Famoso per il fumo della sua sigaretta, è stato uno dei personaggi di spicco della Napoli calcistica di mezzo secolo. Con i partenopei gioca dal 1952 al 1960, nelle quali mette insieme 240 presenze e 27 marcature.In quelle stagioni Pesaola capisce il suo feeling con la città di Napoli, tanto da definirsi “un napoletano nato all’estero”. "Astuto come un argentino e ironico come un napoletano" el Petisso non fece fatica a diventare l’alternativa calcistica e dialettica del Sud allo strapotere milanese di Rocco al Milan ed Herrera all’Inter.
Un piede sinistro capace di disegnare con il pallone traiettorie perfette destinate ai compagni d'attacco, il cappotto portafortuna color cammello indossato da allenatore anche sotto il solleone, 40 sigarette fumate ogni giorno, anche di domenica sulla panchina, ed un amore grande e smisurato per Napoli, ''un posto dove non ti senti mai solo''.
Questo era Bruno Pesaola, il 'Petisso', che significa piccoletto (era alto 1 metro e 65 centimetri), calciatore ed allenatore, morto a Napoli alla soglia dei 90 anni.