Per il nuovo corso targato Mazzarri all'Olimpico è maturata la triste quarta sconfitta su sei partite fra campionato e Coppa Italia. Uno score che non migliora quello deludente di Garcia. Nessuna grande svolta per gli azzurri, se si eccettua la brillante vittoria di Bergamo, poi le cose sono scivolate di male in peggio. A Roma il gruppo Mazzarri è stato punito oltre i propri limiti o demeriti: una doppia espulsione severissima, a coronare un difficile rapporto con la classe arbitrale di questo primo scorcio di stagione. Piove sul bagnato. Gli azzurri non avevano approcciato la partita con piglio esaltante, ma ad orientare una sfida tignosa, pugnace ma incastrata è stata una decisione dell'arbitro Colombo che farà molto discutere. Politano è stato mandato a far la doccia per un fallo di reazione che da regolamento potrebbe essere sanzionato con il rosso, ma non trattavasi di un colpo duro nè cattivo, piuttosto di una pedata priva di violenza e malizia. Poi il Napoli è addirittura rimasto in nove: fuori Osimhen a nervi tesi, cartellino rosso in questo caso forse meno discutibile, però intanto la frittata era già cotta e magnata per dirla alla romanesca.
Al Napoli non ne va bene una. Gli Dei del calcio si accaniscono su una squadra già bistrattata da una serie di eventi negativi: le scellerate scelte estive in solitaria di De Laurentiis, la pessima gestione di Garcia e del suo nuovo preparatore atletico, gli infortuni, le motivazioni che non sono più quelle di una volta. Poi la iella ci ha messo lo zampino almeno a Roma, e un direttore di gara inesperto ha affondato il dito nella piaga. Capitolo arbitraggi: i capricci di Adl sul contratto di Spalletti e il suo approdo sulla panchina della Nazionale non hanno certo attirato simpatie e grazie sul Napoli nel Palazzo del calcio. A questo l'impulsivo presidente non aveva pensato. Un altro danno che porta la sua firma in calce, dopo un mercato pasticcione che l'ha visto nell'inedito ruolo di direttore sportivo, affiancatosi allo smisurato Ego di padre padrone.
All'Olimpico in campo. Primo tempo a reti inviolate, qualche occasione in più della Roma, il Napoli annaspava in fase offensiva. Nel finale, un po' di possesso palla in più ma con penuria in concretezza. Lo spettacolo è stato gladiatorio ma per nulla bello. Qualche sbadiglio sugli spalti, più di uno.
Ripresa. Solita nenia noiosa, poi gli azzurri sono rimasti in 10 per la citata, contestatissima, espulsione di Politano. Poi il gran gol romanista che ha deciso la sfida. Dopo il Napoli è rimasto in nove, Os è stato sbattuto fuori, forse per eccesso di foga. Generosa la sua prova ma del tutto impalpabile.
Una nota su Osimhen: deludente contro il Frosinone, dopo il rinnovo di contratto delle ultime ore ci si attendeva una prestazione da star. Ed invece, oltre la grinta felina da ricordare c'è stato ben poco. Anche all'Olimpico ha arrancato, sempre a vuoto. Nervi troppo tesi, alla fine ha rimediato un rosso che mette nei guai il già sotto pressione Mazzarri che dovrà reinventarsi il tridente contro il Monza.
Non è andato a farfalle invece Pellegrini che a 15' dalla fine trovava una splendida girata che portava su la Roma. Ennesima colpa difensiva dei centrali azzurri, nella circostanza Rrahmani non c'era proprio e Juan Jesus è rimasto immobile come un pastore sul presepe. Meret salvifico ha evitato guai peggiori. Ma alla fine Lukaku raddoppiava. Natale di pianto per gli azzurri. Come ha saggiamente sottolineato Mourinho a fine gara, è importante per i calciatori far bene nell'ultima gara prenatalizia. Per l'umore e la serenità, anche familiare. Ma di serenità oggi a Castelvolturno ce n'è ben poca.
Ancora una volta la difesa del Napoli ha fatto acqua, soprattutto sul primo gol, poi in inferiorità numerica c'è stato poco da opporre. Ma preoccupano anche i numeri dell'attacco. La fu splendida coppia Os-Kvara non gira più nella direzione che gli compete. S'è inceppata. Appena due gol nelle ultime cinque apparizioni fra campionato e tragica Coppa Italia, un dato molto preoccupante per la fase offensiva. Numeri da zona retrocessione altro che terzo o quarto posto. La facilità con cui la si buttava dentro un anno fa è ora solo uno sbiadito ricordo.
Capitolo mercato: si parla a voce alta di un imminente acquisto di un difensore ed anche di un centrocampista, causa l'addio del bravo Elmas, che tanto ha dato nell'anno dello scudetto alla causa azzurra. Lo si poteva definire il dodicesimo uomo in campo di Luciano Spalletti. Lo stesso presidentissimo Adl ha ammesso di essere sulle tracce di un centrale affidabile. Ci sarebbe pronto un tesoretto da 30 milioni di euro da investire. Se fossero solo per il difensore non sarebbe una cifra modesta. anzi, col trentino uno forte lo si può trovare. Si consideri che il Napoli ha bisogno di un leader della difesa, di uno che possa indossare i panni che sono stati del mitico Kim e che furono di Koulibaly. Di una prima donna di reparto, insomma. Non di un gragario. Se incece quei 30 milioni dovessero comprendere anche l'acquisto di un erede di Elmas, allora il budget sarebbe risicato. Ma De Laurentiis sembra molto intenzionato a spendere soldoni. Ha una fifa matta di non approdare in Champions l'anno venturo e si sa che questo è il peggiore incubo di Aurelio. Più che sollevare coppe e coppette per lui conta soprattutto piazzarsi. Triste ma vero. Quest'anno però tutto sembra remargli contro. Servirà un cospicuo investimento sul mercato, un po' di buona sorte e un lavoro sulla testa anche dei campioni d'Italia. Altrimenti risalire la classifica diventerà un'impresa. Statene certi.
(Foto fonte Gazzetta dello Sport)