Al gruppo Mazzarri stavolta non è riuscito di ribaltare le sorti di una partita nata ancora una volta male (1 a 1), anche perché il Genoa è squadra di ben altra pasta rispetto alle pericolanti Salernitana e Verona. Il gruppo Gilardino è stato organizzatissimo mai timido e gagliardo per 95', in qualche circostanza pure fortunato. Gli azzurri, invece, hanno disputato un primo tempo piuttosto mediocre, nonostante un paio di nitide palle gol iniziali, e un secondo votato al sacrificio. Dopo lo svantaggio, gli ex campioni hanno praticato un forcing finale che ha totalizzato appena il gol del pareggio per evitare una vergognosa sconfitta e probabilmente l'esonero di Mazzarri. In ogni caso, il tecnico amico di famiglia resta in bilico. Se nell'ultima al Maradona è stato soccorso in extremis dall'atteggiamento propositivo e stoico della squadra nel finale, De Laurentiis non sappiamo quanto possa tollerare ancora lo sconclusionato e barcollante andamento in una stagione che di gara in gara si fa sempre più deludente e complicata. La zona Champions è ormai nell'altro emisfero, anche per trovarsi un posticino in Europa sarà un'impresa che oggi pare fuori al portata di una squadra sempre più impacciata nel percorso del gol, anche se di situazioni offensive ne costruisce eccome, ma le statistiche sulla concretizzazione sono da bocciatura estrema.
Ed intanto il futuro di Walter Mazzarri resta un'enigma da decifrare. Le prossime ore saranno determinanti. Si avverte che la società non voglia cambiare a pochi giorni dalla sfida del Barcellona. Ma Adl è del tutto insoddisfatto del rendimento del caro Walter. Non è per nulla convinto di andare avanti con lui, a meno di una clamorosa riscossa. In ogni caso, sarebbe stato contattato Marco Giampaolo, che resta alla finestra. In caso di debacle in Champions o a Cagliari il ribaltone in panchina sarebbe inevitabile.
La rimonta non è riuscita, dopo quelle con granata e veneti è stata solo un sogno accarezzato negli ultimi minuti. Nulla da fare. Il Genora è molto concreto ed in stato di grazia. Reduce da quattro traferte da grande: due vittorie e due pareggi, al Maradona è arrivata la terza senza sconfitte.
Per il Napoli, non più dalle stelle ale stalle, ma dalle stelle allo sterco- La grinta ce la mettono pure ma è inconcludente, finalizzata a se stessa, una propensione alla lotta del tutto irredditizia. Anche in questa partita i tiri in porta sono stati tanti, per poi farne fruttare uno solo, con un subentrato e a poco dalla fine. Quanta spasmodica fataccia per segnare un misero gol. Un Napoli che ormai fa della sgradita sterilità la propria compagna di disavventure. Come contro Salernitana e Verona palesi ancora una volta le enormi, incaccettabili difficoltà in zona gol. Tutta colpa dell'assenza di Osimhen, spettatore in trubina in look da rap, no di certo. Una squadra che l'hanno scorso segnava alla compulsiva non può ora dipendere solo dal suo attaccante di diamente, dovrebbero esserci alternative, soluzioni da dietro, inserimenti oltre all'apporta degli altri punteri quando mai ora come ora spuntati e imprecisi.
Debutta Traorè e a tratti ci ha messo lo zampino- Solo panchina per il transfuga Zielinski. In partita, hanno tirato subito in porta gli azzurri, la volontà non è mancata. Occasioni a grappoli, un paio nette nel primo quarto d'ora, come spesso al Maradona. Ma come da gravosi precedenti difettano di concretezza, precisione e talvolta l'ultimo passaggio. Si è andati al riposo al riposo al primo tempo sullo 0 a 0, come da recenti poco esaltanto copioni.
E appena ad inizio secondo tempo gli ospiti, gli amati grifoni, sono passati in vantaggio con un'azione lineare, molto schematica, una mazzata terribile per il morale del Napoli. Che col passare dei minuti replicava e cercava di riordinare le idee, pur subendo un paio di contropiedi insidiosi. L'assalto finale produceva il salvabile, che è ben poco, di Ngonge: su appoggio di Di Lorenzo una girata olimpica, gesto tecnico di grande finezza ed atleticità. Un minimo rimedio ad una sconfitta che sarebbe stata intollerabile. Incandescente certo il finale, azzurri a caricare con vigore e dedizione. Ma il punticino non smuove la classifica né risolve i gravi problemi di una squadra che di turno in turno scivola sempre più in basso in classifica.
Il futuro incerto di Walter Mazzarri- Il presidente De Laurentiis si convince di volta in volta che aver richiamato al capezzale della squadra il vecchio medico di famiglia non è stato per nulla redditizio. La tentazione di cambiare ancora è grande, benchè Aurelio non sia mai stato un mangia allenatori. Saranno determinanti per il futuro del Walter le due prossime sfide con Barcellona e Cagliari. E' già stato allerato Marco Giampaolo, il quale alla Mazzarri avrebbe dato subito la propria disponibilità senza grandi pretese. Sarebbe uno sconvlgimento tellurico senza precedenti e nell'era De Laurentiis e nella storia recente della serie A. Mai con questa proprietà si sono avvicendati tre tecnici in una stagione e mai negli anni recenti la squadra scudettata all'anno successivo ha esonerato due allenatori. Uno scenario terrificante, da Armageddon, che nessuno da queste parti spera si possa realizzare.
Aurelio ho perso l'aereo- Il ritorno di Victor Osimhenm per qualche ora, ha richiamato alla memoria gli ultimi tempi dell'era Maradona, quando non si sapeva se e quando Diego rientrasse in Italia. Non è andata da tale incertezza, ma neppure benissimo. I suoi compagni di squadra della nazionale, di Atalanta e Milan, sono atterrati in Italia un giorno prima di Os, e già questo ritardo è incomprensibile e intollerabile. Poi finalmente era giunta l'attesa notizia che Os si fosse imbarcato regolarmente sul volo prenotatogli dalla società via Istanbul, dove però non si sa come abbia perso la coincidenza, ed è poi sbarcato con una una decina di ore di ritardo a Capodicino. Secondo quanto scritto dal Corsport, il volo Turkish Lagos-Istanbul sarebbe atterrato dopo l'orario previsto e cioè alle 702 del mattino e Osimhen non sarebbe poi riuscito ad imbarcarsi sull'aereo per Napli, schedulato alle ore 8.
Ma numeri e orari alla mano i conti non tornano. Un'ora è tempo sufficiente per prendere una coincidenza soprattutto per un passeggero di business class e a maggior ragione per un ospite molto speciale, segnalato alla linea aerea come super vip. Quindi? I sospetti che sia accaduto qualcosa di poco chiaro e spiacevole all'aeroporto Ataturk della capitale sul Bosforo ci sono tutti. Os volava con la stessa compagnia che avrebbe fatto di tutto per non fargli perdere la connessione per Napoli. A pensar male? Che Osimhen non crepasse dalla voglia di presentarsi alla base. Demoralizzato dalla sconfitta in finale di Coppa d'Africa, forse già distratto dalle sirene di mercato e dall'imminente addio a giugno, che possa essersi attardato al duty free e magari distratto fra una compera e l'altra. La shopping manìa può tirare brutti scherzi. Cert'è che nel marasma col Genoa sarebbe stato utile averlo in campo per una manciata di minuti. Ma in questo disastrato Napoli di logico e comprensibile non c'è più traccia.
(Foto fonte Sportmediaset))