Il mio giudizio sul mercato del Napoli è positivo. Si poteva certamente fare di più. Mi riferisco ad operazioni minori, come prendere un altro esterno destro oppure un secondo portiere che potesse in futuro sostituire definitivamente Reina. Ma per il resto la società aveva lasciato intendere la sua strategia già a margine della scorsa stagione. Si è deciso di puntare sullo stesso gruppo. Scelta che trovo assolutamente condivisibile. L’acquisto di un interprete di valore non avrebbe assicurato l’avvicinamento alla Juventus.
Dopo oltre 30 anni in città si respira con fiducia il profumo di Scudetto. Credi sia realmente concretizzabile questo sogno?
Per ricordarsi di una squadra del centro-sud che vince il titolo, bisogna tornare indietro nel tempo di ben 16 anni quando la Roma si aggiudicò lo Scudetto. Questo dato la dice lunga sulla rarità e unicità della vittoria tricolore per una città del sud. Non dimentichiamolo mai quando si reclama la vittoria. Resta un sogno da cullare, oggi più verosimilmente raggiungibile rispetto al passato. La squadra appare più consapevole della sua forza ma per cucirsi quel tricolore dovranno incastrarsi diversi fattori. Da non sottovalutare la maturità della tifoseria che nonostante un inizio travolgente è rimasta equilibratamente eccitata.
Infortunio Milik, può essere un handicap pesante per il proseguio del campionato?
Quando un calciatore esce di scena per un lungo periodo il rischio di indebolire la rosa è serissimo. Ma diversamente dalla scorsa stagione, Milik non rappresenta più una prima scelta. Il suo minutaggio è stato scarsissimo. Ha giocato in media 21 minuti a partita prima del terribile infortunio. Era diventato una seconda scelta, un uomo da schierare in condizioni sfavorevoli oppure per far rifiatare Mertens. Ha buoni numeri, ma non è un grande calciatore. E ho sempre pensato che il suo modo di giocare non si allineasse perfettamente con l’idea proposta da Sarri. Resta però una perdita, perché il fiuto per il gol l’ha sempre avuto. Un piccolo handicap c’è e vedremo se questo incidente di percorso ostacolerà la corsa scudetto del Napoli.
Mertens nuovamente falso nueve, complice anche la mancanza del bomber polacco. Più gioco pericoloso con i tre folletti in attacco?
Senza ombra di dubbio. Quei tre davanti determinano la fase offensiva della squadra. Mertens è diventato un perfetto finalizzatore e insieme agli altri due, ma ci aggiungo anche Hamsik, scompigliano le difese avversarie con movimenti rapidi, imprevedibili e precisi passaggi. Poi l’estro e la fantasia fanno il resto. Penso che con Milik in attacco al posto di uno dei tre si inceppasse la manovra.
A breve si potrebbe dare una vera impronta di forza e determinazione alla squadra. Come vedi il tour de force che attende gli azzurri?
C’è da essere ottimisti, perché gioco e risultati lo impongono. Se dovesse arrivare uno stop, anche un pareggio intendo, nessun dramma. Prima o poi accadrà ma se la Juve pareggia a Bergamo significa che anche i bianconeri possono perdere qualcosa per strada. Il 1 dicembre contro la squadra di Allegri bisognerà vincere, forse lì davvero potrebbero avvertire la paura e la storia degli ultimi anni deragliare su un altro binario.
Capitolo Hamsik…ad un passo da un mito, una leggenda....
Credo che i tifosi nel passato abbiano sintetizzato meglio di tutti cosa significa Hamsik per il Napoli e Napoli. “Appartenenza conta più di provenienza, incoroniamo Hamsik figlio di questa città”. Fu lo striscione esposto in Curva A nel 2013. Hamsik è l’icona di un calcio trapassato, che non vedremo mai più. Una rarità. Siamo fortunati ad avere incrociato un uomo capace ancora di esprimere sentimenti in un mondo avvelenato dai soldi.