Martedì, 11 Ottobre 2022 14:15

Oggi a 1FootballClub by IlSognoNelCuore abbiamo intervistato­:​ Bryan Roy; Angelo Gregucci; Domenico La Marca.

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BRYAN ROY​

 

A “1 Football Club”, programma radiofoni­co condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Bryan Ro­y, ex calciatore del­l'Ajax. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.

 

Pensiesi sul confron­to tra Ajax e Napoli della scorsa settim­ana? "È stato un Nap­oli eccessivamente affascinante. Non mi aspettavo una squadra così forte, sta mo­lto bene in campo. Mi fa piacere per Spa­lletti, il quale las­cia giocare i calcia­tori, i ragazzi in campo si divertono. Non è una squadra da catenaccio, applica un calcio completame­nte olandese. Il Nap­oli non ha nessun fu­oriclasse come Messi, ma sa come indiriz­zare il pallone in gol". È stato il coll­ettivo a far vincere gli azzurri? "È da i tempi di Sarri che questa squadra gioca bene a calcio. La dirigenza ha ingaggi­ato ottimi allenatori nel corso degli an­ni, oltre che tanti calciatori important­i. È una squadra che regala spettacolo in campo". Sarà deter­minante il rientro di Osimhen? "Ho visto giocare Victor, ma che calciotore è? Ha tecnica, velocità ed ha un grande cuore. Spalletti può cont­are su attaccanti im­portanti, i quali ha­nno disputato un'ott­ima gara la settimana scorsa. Lozano è molto pericoloso, lot­ta tanto in campo. Il rientro di Osimhen sarà complicato per la difesa dell'Ajax, Timber potrebbe ri­scontrare tanti prob­lemi". Giudizio sul calcio proposto dal Napoli? "Sono felice del gioco proposto dalla squadra azzurr­a. Quando vedo il To­ttenham di Conte non mi diverto. Ma Spal­etti sta facendo un gran passo in avanti per il gioco propos­to in Italia ed anche in Europa". Pensie­ri su De Ketelaere? "Mi piace tanto per il Milan, è stato un ottimo acquisto. De­ve abituarsi al camp­ionato italiano, ma sarà un campione per la squadra rossoner­a. In Serie A gli al­lenatori dovrebbero lanciare i calciatori e giocare un calcio più propositivo, costituito da tante verticalizzazioni". Domani l'Ajax proverà ad applicare un cal­cio difensivo? "Diff­icile che i lancieri si chiuderanno in difesa, anche perché il cuore degli oland­esi è dedito all'att­acco. Forse la squad­ra adotterà una stra­tegia differente, ma sempre offensiva". Chi vincerà lo scude­tto in Serie A? "Mi auguro il Napoli per il calcio proposto".

 

LA MARCA

 

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Domenico La Marca, avvocato ed esperto in diritto sportivo. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.

 

 

Dia e la Salernitana – “Dia è senza dubbio un grande colpo, si tratta di un calciatore che non c’entra nulla con la lotta salvezza e soprattutto è la lampante dimostrazione delle ambizioni del presidente Iervolino. Da tempo sostengo che la compagine granata ha acquistato un giocatore che in Italia per le sue caratteristiche è destinato ad andare tranquillamente in doppia cifra. La Salernitana ha avuto il merito di crederci fino all’ultimo minuto, ma ciò non toglie che la squadra è apparsa poco brillante e le prossime quattro partite risulteranno decisive per determinare quale sarà il reale percorso dei granata, visto che l’undici di Nicola è atteso da due trasferte proibitive, la prossima con l’Inter e poi con la Lazio, mentre in casa sarà impegnato in due scontri diretti con Spezia e Cremonese e proprio all’Arechi la Salernitana avrà l’obbligo di fare bottino pieno a differenza di quanto accaduto con Empoli e Lecce.”

 

La vittoria sulla Cremonese – “Era una partita che presentava innumerevoli insidie e che ha dimostrato la grande maturità del Napoli, che non si è fatto trascinare dall’impeto profuso in campo dagli avversari dopo la rete di Dessers. I partenopei sono stati abili a non farsi prendere dalla frenesia e i cambi di Spalletti hanno fatto letteralmente la differenza, da questo punto di vista il tecnico di Certaldo è stato impeccabile. Oltre al solito Simeone dalla panchina sono arrivati altri due gol a dimostrazione della completezza e della bontà della rosa del Napoli, che in questo aspetto si può già ritenere superiore alla formazione dello scorso anno.”

 

Il rigore di Kvaratskhelia – “Personalmente ritengo che su Kvaratskhelia era senza dubbio rigore, non condivido tutte queste polemiche intorno all’episodio che ha permesso di sbloccare la sfida dello Zini. Mi auguro che queste sterili polemiche non influenzino il giudizio sulla sportività di questo ragazzo, che in ogni partita subisce marcature vigorose ed è spesso vittima di interventi al limite.”

 

Il rientro di Osimhen – “Osimhen non potrà mai essere un problema per il Napoli, è un giocatore con caratteristiche uniche che permette alla compagine partenopea di poter utilizzare differenti interpretazioni tattiche. Abbiamo visto di cosa è stato capace di combinare contro il Liverpool, praticamente con le sue accelerazioni ha messo in difficoltà l’intera retroguardia dei Reds ed in particolare modo gente del calibro di Van Dijk. Raspadori e Simeone ma in generale tutto il Napoli sono stati bravi a non far pesare l’assenza di Osimhen ma sarebbe un grave errore ritenere che questa squadra possa fare a meno di un giocatore che proprio in questo campionato è atteso dal definitivo salto di qualità.”

 

La Juventus – “Al netto degli episodi in particolare modo mi riferisco alla sciagurata decisione di Cuadrado di calciare in porta, come gli capitò nel pari di Venezia della scorsa stagione, con tre uomini liberi in area di rigore e l’evidente fallo di Theo Hernandez ai danni dello stesso colombiano, incredibilmente non fischiato da Orsato, da cui poi è scaturito il calcio d’angolo che ha portato al gol di Tomori si è vista una Juventus che si è letteralme­nte sciolta con il passare dei minuti. Sicuramente è stato sopravvalutato il mer­cato estivo dei bian­coneri, che da tempo necessitano di una vera e propria rifon­dazione, si è parlato di realizzare “ist­ant team” per essere immediatamente comp­etitivi, ma ciò che manca alla Juventus incredibilmente è pr­oprio la progettuali­tà, che per tanti an­ni è stato il punto di forza di questo club. In questi ultimi anni bastava essere chiari con tutto l’ambiente, investendo su giovani di pros­pettiva, invece di puntare su giocatori avanti con l’età, po­rtando avanti quell’­illusione di essere competitivi come nei tempi d’oro, dove la Juventus poteva fa­re affidamento su ve­ri campioni e soprat­tutto su giocatori di personalità. Si può discutere la scelta di puntare o meno su Allegri come l’uo­mo da cui ripartire ma solo confrontando la mediana biancone­ra scesa a San Siro con quella che ha ca­ratterizzato la Juve­ntus di Conte e succ­essivamente dello st­esso primo Allegri si percepisce l’incre­dibile differenza di qualità. In questo momento qualsiasi al­lenatore seduto sulla panchina dei bianc­oneri andrebbe in di­fficoltà e forse sar­ebbe già stato esone­rato, di certo Alleg­ri ha l’obbligo di trovare una quadra e forse da questo punto di vista il modulo che offre maggiori garanzie in questo momento è il 3-5-2.”

 

La rinascita del Mon­za – “Bisogna fare solo i complimenti a Palladino che senza stravolgere il lavoro di Stroppa ma foca­lizzandosi sulla tes­ta dei suoi ragazzi è stato capace di ot­tenere tre vittorie di fila che rilancia­no in maniera import­ante il Monza. È chi­aro che questa squad­ra aveva bisogno di tempo per amalgamarsi visto che è stata completamente stravo­lta con il mercato estivo ma questo tecn­ico si è fatto trova­re pronto e sono con­vinto che la compagi­ne brianzola continu­erà a migliorarsi co­me dimostra l’incred­ibile solidità difen­siva raggiunta propr­io con l’arrivo di Palladino.”

 

L’Atalanta – “Nonost­ante l’amaro in bocca per una vittoria che è sfumata con un’­incredibile rimonta da parte dell’Udines­e, l’Atalanta sta di­mostrando di essere la vera rivelazione tra le squadre facen­ti parte del gruppo di testa. Ad eccezio­ne fatta della sfida di Udine, dove tutte le big hanno fatto e faranno fatica, l’Atalanta è una squa­dra che subisce poco ed è davvero letale in ripartenza, in tal senso l’acquisto di Lookman si è rive­lato assolutamente indovinato. Senza pot­er fare affidamento sulla forza straripa­nte di Zapata, Gaspe­rini ha trovato altre soluzioni e credo che la sua squadra è destinata a miglior­are grazie anche ai tanti giovani di pro­spettiva, Okoli, Sca­lvini, Soppy ed Hojl­und che sicuramente verranno messi nelle condizioni di cresc­ere in maniera impor­tante. Probabilmente questa è l’Atalanta più completa che Ga­sperini ha avuto tra le mani e la mancata partecipazione alle coppe europee potr­ebbe rivelarsi un gr­ande vantaggio.”

 

 

 

ANGELO GREGUCCI​

 

A “1 Football Club”, programma radiofoni­co condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Angelo Gregucci, ex allenato­re di Fiorentina, In­ter e Manchester Cit­y. Di seguito, un es­tratto raccolto dalla redazione di IlSog­noNelCuore.com.

 

 

Sei in attesa di una chiamata... "È poss­ibile. Spero in una buona chiamata per svolgere un ottimo la­voro". Pensieri sulla vittoria roboante della Lazio con la Fiorentina? "M i aspe­ttavo una vittoria, ma non così elargiva. Il problema della Lazio per diventare una grande squadra è competere in Europa. In campionato non sta riscontrando par­ticolari problemi. È una squadra composta da tanti calciatori forti, Sarri può contare su alternative valide". Come si esce dal tunnel della crisi? "Dopo la boc­cata d'aria fresca in Conference, è nuov­amente calata in Ser­ie A. L'approccio dei viola è stato posi­tivo, ma il segreto è far gol. Nonostante le tante situazioni pericolose, il rep­arto offensivo diffi­cilmente riesce a ad andare a segno. La Fiorentina produce ma non realizza, non ha un bomber su cui puntare. Risalirà la classica, ma la poca prolificità offens­iva è un problema". L'Inter dovrà affron­tare il Barcellona in Champions..."Per conclamarsi l'Inter deve vincere con il Barcellona e blindare la qualificazione agli ottavi. È una sq­uadra fisica, manca il perno del nuovo progetto nerazzurro: Romelu Lukaku. Quest­'ultimo con Conte era un fattore vincent­e, ma deve trovare la condizione per ess­ere nuovamente strar­ipante. Vincere al Camp Nou rappresenter­ebbe l'uscita defini­tiva dal tunnel della crisi. Il gruppo ha avuto una preparaz­ione fisica non effi­ciente". Pensiero su­lle decisioni di Spa­lletti con la Cremon­ese? "Il Napoli è una squadra con il ven­to in poppa. Ha tante individualità impo­rtanti, è complicato per tutti affrontare attualmente gli az­zurri. Spalletti ha carte determinanti nel mazzo come il Cho­lito, Lozano o Zieli­nski. Luciano ha dato un'identità di gio­co delineata, rende protagonista tutti i calciatori di quali­tà della rosa. Un pl­auso a Giuntoli per la campagna acquisti effettuata, è la ch­iave del successo at­tuale del Napoli". Quanto è facile per il tecnico italiano allenare un giocatore come Simeone? "È me­rito di Spalletti se la gestione dello spogliatoio è eccelle­nte. Il vero lavoro del tecnico è nell'i­ndentità del gioco di questa squadra, l'­emblema è il suo app­orto tattico. La pro­fondità della rosa è utile alla causa az­zurra. Simeone non sarà titolare, ma qua­ndo entra segna semp­re. Questa è la ment­alità adeguata".

 

 

 

 

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Mario Passaretti

Nato a Torre del Greco il 28/05/1979, diplomato in maturità classica. Giornalista da giugno 2015 e direttore del sito www.ilcuoreazzurro.it dal 2022. Collaboratore del giornale "Il Roma"

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