Lunedì, 12 Aprile 2021 18:01

"Il Sogno nel Cuore" 12.04.2021

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Nella Puntata odierna de “Il Sogno Nel Cuore”, programma in onda sulle frequenze di Radio 1 Station e condotto da Luca Cerchione, sono intervenuti: Alessandro Barbano - condirettore de Il Corriere dello Sport -, Claudio Bellucci - ex calciatore, fra le tante, di Napoli e Sampdoria -, Andrea Stramaccioni - ex allenatore Inter -, Beppe Dossena - Campione del Mondo 1982 e ex calciatore, fra le tante, della Sampdoria -.......

Alessandro Barbano a “Il Sogno Nel Cuore” su 1 Station Radio: “Bakayoko, Lobotka e Demme non ti fanno vincere lo Scudetto. Una grande società avrebbe recuperato il rapporto con Milik per concludere la stagione”

 

 

“Non è stata una giornata importante ieri. Gli equilibri non sono cambiati per via delle vittorie di tutte le squadre in lotta per la Champions. In sostanza si è persa una giornata per chi, come il Napoli, aveva la speranza di recuperare dei punti. Per gli azzurri è dura, perché devono fare 6 punti contro Inter e Lazio, visto che hanno perso contro la Juve, la quale ha meritato la vittoria, nonostante le difficoltà di Pirlo siano evidenti. Nelle condizioni ideali, la Juventus non ha rivali. Il Napoli ha perso il treno Champions in gare come contro lo Spezia in casa o contro il Torino - queste le parole del Condirettore de Il Corriere dello Sport, Alessandro Barbano, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Perché continua il silenzio stampa? Sono subentrati anche fattori scaramantici. Gattuso, in quella fase critica, si è sentito accerchiato, e quando è tornato a vincere ha deciso di proteggersi. Ha iniziato a parlare, talvolta accusando la squadra e la società, creando scompiglio nella spogliatoio. Tecnico e presidente sono in una tregua armata, nessuno dei due ha interesse nel riprendere il conflitto, ma il loro rapporto è ormai compromesso. Rino è un bravo allenatore, ma non se sia giusto per una squadra come il Napoli che ha sempre puntato sul bel gioco. Va anche detto che Manolas e Maksimovic, insieme, non compongono un Albiol. In più Koulibaly non è più ai livelli di anni fa, non è sempre correttamente posizionato in difesa, e talvolta prova ad impostare senza avere le qualità necessarie. Inoltre, il tecnico paga lo scotto di una squadra allestita male: . Bakayoko, Demme e Lobotka non sono giocatori che ti fanno vincere lo Scudetto. Elmas è una promessa mancata, può giocare in una squadra di provincia. Fabian ha giocato bene ieri, ma in altre è stato inguardabile. Zielinski troppo discontinuo. Dunque, qualche innesto a centrocampo sarebbe servito. Insigne è il punto di forza di questa squadra. Petagna? Avevano un calciatore come Milik, e con Petagna non ci sono paragoni. Una grande società avrebbe fatto pace a tempo determinato col polacco, fino alla fine della stagione. Credo che a fine anno cambierà qualcosa anche nella società. Allenatore? Non abbiamo nomi concreti per il post Gattuso, non li conosce nemmeno ADL. Noi tutti siamo fermi a Sarri, ma se dovesse tornare sarebbe complicato replicare quanto fatto in passato. Il Napoli ha bisogno di un allenatore innovativo, e Gattuso non lo è”.

 

Claudio Bellucci a “Il Sogno Nel Cuore” su 1 Station Radio: “Riconfermerei Gattuso, il gruppo è con lui. Il Napoli ha meritato la vittoria su un campo dove anche l’Inter ha perso”

 

“In Sampdoria-Napoli si è vista una gran differenza tecnica fra le due squadre. I blucerchiati non hanno giocato male, ma quando i valori sono differenti, il risultato è quasi sempre assicurato. Gli azzurri hanno meritato la vittoria, e non era semplice visto che i blucerchiati avevano già battuto l’Inter a Marassi, ed avevano rubato punti importanti anche a Juve e Milan - queste le parole di Claudio Bellucci, ex calciatore, fra le tante, di Napoli e Sampdoria, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Osimhen? La sua prestazione è stata buona: quando attacca lo spazio è devastante. Dispiace sia per il Napoli che per lui per i contrattempi avuti nell’arco della stagione, ma è un giocatore importante. Gattuso ha dovuto fare a meno del nigeriano e di Mertens in contemporanea, che è come togliere Lukaku e Lautaro all’Inter, ad esempio. Assenze come queste, influiscono e non poco. Come trovare la motivazione senza i tifosi? Devono essere bravi gli allenatori. La Sampdoria ha la fortuna di avere un tecnico eccezionale, ovvero Claudio Ranieri. Gattuso è stato bravo, ieri, perché non è semplice giocare sapendo di dover vincere a tutti i costi. Rino non ha mollato un attimo la squadra, l’assenza del pubblico ci ha permesso di sentire che entrambi i tecnici non hanno smesso un attimo di guidare i propri ragazzi. Ci sono allenatori, invece, che parlano poco in panchina ma magari urlano nello spogliatoio. Non penso sia un problema, per il calciatore in campo, sentire il proprio tecnico urlare per tutta la gara. L’importante è che l’allenatore capisca il momento: si urla o si lascia tranquillo un calciatore a seconda di ciò che ha bisogno in quel momento. Ad esempio, quando Manolas ha commesso diversi errori, Gattuso non poteva, di certo, usare parole al miele. Ma questo dipende anche un po’ dall’indole, dal carattere dell’allenatore. Quanto conta per un attaccante avere compagni all’altezza? Importantissimo. Anche per un allenatore è fondamentale aver delle valide alternative e, di conseguenza, poter cambiare a seconda della formazione avversaria, come accade con Politano e Lozano nel Napoli. Gattuso, inoltre, è bravo nel renderli tutti partecipi. Allenatore che possa sostituire Gattuso? Nessuno, perché Rino conosce già l’ambiente, la piazza e la squadra è con lui. Lo riconfermerei”.

 

Andrea Stramaccioni a “Il Sogno Nel Cuore” su 1 Station Radio: “Insigne è l’esempio di cosa si dovrebbe fare con i prodotti del vivaio per competere con le big europee”

 

 

“Ho chiuso l’esperienza nel mondo asiatico con grande tranquillità. Inizialmente ero scettico, ma ho accettato anche per poter disputare la Champions asiatica. Mi ha colpito la passione degli iraniani per questo sport, ho rivisto in loro l’Olimpico e il San Paolo gremiti degli anni ottanta - queste le parole di Andrea Stramaccioni, ex allenatore Inter, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Inter? L’uscita dalle coppe è stata una sliding doors. Essere usciti dalla Champions e, successivamente, eliminati dalla Coppa Italia dalla Juventus, rivale storica, avrebbe potuto distruggere il progetto, ma Conte, la società ed i calciatori sono stati bravi a creare un gruppo solido che ha portato all’attuale classifica. Squadre italiane indietro a livello europeo? Io provengo dai settori giovanili, e il primo lavoro deve essere fatto lì. La storia italiana ci insegna che siamo andati avanti con dei calciatori importanti provenienti dai vivai. Oggi, invece, è difficile proporre i Totti, Maldini, Cannavaro, De Rossi. Per un calciatore forte è difficile trovare spazio nella propria squadra, e, di conseguenze, si è costretti sempre a fare la trafila nelle serie minori. Per raggiungere il livello europeo bisognerebbe crescere anche nella velocità del nostro calcio. Il Napoli, ad esempio, gioca un calcio offensivo e ha qualità importanti: pensa più ad attaccare che a difendere, e questa caratteristica lo avvicina di più al calcio europeo che a quello italiano. Quando ho disputato la Youth League con le giovanili della Roma e dell’Inter, incontravo calciatori come Sterling. Dopo aver vinto la competizione con la Primavera Inter, sono stato promosso in prima squadra, ed anche io ho avuto difficoltà ad inserire i miei ragazzi. Non era semplice farli giocare in uno stadio come il Meazza, perché al primo errore ti ammazzano. Insigne e Florenzi sono l’esempio di ciò che si dovrebbe fare con i giovani. Conosco Lorenzo sin da ragazzino ma, purtroppo, è stato una eccezione che ha confermato la regola. Verratti era nella sua stessa squadra: vi siete mai chiesti perché lo ha preso il PSG senza esordire in A? Con le squadre europee c’è questa differenza. Anche l’Inter provò a prendere Marco, ma i parigini puntarono forte su di lui. Dobbiamo valorizzare i nostri giovani”.

 

Beppe Dossena a “Il Sogno Nel Cuore” su 1 Station Radio: “Juventus coraggiosa, ma con Pirlo ha perso la scommessa. Gattuso non può essere giudicato perché gli sono mancati giocatori fondamentali”

 

 

“Samp-Napoli è stata una buona gara. Gli azzurri sono in salute, hanno recuperato giocatori importanti e si giocano le loro chances per l’Europa che conta. Gli episodi ci sono in ogni partita, ma gli azzurri hanno meritato la vittoria - queste le parole di Beppe Dossena, Campione del Mondo 1982 e ex calciatore, fra le tante, della Sampdoria, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Gattuso? Lo terrei tutta la vita. In piazza c’è sempre di meglio, ma anche molto di peggio. Rino ha sbagliato qualche uscita perché è una persona fin troppo sincera, ma la squadra è con lui e merita il rinnovo. Manca un regista? È vero, ma secondo me influisce poco. Il regista è un ruolo in via di estinzione. Il Napoli ha delle alternative: Insigne è un regista che gioca defilato. Centrocampo Nazionale? Abbiamo un buon numero di giocatori importanti, e Mancini ha ampia possibilità di scegliere. Sono tutti simili, forse Pellegrini è l’unico che può interpretare il movimento senza palla. Ora c’è da capire quanto siamo bravi con squadre d’élite. Oggi non avremmo problemi a battere quella Svezia e andare al Mondiale 2018. Perché giocatori africani fanno fatica ad ambientarsi in Italia? Il calcio africano è vittima di situazioni interne particolari, legate alle tribù e ad interessi familiari, ma sono in grado di sfornare calciatori pronti per il salto di qualità in Europa. Sono solo penalizzati da decisioni che non riguardano lo sport. Nel nostro paese non possiamo attingere molto da questo bacino perché sono considerati extracomunitari, ma Belgio, Francia, Olanda, Inghilterra, traggono un gran beneficio. Juventus? Pirlo è stata una scommessa, quest’ultima effettuata da una società che ha grande esperienza e capacità di analisi. Sono stati coraggiosi, hanno preso una decisione, forte. Il problema è che una società come la Juventus non può permettersi anni di transizione, e qualche sopravvalutazione di alcuni calciatori ha fatto il resto. La loro strategia non ha pagato in ambito europeo. Napoli in Champions? È una bella lotta. Le partite con Inter e Lazio saranno determinanti. Chi mi ha impressionato di più? Fabian, Osimhen, Mertens, Insigne e Zielinski. Sono tutti giocatori di livello, e Gattuso non può essere giudicato se questi vengono a mancare”.

 

 

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Mario Passaretti

Nato a Torre del Greco il 28/05/1979, diplomato in maturità classica. Giornalista da giugno 2015 e direttore del sito www.ilcuoreazzurro.it dal 2022. Collaboratore del giornale "Il Roma"

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