Maurizio ed il coraggio di fidarsi dei nuovi arrivati. Sarebbe un tema così interessante, che meriterebbe una trattazione lunga e diffusa. Basta però un pomeriggio come tanti, per rendersi conto che sull’argomento in realtà ancora poco da scrivere, in quanto il tecnico fatica ad allargare le sue rotazioni, finendo poi per pagare questa diffidenza o cautela eccessiva.
“Abbiamo pagato le fatiche di Champions League. Le difficoltà però non sono state fisiche, ma sul piano psicologico e mentale”. Così parla il tecnico nell’immediato post-gara della sfida di Bergamo ed in effetti si fatica a dargli torto. Ma, allo stesso tempo, ci si chiede: chi, se non lui deve lavorare per risolvere o comunque ovviare a questa problematica? Nessun attacco a Sarri, sia chiaro, ma adesso non si caschi nell’errore contrario, di pensare che il tecnico non possa commettere errori o di parlare di lesa maestà ogni qual volta si analizzano, e magari discutono, le scelte di un allenatore i cui meriti sono così evidenti che nemmeno serve ricordarli ogni volta.
Se il problema fisico non era, ma in alcuni era anche fisico, perché non provare a dare nuovi stimoli nervosi alla squadra inserendo chi ha avuto meno spazio? Perché rompere la rotazione tra Milik e Gabbiadini o insistere su uno Jorginho in evidente difficoltà nelle ultime uscite quando si attende ancora l’esordio di Diawara? Perchè, inoltre, squilibrare la squadra in questo modo per dare spazio a Zielinski confermando necessariamente un Hamsik che ha speso tantissimo contro il Benfica? Magari, ma mai avremo la controprova, sarebbe finita allo stesso modo. Magari la prestazione sarebbe stata la stessa. Magari, però, i nuovi innesti avrebbero potuto dare freschezza e brillantezza ad una squadra che se non gioca sui suoi ritmi abituali, lo ha ammesso anche il tecnico, fatica tremendamente.
Terreni pesanti. A fine gara il tecnico ricorda le condizioni precarie di un terreno di gioco, quello dello stadio Atleti Azzurri d’Italia, sul quale il Napoli fatica ad esprimersi. Stesse lamentele espresse anche dopo il pareggio sul campo del Genoa. Bisogna però che si trovino e studino soluzioni alternative, sul piano del gioco e degli uomini quando si è di scena su questi terreni. La fisicità di Diawara, ad esempio, potrebbe essere una variante importante. Inserire Mertens e Giaccherini, su un campo che rende difficile il dialogo nello stretto, non è stata una gran mossa. Anche da questo, comunque, Sarri potrà trarre qualche insegnamento utile. Niente drammi.
Fonte:tuttonapoli.net