Alla guida Alberto Gilardino, vecchia conoscenza della Serie A e bomber di razza, oltre che campione del mondo nel 2006. Nel giusto mix fra esperienza e giovani prospetti, il Genoa offre ai suoi tifosi un gioco veloce e moderno.
La squadra di Garçia è reduce dalla scottante sconfitta in casa con la Lazio, grazie a cui, però, sono già sorti i primi campanelli d’allarme che potranno essere visti come un’opportunità più che come uno “scricchiolio” nella macchina perfetta che è questa squadra.
Si parte proprio dalle retrovie dove Natan sarà ancora una volta messo da parte per far spazio al già rodato Juan Jesus: in merito a tale scelta ci sembra che Garçia non voglia rischiare più di tanto e preferisca l’esperienza di un giocatore che è già caposaldo del gruppo, ma che, ormai, non ha margini di crescita che il suo connazionale ha e che meriterebbe di macinare minuti in tal senso. Nota lieve è il ritorno da titolare del “Maestro” Mario Rui, il quale è il compagno di corsia ideale per Kvara, grazie al suo sinistro incantato che offre profondità alla manovra azzurra.
A completamento del reparto arretrato ci saranno gli altri volti noti: il capitano Giovanni di Lorenzo sulla corsia di destra, Alex Meret fra i pali e Rrahmani compagno di Juan Jesus centralmente.
Avanzando verso il centrocampo, gli interpreti saranno quelli del tricolore azzurro: il geometrico Stanley Lobotka a guida della manovra azzurra, seppur al centro di critiche mosse all’allenatore partenopeo perché non più centrale come la scorsa stagione. A tal proposito, le statistiche dicono che, contrariamente a quanto si pensi, lo slovacco ha una percentuale lievemente superiore rispetto all’anno scorso: 79,5% come palloni giocati in media contro i 76,14%. Ci sorge spontaneo sottolineare la qualità che era probabilmente superiore nella stagione scudettata. Al suo fianco vi saranno Anguissa e Zielinski, dai quali ci si aspetta una ripresa di forma e concentrazione maggiore rispetto ai primi esordi di quest’anno.
Giungiamo nel reparto offensivo, la cui novità è la presenza di Jack Raspadori sulla destra: per Garçia quest’ultimo è jolly d’attacco che speriamo trovi presto la sua identità e stabilità. Un investimento importante dal punto di vista economico che dovrà sicuramente fruttare ma che necessita di una maggiore identità che forse Spalletti meglio riusciva a trasmettere al ragazzo, seppur con un minutaggio nettamente inferiore rispetto, a quanto sembra, a quest’anno. A chiudere i due gioielli Kvara e Osimhen: per quanto concerne il primo, ci si aspetta che finalmente imprima il suo nome nel tabellino marcatore, senza nulla togliere alle prestazioni comunque sublimi delle prime partite; mentre, per il secondo, ci si augura di vederlo festeggiare ed incrementare il suo bottino personale.
A contorno di quanto analizzato fino ad ora, ci si aspetta un Napoli dominante sotto ogni aspetto e che cancelli velocemente la debacle del Maradona, a favore di una ripresa del rullino di marcia che ci riporti subito nei vertici della classifica, insidiando e spodestando le milanesi appaiate ai primi posti.