Caso plusvalenze – “Come già detto in passato il riferimento normativo in questione è l’art 31 del Codice di Giustizia Sportiva che al comma 1 così chiarisce: “Costituisce illecito amministrativo la mancata produzione, l’alterazione o la falsificazione materiale o ideologica, anche parziale, dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva, dalla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche (COVISOC) e dagli altri organi di controllo della Federazione nonché dagli organismi competenti in relazione al rilascio delle licenze UEFA e FIGC, ovvero il fornire informazioni mendaci, reticenti o parziali. Costituiscono altresì illecito amministrativo i comportamenti comunque diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica nonché la mancata esecuzione delle decisioni degli organi federali competenti in materia.”. Di norma sulla base del citato articolo la società è punita con la sanzione dell’ammenda.
Discorso più complesso, invece, è l’art.31 comma 2, del medesimo codice, che chiarisce come la società che, mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi ovvero mediante qualsiasi altra attività illecita o elusiva, tenta di ottenere od ottenga l'iscrizione a una competizione cui non avrebbe potuto essere ammessa sulla base delle disposizioni vigenti, può essere punita con sanzioni molto più serie che variano dalla penalizzazione di punti in classifica (che potrebbe fatta valere anche nella stagione successiva), dalla retrocessione all’ultimo posto in classifica sino all’esclusione dal campionato con l’assegnazione ad una categoria inferiore, inoltre bisogna ricordare tra il novero delle possibilità vi è la non assegnazione o la revoca dell'assegnazione del titolo di campione d'Italia o di vincente del campionato.
In merito, invece, per quanto riguarda i dirigenti delle società in questione sempre sulla base dell’art 31 comma 7, ciò vale anche per i soci e non soci di cui all’art.2 comma 2 e i collaboratori della gestione sportiva che sono soggetti a deferimento, vi è il rischio di andare incontro alla sanzione dell’inibizione di durata non inferiore a sei mesi.
In generale il problema delle plusvalenze “fittizie” nell’ambito della giustizia sportiva è davvero di difficile collocazione, visto che le società di calcio hanno la libertà di indicare una determinata valutazione per il proprio tesserato, di conseguenza l’impossibilità di individuare dei parametri chiari, oggettivi e trasparenti al fine di giungere a valori univoci dei cartellini dei calciatori provoca tali situazioni. Inoltre, diventa davvero arduo accertare e provare che i club abbiano consapevolmente stipulato una contrattazione o un trasferimento per un secondo fine, non solo puramente sportivo, o che addirittura dietro vi sia un disegno ben più ampio. La Fifa da qualche tempo è alla ricerca di un algoritmo per giungere a valutazione oggettive dei cartellini dei calciatori, ma ciò comunque rientra nell’ipotesi di una determinazione astratta che andrebbe a danneggiare la libertà contrattuale delle parti. Sulla base di quanto sopra dichiarato, sarebbe auspicabile depotenziare le “plusvalenze” e porre attenzione su altri parametri finanziari ed economici per valutare l’effettivo e reale stato di salute dei club.”
PAOLO BARGIGGIA
A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto lo storico giornalista Mediaset ed opinionista calcistico Paolo Bargiggia. Di seguito, un estratto delle sue dichiarazioni raccolte dalla redazione di calcioinpillole.com.
Sul derby d’Italia, Juventus-Inter: "Dopo la partita di ieri la corsa scudetto è a tre non a quattro. La Juventus diceva di no ma c'era una remota speranza di tornare in corsa. casualmente hanno perso nella partita impostata nella maniera migliore, giocando all’attacco. Aspettiamo il Milan, che avrò pressione, ma il Bologna è un avversario comodo. Gli esiti dal punto di vista giornalistico, Allegri si è chiamato fuori dalla corsa Scudetto, ma c’è da dire anche che Allegri si è riconfermato in panchina a prescindere dal contratto, dato che ha parlato di ricostruzione. Non era scontato. Mi hanno sorpreso le sue dichiarazioni, perché si parlava di insoddisfazione della dirigenza. Si parlava di Psg, per la quale poteva sostituire Pochettino, dove c’è anche Conte in corsa. Sulla Juve, Allegri ha provato a prendersi una rivincita, ma è stato patetico e ridicolo quando ha detto che ha rivisto Juve-Villarreal il giorno prima ed ha detto che giornalisti e opinionisti non capiscono niente di calcio. Dopo uno 0-3 le chiacchiere stanno a zero. L’Inter ha il calendario è più morbido, ma tra le tre è quella che ha meno chance di vincere lo scudetto se continua a giocare così. Non mi ha convinto".
Perché questa decisione? Possiamo dire che il calcio italiano è in forte crisi e in calo anche per l’arbitraggio?
"Questo è abbastanza assodato. Ma secondo me la critica è a monte, dalla UEFA, che ha catalogato come rigori questi ‘step on foot’. Questa cosa c’è, ma va anche alla sensibilità e alla logica di arbitro e Var a dargli una chiave di lettura. Questa è una cosa della UEFA piuttosto ‘stupida".
Sulla simulazione di de Ligt
“Ha ragione Boniek, così come ha ragione Bergonzi. È chiaro che qualcuno se ne approfitta in queste situazioni”.
Sei d’accordo con quelli che hanno detto che Irrati non è stato all’altezza della pressione?
“Non è paragonabile a Collina, che non ha più arbitrato la Juve però. Sarà un eccesso di prudenza. Alla fine la questione arbitrale sta finendo molto male”.
Sulla sfuriata di Allegri al quarto uomo
“L’ha già sottolineato Inzaghi quando diceva che era stato espulso. Arbitrando con un senso pratico, l’emozione può portarti a fare un gesto del genere. L’espulsione sarebbe stata eccessiva”.
Su Fiorentina-Empoli
“Se Irrati, che è un arbitro spaventato di fare Juve-Inter, questo è un trend però, che sta finendo male. Serve un’inversione di rotta. Siamo arrivati a scene incredibili, come i dirigenti dell’Empoli con Rocchi ieri in tribuna. Penso che ci sia una questione tecnica, morale e umana, che fa abbastanza ridere. In Premier non ricordo di dirigenti che in tribuna apostrofano gli arbitri in tribuna”.
Su Milan-Bologna
“Il Milan ha una preda troppo grossa per farsela scappare. Nelle ultime giornate ha trovato la rotta, mentre il Bologna è molto deludente: perde spesso e non gioca col furore di inizio campionato. Il Milan si farebbe male da solo se non dovesse vincere questa sera. Nulla però è scontato, come ieri sera con l’Inter a Torino”.
Sul Napoli
“Con l’Atalanta è stato veramente un capolavoro, una sorpresa. Avevo detto che dentro al Napoli era quasi stata fatta una tabella di girare nella versione ottimistica a meno cinque in questo turno. Vincere senza Osimhen, Di Lorenzo, Rrahmani… anche lo stesso Napoli non se lo aspettava. Spalletti ha indovinato la formazione, che era abbastanza forzata nelle scelte. Ha però indovinato il modulo ed è stato bravo a cambiarlo a partita in corso. Spalletti ha fatto anche i cambi nel tempo giusto, con Lozano ed Elmas. Cosa si può dire? Che ha la certezza di entrare in Champions, e non è una cosa da poco. La conseguenza è che adesso ha un appeal ed una sicurezza economica maggiore. Ottima anche la scelta di De Laurentiis di ingaggiare Spalletti dopo due anni di inattività, che, come calcio, come gestione, vince il confronto con Gattuso. De Laurentiis sta dando una grande mano a Spalletti. Fa meno dichiarazioni e meno conferenze, e l’asset sta funzionando alla grande”.
Su Zanoli
“Zanoli si è rivelato un grande acquisto da parte di Giuntoli. Ti assicuro che a Napoli è paragonato al nuovo Maldini. Il Napoli vincendo a Bergamo, comunque, si è fatto un grosso favore”.
Il Napoli si fionderà su Oliveira e Kvaratskhelia
“Sicuramente sono stati fatti ulteriori passi avanti. Verranno definiti bene gli obiettivi di mercato: Oliveira e Kvastehlia. Nonostante la forte concorrenza di molti club, essa è stata superata”.
Caso Osimhen?
“Il Napoli è stato bravo a gestire qualche notizia di stampa ed isolare questa cosa. Non c’è nessun caso”.
MAURO BERGONZI
A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto ex arbitro di calcio e dirigente sportivo, ora club manager dell’Albissola, Mauro Bergonzi. Di seguito, un estratto delle sue dichiarazioni raccolte dalla redazione di calcioinpillole.com.
Sul rigore assegnato all’Inter
"Da ieri sento parlare chiunque su questi episodi. Ho notato che c’è una grande sinergia nel dire che le cose fate sono giuste. Dinanzi a questo, andare controcorrente sembra da fuori di testa. Esiste però questa regola che si chiama ‘step on foot’, codificato dalla UEFA, che cataloga questo come calcio di punizione e ammonizione. Ci sono da fare grandi scelte, secondo me ieri quello di pestone ha ben poco. Se andiamo dietro a queste situazioni, non se ne esce più fuori. Era un “rigorino”? Per me sì, è un mezzo pestone. Questo è uno sport di contatto, i falli sono altro. Però non iniziamo a dire che negli altri paesi fischiano meno e giocano in un altro modo. Si vede quando Nazionale e club giocano all’estero. Siamo abituati a fischiare cose che sono fuori dal mondo del calcio. Se quello di ieri è rigore, allora anche quello di Osimhen in Napoli-Milan era rigore. Come quello su Belotti? Quello è chiaramente un errore. Si può anche sbagliare, anche se davanti al monitor non si può. Ieri è stata assegnata una cosa codificata ma andiamo per cose davvero sottili. Il calcio è uno sport di movimento, di contatto".
Perché questa decisione? Possiamo dire che il calcio italiano è in forte crisi e in calo anche per l’arbitraggio?
“Vado controcorrente. La UEFA ha catalogato l’episodio in quel modo, ma ai miei tempi un episodio così non veniva neanche rivisto e menzionato. Quello non è calcio. Critiche a Irrati? Fateci caso, quanti calci di rigore vengono assegnati direttamente in campo o assegnati dal Var. Vengono tutti assegnati dal Var. Dal campo non lo valuti, è un contatto di gioco. Il Var in questo momento cambia le cose".
Le proteste della Juve sul rigore non assegnato
“No, non c'era nessun rigore. Quello che mi viene in mente è Morata che scivola, Vlahovic pure. Quello di Bastoni su Zakaria? Lì probabilmente nel momento in cui l’arbitro fischia può vedere al Var se era dentro o fuori, ma non hai la certezza che sia dentro l’area. Anche lì è stato fischiato un fallo… Il contrasto non si capisce bene al 100% se era dentro o no all’area, neanche al Var lo hanno capito e si è tenuto quello deciso dall’arbitro. Anche qui però è un contrasto di gioco, non c’è nulla. In area bisogna fischiare falli importanti, se no i giocatori se ne approfittano”.
Sei d’accordo con quelli che hanno detto che Irrati non è stato all’altezza della pressione?
“Ti dirò di più. Quando è entrato in campo la sua faccia esprimeva “perché mi tocca fare proprio a me questa partita”. Già dal primo minuto che non ammonisce subito Lautaro si vede, è un calcio in faccia. Quello si che è automatico da regolamento. Anche da lì si capisce l’arbitro. È già da un po’, oltre Roma-Lazio, che non fa partite di un certo livello. Perché lo hanno designato? Perché non c'erano più arbitri a disposizione. Sarebbe stato Massa l’arbitro più indicato, così come Guida, ma dopo gli errori fatti non sono stati selezionati. Orsato non arbitra mai l’Inter da quella famosa partita con la Juventus. Perché? Mi sono espresso male. Lui dopo quella famosa partita non va a dirigere un Juventus-Inter per questioni di polemiche. Nelle gestioni passate potevano anche far sì che ci fosse un nuovo coinvolgimento”.
Sulla sfuriata di Allegri al quarto uomo
“La tensione era al massimo. Il quarto ufficiale si trova a gestire una situazione più grande di lui in una partita difficile. In quel momento hai pochi secondi per scegliere. Non posso negare che a volte incendiare di meno è meglio. Se avessero anche allontanato Allegri sarebbe stato peggio, nonostante non può lanciare la giacca così”.
Sulla simulazione di de Ligt
“Quando dicevo dello ‘step on foot’, ecco qui si vede che i giocatori se ne approfittano. Non mi sembra che ieri sera Irrati fosse al top delle performance per sventolargli un cartellino giallo”.
Su Fiorentina-Empoli
“Sono d’accordo con Paolo. Quando vedevo quella scena del dirigente pensavo: ‘Ma dove siamo? A che livello è il nostro calcio?’. Ieri è intervenuto, inoltre, Maresca sul fallo di Pinamonti su Terracciano. Non so cosa l’arbitro abbia potuto vedere al monitor l’arbitro. Non c’era nulla di eclatante, era un contrasto di gioco. Non c’è nulla, è incomprensibile. Da quel momento la partita per l’arbitro è andata in salita. Divento matto per queste cose, è stato messo in difficoltà un collega”.
Perché l’arbitro di Atalanta-Napoli ci ha messo due minuti per assegnare il rigore?
"Ai nostri tempi questo rigore lo vedevamo dal campo. Si vedeva facilmente. Quello è rigore. Devi fischiare subito senza discussioni. Probabilmente non riuscivano a capire, ma bisogna tornare all’antica. Bisogna avere la personalità di decidere. Manca questo. Lo devi vedere subito questo rigore. Fossi il designatore non sarei contento della prestazione dell’arbitro. Ti posso garantire che ho arbitrato giocatori fortissimi senza Var, e non si capiva nulla di quel che capitava. Alcuni erano talmente bravi e veloci che ti fregavano. Però era umano, senza nessun supporto tecnologico”.