CHRISTIAN MANFREDINI
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Christian Manfredini, ex calciatore, tra le altre, di Genoa e Lazio. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Le parole di Garcia nel post gara di Napoli-Lazio, sulla necessità di pareggiare ‘quando non si può vincere’, possono essere un manifesto di resa?
“Non credo. Non penso che un tecnico di una squadra campione in carica possa pensare ciò. La verità è che Garcia era conscio della superiorità, nell’espressione di gioco, dei biancocelesti. Rudi invitava ad ottenere il massimo in una giornata storta. La Lazio ha interpretato molto bene la gara, mentre il Napoli non si è espresso al meglio. Nel calcio spesso si vuole tutto subito, ma siamo soltanto alla terza giornata. Garcia ha un modo di interpretare ed approcciare alla gara completamente diverso da Spalletti, e per questo gli va concesso del tempo. Sarà il campo a dirci se si tratta della scelta più giusta e coerente”
Il nuovo calcio, che si basa sui tridenti offensivi e sempre meno sulla doppia punta, quanto può incidere sulla collocazione tattica di Raspadori?
“Il calcio è cambiato, ci sono pochissime squadre con il 4-4-2 e ancor meno i calciatori che svolgono il ruolo di sterni puri. Il nuovo calcio cambia anche i giocatori, che sono chiamati a ricoprire più ruoli ed adeguarsi alle diverse zone del campo. Per quanto giarda il Napoli, invece, il parco attaccanti è di una certa importanza, come esige la dimensione del club. Tuttavia, la scelta ricade sempre su Osimhen. Il nigeriano è una belva, ed anche se Raspadori e Simeone meriterebbero più occasioni, non si può fare altro che garantire spazio al nove azzurro. Raspadori è un giocatore che, quando gli si concede spazio, può creare verticalità. Jack è un attaccante duttile, e potrà sfruttare questa qualità”
Dal derby di San Siro può venir fuori la vera candidata al titolo?
“Siamo alla terza giornata, è presto. Ciononostante, va riconosciuto che l’Inter è una squadra veramente forte, così come sono convinto che il Milan, dopo il mercato estivo, si sia rinforzata parecchio. Assieme al Napoli non va esclusa la Juventus, che potrà giovare di tutta la settimana per preparare la partita della domenica”
NICOLA ZANINI
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Nicola Zanini, allenatore ed ex calciatore di Genoa e Napoli. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Chi l’ha sorpresa di più, Inter o Milan?
“Entrambe, a mio parere, sembrano avere qualcosina in più del Napoli. Gli azzurri danno sempre la sensazioni, pur essendo una squadra forte, di risentire delle variazioni dalle certezze della scorsa stagione”
Garcia è un tecnico che può garantire identità al Napoli o crede sia un gestore di calciatori?
“Non conoscendolo, mi da l’impressione di essere un gestore, un allenatore alla Ancelotti. Negli ultimi anni, però, il Napoli ha ottenuto grandi risultati con allenatori come Sarri e Spalletti. Tecnici che garantiscono, appunto, identità ed espressione riconoscibile di calcio. Quest’anno sembrano esserci cambiamenti anche in tal senso, con un fraseggio meno articolato e maggiore verticalità”
Qual è la nota stonata in un grande spartito come quello del Napoli?
“Al Napoli, nonostante fosse la stagione precedente al fallimento, ho vissuto emozioni straordinarie. Il dispiacere, quest’anno, credo sia il vedere interrompersi un percorso che avrebbe potuto continuare a regalare successi e soddisfazioni. Un progetto che con Spalletti era divenuto meraviglioso, e che con l’aggiunta di qualche calciatore avrebbe potuto continuare a stupire. Per questo ritengo che il Napoli, questa stagione, abbia perso qualcosa”
La scelta di ridurre il coinvolgimento di Lobotka nella manovra può essere un vantaggio per la squadra?
“Credo che Garcia abbia pensato che avere un’alternativa a Lobotka nella manovra della squadra possa soltanto giovare all’efficacia e l’imprevedibilità dei partenopei. Già nella passata stagione le avversarie avevano attuato contromisure sulle fonti di gioco che causarono non poche difficoltà ai calciatori azzurri”
BENOIT CAUET
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Benoit Cauet, allenatore ed ex calciatore dell’Inter. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Crede che l’Inter sia più forte dello scorso anno?
“Secondo me, sì. Lo scorso anno, i nerazzurri vantavano giocatori di grandissima qualità, e che hanno permesso alla squadra di arrivare in finale di Champions. Giocatori d’esperienza come Dzeko, Brozovic e Lukaku. L’Inter ha operato benissimo sul mercato, coniugando le esigenze finanziarie – che hanno costretto il club a salutare Onana – a quelle tecniche. Il club ha acquistato giovani di talento, come Thuram, Frattesi e Bisseck. Klassen, inoltre, è un giocatore che magari i tifosi non conoscono. Ha uno stile diverso, ma ottime qualità tecniche che gli consentiranno di fornire un contributo importante. A centrocampo l’Inter è molto forte. Credo, dunque, che l’Inter sia più forte dello scorso anno soprattutto perché vanta ancora ampi margini di miglioramento. A ciò va aggiunto un atteggiamento molto più dinamico, che lascia ottime sensazioni sul futuro”
Qual è la sua percezione in merito al lavoro di Garcia sulla panchina del Napoli?
“Per esperienza, dico che è molto complicato allenare dopo una vittoria tanto bella ed eccezionale. Il successo del Napoli non è solo frutto del lavoro di una o due stagioni, ma anche del merito e della programmazione del club. Il Napoli viene, dunque, da un massimo di esaltazione e prestazione, in cui ci si può sentire invincibili. Quando si vince, però, si riparte da zero. Rudi, per prima cosa, dovrà lavorare sulla motivazione, e sulla flessione di determinazione che i giocatori potrebbero riscontrare. Quando ero al Nantes, dopo il trionfo in Ligue 1 del ‘94-‘95, terminammo quinti in classifica la stagione successiva. Riuscire a riaccendere la motivazione non è facile. Spesso, alcuni calciatori sono appagati dal successo, seppur isolato. Per qualcuno, anche una sola vittoria può essere la vittoria della vita”