Quattordici vigili trovati positivi al virus, fino ad ora; altri 150 in quarantena perché appartengono alla stessa unità operativa e in qualche modo potrebbero aver avuto contatti con i contagiati. Chiusa la sezione San Lorenzo, la più grande della città con i suoi centocinquanta agenti che ogni giorno si occupano di una fetta immensa di Napoli, quella che va da Piazza Garibaldi ai Decumani.
Tutto è iniziato l’otto settembre, martedì della scorsa settimana, quando un vigile in ferie ha comunicato la sua positività. Sembrava un caso isolato, si trattava di un collega che non entrava in ufficio da giorni, nessuno s’è sentito allarmato laddove invece c’era da allarmarsi.
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Come capita sempre in questi casi c’è di mezzo un attimo di relax che fa abbassare la guardia. Un vigile festeggia un evento, invita tutti gli altri, la tavolata è immensa e allegra contatti stretti, mascherine assenti. Due giorni dopo, in seguito al primo allarme, ai vigili di San Lorenzo viene offerta la possibilità, a libera scelta, di effettuare il tampone. Aderiscono in diciassette, vanno a sottoporsi all’esame e poi si presentano al lavoro, quella stessa sera arrivano i risultati: cinque dei diciassette sono positivi. Quei cinque in quel giorno avevano lavorato con altri vigili, erano stati in auto, in strada a contatto con i cittadini. Subito è partita la procedura di emergenza, Unità operativa cautelativamente chiusa e tampone a tutto il personale. Alla fine in totale, nella giornata di ieri si è arrivati ad individuare 14 positivi (tutti asintomatici e a casa) ma anche ai vigili che hanno avuto un esito negativo al tampone è stata imposta una quarantena di due settimane: l’esame potrebbe essere stato effettuato con tempi troppo ravvicinati rispetto al possibile contagio e la malattia potrebbe essere rimasta nascosta, torneranno al lavoro solo quando i tempi corretti daranno certezze sull’assenza del virus.
La notizia di un’intera unità operativa in quarantena si diffonde subito dal Vasto al Centro Storico, l’associazione «Vivere il Quartiere», per bocca del presidente Enrico Cella chiede a gran voce di sapere «quali sono stati i contatti dei vigili con la cittadinanza, in quali case sono andati a presentare notifiche, a quanti automobilisti hanno controllato i documenti, in quali aree sono stati di servizio. Non possiamo permettere - dice con vigore Cella - che un solo cittadino possa trovarsi contagiato per avere avuto contatti con una persona in divisa». Poi c’è il fronte più delicato: «Con 150 uomini in meno, in zone calde come il Vasto e i Decumani, chi garantirà la tutela del territorio?», chiede il presidente dell’associazione.
Il comandante della polizia municipale, Ciro Esposito, non trova nemmeno un attimo per fare chiarezza sulla vicenda e non risponde. La situazione invece è ben chiara all’assessore alla Polizia Municipale, Alessandra Clemente, che cerca toni rassicuranti: «Il comandante ha gestito in modo eccellente i casi di Covid-19 scoperti all’interno del corpo. Tutti i movimenti dei vigili sono censiti e le persone che sono state in contatto con positivi sono stati messe in quarantena fiduciaria e sottoposte a tampone. Sedi e auto sono state sanificate. I nostri agenti sono sempre in prima linea e a loro deve andare il nostro ringraziamento. Con grande responsabilità si sta agendo a loro tutela e a tutela della città tutta, per la quale ciascun membro del Corpo, dall’inizio della pandemia, è diventato ancora di più un riferimento distinguendosi in azioni di soccorso, controlli, solidarietà, assistenza».
Mentre esplodeva la questione del focolaio tra i vigili, ieri è giunto un altro allarme dall’Anm. Un addetto di stazione della Metropolitana ha scoperto di essere positivo. Si tratta di una persona abitualmente in servizio a piazza Municipio: sicuramente ha avuto contatti con colleghi, probabilmente ne ha avuti anche con i passeggeri ai quali di tanto in tanto chiedeva di verificare i titoli di viaggio. Quante persone hanno avuto contatti con lui? L’azienda sta cercando di risalire a ognuno, nel frattempo è partita una campagna di tamponi per i 15 dipendenti che con certezza sono stati vicini al contagiato.
Articolo ripreso da :Il Mattino