Sabato, 25 Gennaio 2025 17:43

Il Napoli manda la Signora sul marciapiede. E' un primato da favola.

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La tradizione è pienamente rispettata per il sesto anno di fila. E' quasi come il capitone a Natale.

Nelle ultime cinque edizioni a Fuorigrotta il Napoli aveva sempre battuto la Juve. Ed è arrivata la sestina (2-1). Tre punti che rendono sempre più saldo il primato e sono un integratore miracoloso per l'autoconvinzione e la personale stima in se stessi di un gruppo che convince sempre di più col passare delle giornate. Come il miglior vino che migliora in botte, il Napoli di Conte è in crescita esponenziale e soprattutto costante. Alla stregua di uno dei suoi giocatori più rappresentativi, Romelu Lukaku che, causa anche il ritardo di preparazione, aveva iniziato il corso stagionale con troppe zoppie, ma una volta ritrovata la fisicità ideale e sciolti i muscoli un po' legnosi in avvio, si rivela di gara in gara determinante, possente, influente e soprattutto segna e segna gol pesanti. Se qualcuno rimpiangeva ancora il grande Osimhen, Big Rom fa ora del suo meglio per fare dimenticare quello che pure fu un grande amore finito nel peggiore dei modi. 

Ma la vittoria sulla Juve non è solo targata Lukaku, impeccabile dagli 11 metri, la serata felicissima di Anguissa lascia il segno con un gol a pennello, di zucca piena. E' stata la vittoria del collettivo, della grinta contiana, di quella nuova idea di un calcio nel quale non si molla mai e si scende in campo sempre con le rotelle al cento per cento e la testa quadra. La settimana vittoria di fila è stata ottenuta in rimonta, dopo il vantaggio bianconero del nuovo arrivato Kolo Muani, un folletto che farà bene in serie A. Dopo un primo tempo abbastanza equilibrato, notevole la partenza dei ragazzi di Motta, nella ripresa gli azzurri hanno letteralmente dilagato senza concedere nessuna occasione da gol agli avversari che sono stati calpestati in primis sul piano della corsa e della forza fisica. Oggi la grande condizione atletica è uno dei primissimi punti di forza della gestione Conte. Un baluardo. Per la cronaca la Juventus era imbattuta in campionato, nonostante una classifica deficitaria aveva dimostrato più volte una discreta solidità. Non era facile batterla.

Unico appunto per gli azzurri, il gol di Kolo Muani, partorito da un pasticcio difensivo da non ripetere nel tempo a venire. Il francese era stato dimenticato in area di rigore, dove ha potuto agire con scioltezza e senza opposizione alcuna. 

Quante emozioni al Maradona ed una rimonta epica- Avvio da brividi con Yildiz che si fa largo fra la difesa azzurra e un salvifico Meret evita guai seri. In realtà, il gruppo Motta ha una partenza brillante e concentratissima. Ma dopo un attimo di empasse iniziali, il Napoli si desta e comincia a mordere. Un paio di palesi falli su Anguissa non vengono sanzionati e Conte urla a squarciagola. E non solo a lui girano. Gatti intanto, nella retroguardia avversaria, fa la parte del felino e ci mette il piedone in un paio di situazioni provvidenziali. La Juve, come detto, era partita col piede giusto ed il Napoli è parso a momenti in affanno.

Tant'è che succede il patatrac: Lobotka combina un mezzo pasticcio e il nuovo arrivato Kolo Muani in mezza girata gela Meret ed il Maradona. Avanti Juve. Peraltro il francese era liberissimo in area, lasciato solo di agire dai due centrali. Al sesto pallone giocato in serie A il neo acquisto della Juve ha fatto gol, mica male.

Ci si è dimenticati a Castelvolturno che servirebbe anche un rinforzo in difesa. Vero De Laurentiis? Peccato davvero per Danilo. Se ci si fosse mossi prima, a fine dicembre-inizio gennaio per portarlo via si sarebbe magari evitato il richiamo della saudade carioca. 

Nella ripresa Lukaku sfiora subito il pareggio con un balzo felino, replica quasi di quello di Bergamo, ma Di Gregorio ha riflessi fatali. Il Napoli è tornato in campo con una rabbia da fiera affamata. E riequilibra i giochi con un cross gourmet di Politano e stavolta la testa di Anguissa non dà chance al portiere bianconero. Un 1 a 1, meritato per un Napoli ora stregato. Colleziona corner. Schiaccia la Juve nella propria metà campo. I bianconeri arretrano e non riescono più ad imbastire una sola azione che sia una. Sono alla mercè di un Napoli scatenato e sicurò si sè. Il Napoli è in cattedra, forte di una schiacciante superiorità di condizione fisica. E si guadagna il rigore. Netto. Lukaku ha originato l'azione del penalty e Lukaku lo realizza con genio e freddezza. Thiago Motta tenta la mossa della disperazione e butta dentro il discusso Vlahovic, ma i suoi non gliela fanno a far mezzo tiro in porta. Un boato da popolo infervorato e le note del Soldato innamorato fanno da titoli di coda a una sera di un gennaio tutt'altro che freddo e spingono sempre più in altro un Napoli che ormai è la candidata numero uno al titolo. 

Lukaku è rinato. Il bomber ora è lui- I numeri del centravanti cominciano a diventare sempre più interessanti e da dieci in pagella di settimana in settimana. Nove gol realizzati col rigore sulla Juve e ben sei assist. Reti a parte, sono i sei assist che fanno la differenza. L'arcano è ora svelato. Le fiacche apparizioni di Big Rom sino a qualche settimana fa erano la conseguenza di una preparazione raffazzonato nel periodo estivo. Romelu era sbarcato a Capodichino a cavallo di ferragosto, aveva saltato del tutto il ritiro estivo e si era arrangiato allenandosi da solo in Inghilterra, cercandi fare necessità virtù. Tutto questo travaglio ha reso inevitabile una partenza ad handicap, e una serie di gare molto anonime che gli avevano attirato una valanga di critiche, talvolta eccessive ed ingiustificate. Poi, ha ritrovato la forma smagliante-Conte lo aveva annunciato in conferenza stampa circa un mesetto fa- ed allora la differenza la fa. Eccome se la fa. Innanzitutto segna gol pesanti. Decisivi. Si erge a mattatore negli scontri diretti. Aggiunge un numero in più di volta in volta. Se a Bergamo era stato decisivo e aveva toccato tanti palloni, contro la Juve è stato onnipresente, forse il migliore in campo. Se ad inizio stagione toccava appena quattro-cinque palle a partita e spesso le perdeva, ora si vede, si sente, pesa e partecipa ad ogni azione offensiva. Con questo Lukaku in palla come mai, il sogno può essere cullato. Si diceva sino a qualche tempo fa che mancasse un bomber, et voilà eccolo servito su un piatto d'argento.  

Che non di dimentichi però il mercato! I rinforzi servono eccome- Il primo posto in classifica ed il calcio epocale del Napoli non bastano però a glissare sul tema campagna acquisti. Nonostante le due vittorie in altrettanti confronti con dirette concorrenti, Atalanta e Juve, e anche se il Napoli gioca una sola volta a settimana e non ha il peso delle Coppe, non si deve rinunciare a rinforzare una rosa che non è del tutto risicata, ma neppure abbondante come una squadra candidata allo scudetto potrebbe avere. Occorre ritoccare il gruppo, anche se oggi di punti deboli non se ne scorgono. Grazia al cielo. Conoscendo De Laurentiis è ovvio pensare che il presidente possa esser tentato di tirar dietro il portafogli, dopo aver incassato 75 milioni di euro dalla dolorosa, ma lucrosa, vendita di Kvara. E proprio il georgiano va rimpiazzato. Serve una alternativa a Neres. Di Garnacho si dice un gran bene. Addirittura in molti in Argentina lo considerano come l'erede di Messi. Cioè un predestinato, non ancora debordato nella sua classe, magari ancora un pizzico acerba. Lo United lo quota circa 70 milioni, ma il ragazzo fra un paio di anni potrebbe valerne il doppio. E' lecito provare a tratrare sul prezzo, ma è una trattativa che potrebbe cambiare il corso della stagione. E pesare molto sul futuro. Al tempo stesso, pare ci si sia dimenticati della difesa. Da settembre si parlava della necessità di ingaggiare un altro centrale, certo Juan Jesus è in ripresa (però sul gol di Kolo Muani lui e Rrahmani sonnecchiavano, ndr), ma andare sul sicuro è importante se si vuole fronteggiare un Inter a rischio logorìo, fra tanti fronti di competizioni, ma dalla rosa molto ampia e superlativa. Per il ruolo di terzino sinistro invece la soluzione s'è trovata in casa. Come i dolci della nonna che in fondo sono sempre i più buoni. Spinazzola è in clamorosa rimonta. Ed anche con la Juve ha disputato una partita maiuscola.

Della serie a volte ritornano. E Spina è tornato in pompa magna.    

(Foto fonte Napoli Today)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Enzo Famiglietti

Nato a Napoli alla fine degli anni sessanta.Inizia la sua carriera giornalistica a metà degli anni novanta presso il quotidiano sportivo di breve durata Campania Sport e poi diventa redattore alla Verità di Napoli-Napoli più, dove si occupa delle pagine dedicate al Napoli ed anche dell'impaginazione delle altre sportive. Ma la sua passione resta il calcio. Negli anni successivi collabora, come redattore, al Corriere del Pallone e negli anni recenti a vari siti web Per sempre Napoli, 87 tv e successivamente ilcuoreazzurro.it

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