“La Roma ha pagato il fatto di non essere molto continua nelle prestazioni. Quando ha giocato da Roma ha fatto grandi cose, dalla metà campo in su ha grande qualità, con giocatori che possono sempre creare qualcosa di pericoloso. In difesa hanno avuto qualche problema, ma la squadra ha grande qualità.”
Su Sergio Oliveira
“È un giocatore che, per come gioca la Roma, può essere importante: dà geometrie. A livello di dinamismo non è molto continuo nelle due fasi, ma certamente è un calciatore classico portoghese, bravo nel possesso palla ma un po’ carente nella corsa.”
Però ha fatto finire Veretout fuori dai titolari…
“Secondo me è stata una sorpresa. Lo scorso anno Veretout ha fatto una grande stagione, ricca di gol e grandi prestazioni. Il francese porta anche più ritmo rispetto ad Oliveira, ma è una scelta di Mou, lui sa cosa fare e conosce le sue scelte, avrà avuto i suoi motivi per fare questa scelta, ma certamente è stata una sorpresa”
Veretout-Anguissa al Napoli?
“Si completerebbero molto bene: uno è forte nel recupero, l’altro ha qualità e visione di gioco, sicuramente sarebbe un ottimo mix.”
Su Fabian Ruiz
“Parliamo di un giocatore che quest’anno ha vissuto di alti e bassi. Indubbiamente è un calciatore di grande qualità, ma potrebbe aver perso gli stimoli, anche se Napoli ti dà sempre degli stimoli.”
Sulla crescita della Roma e le possibilità di vincere qualcosa di importante in futuro
“Io credo che qualsiasi squadra dal sesto posto in su può lottare per vincere qualcosa di importante con qualche innesto. Penso che Roma, Lazio e Atalanta possano tranquillamente rientrare nel giro delle possibili candidate a vittorie importanti nella prossima stagione”.
Cosa ha portato Mourinho alla Roma?
“Mou ha dato ciò che sa dare di più. Ha creato un grande rapporto con squadra e tifosi, lui è un grande parafulmine ed ha grande personalità. Sotto l’aspetto della determinazione e dell’approccio ha dato tanto. Di meno dal punto di vista del gioco”
Su Torino-Napoli
“Credo che il Torino abbia un allenatore in grado di dare motivazioni. La mentalità della squadra è quella di dare sempre tutto, è una questione di DNA. Il Napoli deve trovare gli stimoli per fare più punti possibile, anche solo per rispetto dei tifosi, ma non ho dubbi che sarà così."
Su cosa è mancato al Napoli in ottica scudetto
“In fin dei conti ci ha provato fino alla fine, anche nei momenti più difficili, probabilmente è mancata attenzione e determinazione in alcune partite, però credo che come primo anno non sia un risultato negativo. Chiaramente c’è del rammarico”
Spalletti-Mertens?
“Non è questione di chi ha sbagliato e chi no, lui ha solo detto che secondo lui Inter e Milan non erano così tanto più forti del Napoli, e quindi lo scudetto era alla portata. Mertens ha sempre dato tutto per questi colori, e sono parole dette in buona fede.”
Sul non essere riuscito a giocare con Maradona
“È un rimpianto, tutti avrebbero voluto giocare con Maradona. Io sono stato sfortunato di un anno, ma ho comunque giocato con grandi campioni come Careca, Cannavaro, Ferrara… i calci a D10S? fanno parte del gioco, tutti hanno provato a fermarlo in questo modo perché era l’unico”
MARCO ROSSI
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Marco Rossi, CT dell’Ungheria. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.
Cosa manca al calcio italiano rispetto alle realtà europee?
“Difficile dirlo in poco tempo e in due parole. Negli ultimi anni le squadre italiane non sono riuscite ad arrivare nelle fasi finali delle massime competizioni europee, ma qui intervengono molti aspetti: uno è il fatto che il campionato italiano attrae meno di quello inglese e quello spagnolo. Le squadre italiane comunque competono ad alti livelli, ma bisogna avere la consapevolezza che non si può essere sempre i migliori. Attualmente l’orizzonte è un po’ cambiato rispetto agli anni 90 e all’inizio degli anni 2000. Importante è anche l’aspetto economico, visto che gli sponsor esteri sono molto potenti e pagano bene. Altro aspetto è l’ambiente, che in questo momento è più competitivo rispetto al nostro, ma le squadre italiane comunque competono ad alti livelli.”
Su Szobszlai
“Dominik ha grandi qualità. Ultimamente si sta impegnando a migliorare anche la fase di non possesso. Lui a Napoli? Questo non posso dirlo, con i ragazzi non parlo di mercato. Io credo che lui voglia conquistarsi un posto di rilievo nel Lipsia, e sono convinto che al momento voglia rimanere lì per giocarsi le sue chances.”
Come l’Italia potrà ripartire dopo il fallimento mondiale
“L’Italia ha pagato, secondo me, una sorta di fisiologico appagamento dal punto di vista fisico e psicologico dalla vittoria dell’Europeo, ma questo è un aspetto che non spiega totalmente la questione. L’Italia è stata particolarmente sfortunata ai gironi, ed ha pagato un dazio che non meritava di pagare. Gli azzurri avrebbero meritato di andare ai mondiali e tutti gli episodi gli sono andati contro. Questo fallimento non dipende dal valore del calcio Italiano. Mancini ha vinto ed ha ha fatto bene a rimanere, serve solidità e coesione in questo momento.”
Sui talenti ungheresi
“Effettivamente qui in Ungheria l’orizzonte non è roseo. Perché i giovani che abbiamo giocano pochissimo, quindi se dovessi fare una previsione sul prossimo Szoboszlai mi diventerebbe troppo difficile dare dei nomi.”
Su Spalletti
“Bisogna sempre valutare la fonte delle critiche. Io dico che quando uno è tifoso non è imparziale, e ragiona sul sentimento e sull’istinto, ed è difficile che i tifosi possano essere razionali, e porto l’esempio di Ancelotti. A Napoli in molti lo hanno dipinto come non cosi bravo, eppure Carlo ha fatto delle cose incredibili in carriera. Nel calcio non c’è memoria, e anche quello che di buono si è fatto tende ad essere dimenticato. Napoli è una piazza molto calda ed entusiasta, e non è semplice mantenere equilibrio. Io da osservatore esterno dico che pur con degli errori ha fatto un grande lavoro dal mio punto di vista.”
CARLO JACOMUZZI
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Jacomuzzi, ex direttore sportivo di Napoli ed Atalanta, ed ex osservatore del Chelsea. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.
Un pensiero sul Toro
“Io sono cresciuto a città vecchia, io ho vissuto tanto gli spogliatoi, dalla primavera alla prima squadra. Qualche anno fa sono andato a visitare il centro ed ora è tutto nuovo, ma quegli spogliatoi hanno sempre un clima particolare. Rivivere quelle atmosfere è sempre stimolante. Si cresce con questi valori.”
Sugli obbiettivi raggiunti dal Toro e la possibile mancanza di stimoli
“D’accordo che non ci sono stimoli, ma il singolo giocatore quando entra in campo trova sempre degli stimoli. Non si ha bisogno di altre situazioni quando si è giocatori. Io penso che già il clima mediatico intorno a loro possa già essere uno stimolo molto importante. Sono sicuro che i giocatori sanno benissimo l’importanza di queste partite.”
Su Juric
“Mi sembra che lui abbia già dato tanto. Quest’anno il rendimento è stato costante e la squadra è stata allestita molto bene, con giovani di futuro come Singo e Pobega. Penso sia un’ottima partenza per il progetto. Ovvio che bisogna migliorarsi ogni anno, ma con le disponibilità economiche è difficile reggere il confronto con realtà più ricche.”
Su Belotti
“Lui a Napoli? Attaccanti in Italia non ne abbiamo molti. Belotti potrebbe essere certamente rivalorizzato a Napoli, magari alternandosi con Osimhen, ma potrebbero giocare anche insieme. Belotti è un ragazzo che ha bisogno di ritrovarsi, ma lui ha delle qualità importanti, è da doppia cifra ed è uno stimolo per i compagni. Ha volontà e grandi capacità di concentrazione, e rappresenta un’opportunità economica.”
Sull’Atalanta
“Io penso che questo cambiamento di proprietà ha portato destabilizzazione, e può esserci stata una mancanza di collaborazione fra tutte le componenti, unita alla mancanza di alcuni giocatori. Nell’Atalanta ci sono molti stranieri, e questo è strano, loro sono una grande fucina di talenti e questo fa male. Ci sono diverse sensibilità che si scontrano e che potrebbero aver inciso sul gruppo. Hanno poi giocato tante partite, avendo anche le coppe, ed il rendimento fisico potrebbe averne risentito molto.”
Conosci Broja, l’hai preso tu al Chelsea: farebbe bene al Napoli?
“Vista l’evoluzione che ha avuto sia dal punto di vista tattico che mentale, io penso che abbia maturato la giusta esperienza per poter affrontare il campionato Italiano. Non parlo tanto di qualità relative al campo, quanto alle pressioni esterne, che in Italia sono molto più pesanti rispetto a quelle dell’Inghilterra. Uno che ha fatto le giovanili del Chelsea punta sempre in alto, quindi ha le spalle più che larghe per sostenere il calcio italiano. Al Southampton si è imposto con altri grandi giocatori in rosa, io penso che ormai lui abbia coltivato la giusta esperienza per affrontare la Serie A. Su di lui ci sono gli occhi non solo del Napoli, ma anche di grandi club europei. Il club di Adl ha grandi osservatori, non ha bisogno dei miei consigli, ma se lo vogliono devono sbrigarsi”.
Sull’associazione degli osservatori italiani
“L’associazione degli osservatori aprirà presto le nuove iscrizioni, e la nostra società vuole ampliarsi. Noi facciamo un grande lavoro, sia in Italia che all’estero ed è importante dare il giusto peso anche a questo ruolo.”