Per una volta alla squadra di Conte non è riuscita la difesa del risicato vantaggio, contro una Roma che aveva giocato giovedì una gara faticosa e che era in pieno turn over. E' un'occasione persa, condita da molti rimpianti. Sia perchè il tempo stava per scadere, sia perché l'avversario non è stato irresistibile ma ci ha messo quel pizzico di rabbia che misteriosamente è mancato a un Napoli che a differenza di molte rivali non ha impegni infrasettimanali, ma che all'Olimpico è parso quasi più stanco di una Roma galvanizzata nel momento giusto. La foga agonistica che aveva permesso di domare la Juve, non è stata pari a quella messa in campo a Roma. Un vero peccato ed un bicchiere mezzo pieno con troppi rimpianti. Prima di tutto c'è da riflettere sulla rosa corta a disposizione di Conte, cambi obbligati, la necessità di inserire un giocatore di fatica ma certo non di assoluta qualità come Mazzocchi, mentre il mercato di gennaio è del tutto fermo e la sensazione è che non arrivi nessuno o comunque solo un eventuale ipotetico rinforzo più di numero che di qualità.
Eppure la chance romana era importante, dopo che l'Inter era stata imbrigliata nel derby da un redivivo Milan. Le due partite, oltrechè il risultato hanno avuto un finale identico: rimonta dei nerazzurri nel finale e stop per il gruppo Conte in totale recupero. Le sorti del campionato restano in bilico, sempre più tre per il Napoli in attesa di Fiorentina-Inter, ma per molti minuti era fuga da esultare. E' saltata l'ottava vittoria consecutiva. Soprattutto il rammarico è anche di non aver sfruttato il vantaggio di poter vivere una settimana tipo senza coppe e di aver affrontato una Roma a cavallo di due sfide fra Europa e torneo iridato.
Il Napoli è stato meno imperioso del solito. Una occasione un gol, una mezza chance nella ripresa, ma poi sugli scudi ma con meno determinazione di altre gare. Sembrava quasi che fossero gli azzurri ad avere i muscoli imballati per la stanchezza e non la Roma. Gli attaccanti sono stati poco incisivi: molto in ombra Lukaku, sacrificio ma poca lucentezza per Neres.
La Roma, invece, era reduce da sette vittorie di fila in casa, uno score di tutto rispetto, resta però il rammarico di aver perso due punti a pochissimi giri di lancetta dal fischio finale.
Partita non bella, e stavolta la super difesa non ha retto- Avvio equilibrato con la Roma a tratti più incisiva, partita bloccata, ma il Napoli passa col primo gol stagionale di Spinazzola: pallonetto magistrale, perfetto, sull'uscita del portiere. Ma i giallorossi non accusano le stanchezze per gli impegni assortiti e si buttano all'attacco con energia ed ordine e sfiorano il pareggio, ma il Napoli regge. Manca però quella brillantezza che ci si aspettava contro un avversario in totale turn over e nelle ipotesi della vigilia un po' stanco.
Secondo tempo. La Roma abbassa la pressione, a momenti pare accusare un po' di pesantezza per giovedì, gli azzurri senza far meraviglie si mettono in controllo della gara, ma non riescono a chiuderla. Manca il gol del 2 a 0, l'affondo decisivo. Poca qualità in attacco e la testa già troppo convinta di avere i tre punti in tasca. Difatti, poi le seconde linee della Roma non hanno mai mollato l'osso e il pareggio è arrivato nel recupero con un grande tiro al volo di Angelino. Un patatrac a quel punto della gara del tutto inatteso. Mancava molto poco e gli azzurri sembravano averla in pugno però sono stati un po' troppo remissivi. Una mancata volata che a cinque punti sull'Inter poteva se non decisiva dare una grande svolta al campionato.
Panchina corta, Conte ha gli uomini contati- "Siamo in pochi" aveva urlato ai quattro venti Antonio Conte, appena alcune settimane fa. I cambi che ha a disposizione lasciano poche alternative. Si è portato l'esempio di Mazzocchi, nessuno vuole colpevolizzare l'ex Salernitana ma per esempio non è il giocatore che ti cambia gli esiti di una gara. Per puntare al titolo ci vorrebbe una panchina più lunga. E di qui il discorso cade inesorabilmente sul capitolo campagna acquisti.
Mercato fermo, nessun rinforzo di qualità. Adl fa disastri- A 24 ore dalla chiusura delle trattative, Manna non ha ancora annunciato nulla di significativo. E le colpe di certo non solo tutte sue o almeno non per la maggior parte. La partenza di Kvara è stata una perdita molto dolorosa, e il talento georgiano non è stato ancora rimpiazzato. Si vociferava da tempo della necessità di ingaggiare un difensore. Trattativa Comuzzo in stallo, per l'attacco sfumati Garnacho e Adeyemi, si tratta un carneade francese di proprietà di un club saudita in prestito al Fenerbanche. Allan Irénée Saint-Maximin, chi è costui. Le statistiche dicono che ha 28 anni, poca dimestichezza col gol, qualità ma molta discontinuità e ben 46 infortuni subìti in carriera. Un vero record della sfiga che non incoraggerebbe nessun spasimante. Una scelta di seconda piano, senza girarci intorno. Resta da capire se Conte si accontenterebbe di questo eventuale nuovo innesto. Se conosce e apprezza il giocatore. O se dovesse tramutarsi in un Rafa Marin bis, della serie "Non ho chiesto io di acquistare quel giocatore. Adl non vuole tirare fuori i soldoni, e il direttore sportivo e il suo scouting sono incapace di scovare magari qualche giovane talento a prezzi abbordabili. Nostalgia di Giuntoli. Forse sì.
I fatti sono più chiari che mai. Il Napoli ha incassato 70 milioni dalla cessione di Kvara. E per il francese ne spenderebbe quattro per prestito oneroso. La più temibile rivale l'Inter ha una rosa molto lunga, con tante scelte ancor rinforzata dall'arrivo di Zalewski, decisivo nel pareggio del derby. Ogni commento è superfluo. De Laurentiis di questo passo pare voglia fare del suo meglio per perdere lo scudetto. O forse non gli interessa vincerlo.
(Foto fonte Ansa).