Il movimentoV.A.N.T.O. nasce nel 2008, raccontaci come è nata quest’idea?
Nasce dall’assoluta necessità di valorizzare l’eccellenza e la cultura Napoletana, che negli anni è sempre stata messa da parte. In quel periodo decisi di dar vita a questo movimento, senza mai trasformarlo in qualcosa che possa avvicinarlo alla politica. In tanti anni di attività abbiamo raccontato un certo tipo di mentalità, che poi negli anni è maturata.
In tutti questi anni di attività, che risultati avete raggiunto con il movimento vanto?
Dico la verità all’inizio aveva altre finalità, che era quella della denuncia. Però nel corso degli anni, quell’aspetto e rimasto fine a se stesso, in quanto chi si avvicinava al movimento non era interessato. Ho deciso quindi di puntare molto di più sulla diffusione culturale, attraverso anche alla pubblicazione di libri. Questo ha fatto si che abbandonassi la strada che portava alla denuncia, decidendo di occuparmi di sola cultura.
Dietro le parole denigratorie verso il sud, potrebbe esserci anche una strategia economica?
Certo che c’è, e credo anche sia una maniera di nascondere le pecche di alcune regioni dove viene sbandierata una superiorità sia economica che sanitaria. Queste due facce della medaglia hanno fallito clamorosamente, privilegiando il profitto e non certamente la salute. Si è cercato di nascondere tutto questo, spostando l’attenzione su altri argomenti attraverso la denigrazione. E’ un classico della nostra storia Nazionale, ed è un clamoroso autogol.
Dopo la fine della Pandemia, cambierà l’atmosfera all’interno degli stadi oppure ascolteremo intonare sempre i soliti cori verso i napoletani? Come si può risolvere questa problematica, ma soprattutto c’è volontà di farlo?
Penso che l’ignoranza non abbia la possibilità di fare un passo in avanti, chi prima era ignorante lo resterà anche dopo. Certi modi di interpretare le differenze sociali tra Nord e Sud resteranno. Credo che in futuro accadrà ancora, del resto abbiamo visto all’inizio dell’emergenza come i Bresciani abbiano affibbiato la parola coronavirus ai napoletani nonostante avessero a due passi da loro il primo focolaio Italiano. Penso che questo modo di interpretare il tifo resterà, essendo un aspetto d’ignoranza Italiana. Detto questo, dobbiamo preparaci ad un lungo periodo dove in tutti gli stadi ci sarà l’assenza di pubblico. Speriamo, che questo possa essere un modo per purificare alcuni aspetti del tifo anche se rimango scettico in merito.
Fonte:forzaazzurri.net