Cinc cin. Brindisi di fine anno per il Napoli che agguanta l'Atalanta in testa alla classifica, anche se la partita contro il Venezia non ha lasciato alcuna certezza o convinzione se non lo spirito pugnace, tipico del credo contiano, e il ritorno al gol del redivivo Jack Raspadori. L'eroe dello scudetto era scivolato ai margini del progetto e non segnava da aprile, ma se non fosse stato per lui, né l'evanescente Lukaku, errore dal dischetto, né lo sperimentale duetto esterno Kvara-Neres, nè un declinante Mc Tominay, avrebbero forse sbloccato una partita del tutto aggrovigliata su se stessa. Protagonista un Venezia molto organizzato, a tratti rannicchiato nella propria metà campo con una logica di estrema difesa, ed a momenti molto insidioso, tant'è che ancora San Meret ha dovuto metterci stavolta i piedoni per rimediare ai danni. A proposito dei quali, per una volta Juan Jesus non ha alimentato catastrofi.
La vittoria è un vitalizio a scadenza limitata per il morale di un gruppo che ha ormai la sofferenza nel proprio dna. E' il calcio di Conte. Vinse scudetti ai tempi della Juve con la filosofia dell'1 a 0 e un calcio non sempre esilarante. In fondo, contava vincere per terminare l'anno in serenità assoluta e presentarsi all'alba del 2025 in testa alla classifica, benchè in condominio con una Dea che non molla, e dopo 11 vittorie consecutivo archivia un fisiologico pareggio a Roma contro una lanciata Lazio. Il maggior pericolo oggi è forse l'Inter che se dovesse vincere la partita in recupero con la Fiorentina sarebbe prima. Ma ci vorrà el tempo ed intanto vai col godersi il primo posto. Poi se sono rose.
Quanta sofferenza, ma alla fine- Conte azzarda un tridente nuovo con Kvara e Neres sugli esterni e Politano in panca. Venezia imbattuto da tre partite e con una ritrovata energia, soprattutto fuori casa dove aveva pareggiato 2 a 2 a domicilio Juve. Sulla carta sembrava facile, ma solo nei pronostici.
Azzurri che iniziano con la vitalità di Babbo Natale e Rrahmani sfiora subito il gol. Le occasioni le creano. Il gruppo Di Francesco intanto pressa molto. Alla vigilia ci si attendeva un Venezia a viso aperto e dopo aver eretto le barricate per i primi minuti prende coraggio ed ancora super Meret salvanapoli deve evitare guai seri. Gli azzurri sudano oltre le attese, ma poi creano più palle gol col passare dei minuti, Lukaku fa da sponda ma non è mai terminale offensivo, opera da fuori area in appoggio, ma non affonda ed allora chi dovrebbe segnare. Domanda senza risposta contestuale.
Un fallo di mano concede al Napoli il regalo di Natale scartato in ritardo, tira il discusso Lukaku e si fa parare il rigore. Ma che pippa mister 40 milioni. E' l'ora delle critiche.
Si va al riposo su un inquietante 0 a 0. Nella ripresa il Napoli si presenta in campo molto intontito. Poi sembra destarsi e Lukau centra un palo su deviazione portiere. I cambi di Conte paiono dapprima improduttivi e l'assalto finale l'ultima speranza, il Venezia chiude ogni centimetro. Ma la sorpresa è dietro l'angolo, Jack Raspadori che non faceva gol da ere geologiche trova un magnifico rasoterra e rimanda agli Dei del Calcio ogni acida critica. Napoli avanti. Filosofia dell'uno a zero ed uno a zero è stato per un primato indiscutibile nei meriti, soprattutto per l'asfittico lavoro di Antonio Conte, sacrificale fino al profondo della propria anima.
A volte ritornano- Era già relegato in cantina. Fra i vecchi ricordi, quei gingilli pieni di polvere e pure muffa, che dimentichi di averci giocato un tempo e ti divertivi pure. No, la rinascita di Jack Raspadori è un ritorno di moda dei giocattoli tirati fuori dalla soffitta o da quel vecchio baule. Nessuno peggio criticato di lui. Relegato ai margini del progetto, indicato come possibile partente a gennaio, utilizzato da Conte col contagocce e comprensibile scontento del nuovo corso azzurro. Ma è stato lui, Eupalla gratias, a tirare fuori il Napoli dal pantano di una partita difficilissima e bloccata. Rinato, ritrovato, con l'augurio che potrà tornare non al centro della chiesa del villaggio ma del progetto. Una rete che gli trasmette coraggio, stima, stimoli e desiderio di tornare ad essere il genio dei tempi dello scudetto. Siamo sicuri che da oggi in avanti potrà trovare più spazio e lo merita. Una concreta alternativa ad un attacco piuttosto asfittico, con Lukaku e C che soffrono troppo per buttarla dentro.
Lukau ci risiamo. Più ombre che luci- L'attesissimo belga ancora una volta non ha convinto. E non è una novità. Primo tempo tutto di appoggio ma in azione ai limiti dell'area. Tutto qua. Nessun inserimento. Se non sfonda lui di certo non può farlo Meret. Poi arriva la grande chance dal dischetto. E fa flop. Conte lo lascia in campo, forse per evitare un calo di fiducia dopo il grave errore dagli 11 metri. Nella ripresa si danna, l'impegno è visibile, evidente, con un tiro di pura disperazione e convinzione la palla slitta sul palo dopo una deviazione del portiere. Nel computo delle cose buone di quelle meno buone ancora una volta non ha raggiunto la sufficienza. Non si reciti sempre la solita filastrocca dell'impegno perché non regge. Il Napoli in passato ha sempre goduto dei benefici di grandi centravanti: Osimhen, Higuain, Cavani. Fra i tanti questo è il meno roboante. La dedizione alla causa è apprezzabile ma non basta, richiedesi i gol. L'errore dal dischetto gli pesa sul groppone alla luce degli evidenti alti e bassi.
Le altre reggono o corrono- L'Inter spadroneggia a Cagliari e come da copione sale in cattedra nel secondo tempo. L'Atalanta regala un brivido all'Olimpico ma la riacciuffa a poco dalla fine. Il Napoli raggiunge il gruppo Gasperini e i giochi sulla carta potrebbero, condizionale d'obbligo, decidersi, da marzo in poi, quanto le due lombarde dovranno sudare fra campionato e Champions. Sulla carta l'Inter ha il vantaggio della rosa più forte,, i bergamaschi della continuità di anni di lavoro in un progetto esemplare, il Napoli si gioca l'asso nella manica del migliore allenatore. Però da solo potrebbe non bastare. Urgono rinforzi a gennaio, anzi prima possibilmente dell'4, trasferta di Firenze. Essì, il mercato di riparazione sarà una corsa contro il tempo, soprattutto per una alternativo al magico Buongiorno.
(Foto fonte calcionapoli24)