rivedere il regolamento".
A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Marco Di Lello, ex procuratore aggiunto FIGC: "Questione D’Onofrio? Come tutti sono rimasto sconcerrtato. È evidente che qualcosa non ha funzionato nella fase dei controlli, oltre che nella selezione della scelta per andare a ricoprire un ruolo così delicato come quello del Procuratore Nazionale dell’AIA. Questa vicenda servirà ad un’autogestione degli arbitri che hanno propri organi di giustizia, diversi dalla FIGC. Ieri al Consiglio Federale è stato deciso di mettere mano a quest’anomalia e di far rientrare tutto nella giustizia ordinaria della Federcalcio che presenta elementi di trasparenza maggiori a quelli dell’AIA per com’è stata vissuta questa vicenda. L’associazione ha dei suoi meccanismi, con carriere interne, D’Onofrio è stato scelto come Procuratore regionale in Lombardia e poi è arrivato ai vertici un anno fa, accaduto quando stava già scontando una condanna. Com’è possibile che abbia certificato il falso e nessuno sia venuto a saperlo? Più di qualcosa non ha funzionato, questa vicenda getta un discredito al mondo arbitrale e della Federcalcio. Il problema nasce perché si riconosce all’AIA di avere propri organi di giustizia fatti solo da arbitri, senza requisiti di professionalità, moralità ed esperienza giuridica. Oggi l’associazione ne paga le conseguenze, bisogna dare un segnale di trasparenza. Commissariamento? C’è stata la decisione di dare tempo all’AIA fino al 15 dicembre per rivedere il regolamento e adeguarsi, l’indicazione è quello di riportare tutto alla competenza della FIGC. Non dimentichiamo che la Lega Serie A si è sempre battuta per avere un’AIA quanto più slegata dalla Federcalcio, una battaglia che va avanti da anni, per avere un modello come quello della Premier League. L’AIA, in ogni caso, ha fallito. Il Presidente Gravina ha ritenuto non ci fossero le condizioni per un commissariamento, nonostante fosse gravissimo, ha pensato che l’episodio riguardasse soltanto una piccola componente all’interno dell’AIA, la Procura che ha un potere importante. La FIGC ha ritenuto che la gravissima mancanza riguardasse la Procura e non l’intera associazione, quindi ha scelto di non commissariare".