Che fossero caldi lo hanno dimostrato anche sul web con foto piene e zeppe di maschere antigas e volti coperti, «la loro tifoseria ha una connotazione sociale, si dichiarano apolitici» - aggiunge il Dirigente della DIGOS di Napoli Vincenzo Bonagura, «ci stiamo preparando per fronteggiare la situazione». Il Beşiktaş è l’outsider. Furia vivente, barricata sempre in mezzo, squadra di quartiere: 13 campionati vinti contro i 19 a testa di Galatasaray e Fenerbahçe, 9 coppe di Turchia, squadra di popolo, di ruggine; squadra di sangue e plebe, di esuberi della società, di sfortunati e operai, di pochi notai e molti disoccupati. È la squadra preferita degli armeni (a capo della tifoseria del Besiktas c’è un turco-armeno, Markaryan). Dicono che il Galatasaray è la squadra preferita degli ebrei, il Fenerbahçe dei greci. Il Beşiktaş raccoglie il meglio e il peggio, li fonde in un unico urlo. Ogni giovane che abita nelle vicinanze del porto sullo stretto del Bosforo (feudo della tifoseria del Beşiktaş) vuole essere un Çarşı, (in turco “mercato” ndr) la parte più calda della tifoseria; negli scontri durante le proteste contro il regime di Erdogan in piazza Taksim c’erano loro in prima fila, c’erano loro anche quando nel derby con il Galatasaray invasero il campo da gioco per rispondere ad una provocazione di Felipe Melo costringendo l’arbitro a sospendere la partita e la polizia ad usare i lacrimogeni, ci sono loro a “convocare” ad uno ad uno i giocatori della loro squadra durante il riscaldamento pre-partita, ed ognuno, quando sente il loro nome, va sotto la curva ed incita per tre volte la tifoseria.