Sabato, 14 Dicembre 2024 17:29

Il Napoli risorge e l'attacco sembra quello di una volta. Attenzione solo a qualche primo malinteso Conte-Adl

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Risorge dalle ceneri di un doppio confronto choc con la Lazio. Ma risorge bene e si lascia dietro 180' di incubi e pensieri negativi. Espugna Udine e torna a sorridere.

Non si è ridimensionato il Napoli di Antonio Conte. il Progetto dell'assalto al quarto scudetto resta vivo e vegeto, nonostante ora debba inseguire un'Atalanta a dir poco marziana che a Cagliari ha messo in fila la decima vittoria consecutiva. Rob de Matt, avrebbe chiosato Gianni Brera. C'è un'Atalanta inarrestabile in vetta, ma gli azzurri si sono messi in coda, a rincorrere con personalità, qualità e una migliorata facilità realizzativa. Non più la vittoria di misura ma tre gol, una tripletta, che mancava da un po'.

E' tornato al gol con esilarante progressione Lukaku, ha raddoppiato Neres protagonista di un'azione individuale da genietto, ha chiuso i conti una volata di Anguissa che ha fatto a sportellate per seminare gli avversari. Eppure gli azzurri erano passati in svantaggio su uno sfortunato penalty, ben respinto da Meret ma sul tap in nulla da fare.

Il Napoli del primo tempo è stato impreciso e discontinuo, causa maggiore anche la grande aggressività dei friulani. Poi nella ripresa, i padroni di casa si sono ridimensionati a livello fisico e la grande condizione atletica del credo contiano si è rivista ed ha fatto la differenza. L'ha vinta soprattutto sul piano dei muscoli e del fiato, oltrechè della maggiore qualità dei singoli. uno su tutti merità una menzione d'onore: a parte Lukaku, Neres dopo un inizio un po' timido ha preso fiducia e coraggio ed ha fatto la differenza. Una buona notizia, anche perché Kvara, titolare su quella fascia almeno nelle gerarchie precedenti, non rientrerà prima di inizio anno nuovo. Il talento georgiano però a questo punto rischia di doversi contendere la maglia con il galletto brasiliano che per la seconda volta ha iniziato dal primo minuto, ma a differenza della precedente è stato un autentico mattatore. 

Una gara dai due volti, ma la qualità non è acqua minerale- L'Udinese non aveva mai pareggiato in casa. Non veniva da una serie di risultati esaltanti: in sei partite una sola vittoria, sette giorni fa a Monza. 

Il Napoli si muove subito all'assalto, però il giro palla troppo speso non trova profondità. Arrivati alla trequarti si ridà dietro la palla. Questo è un difetto che da molte giornate tarpa le ali agli azzurri. Conte dovrebbe trovare migliori soluzioni di affondo, questo era pensier comune prima del secondo tempo. Intanto, i friulani non stanno a guardare e si rendono pericolosi. Finchè Lobotka non arpiona la palla di mano ed è rigore per l'Udi. Thauvin calcia come non si dovrebbe e Meret respinge, ma il il tiratore prescelto è lesto sulla ribattuta e la centra in porta. Azzurri già in svantaggio. E' da nervi. 

Ed anche la flebile e sterile reazione del gruppo Conte te le fa girare. A parte qualche guizzo di Neres, volenteroso ma non sempre preciso sotto la maglia poco o nulla. Si va al riposo con la testa pesante, ingombra di pensieri. Palle gol quasi inesistenti.

Ripresa, spartito nuovo. Rivoluzione Napoli, riecco l'anima della capolista. In primis, si desta il reprobo. E lo fa alla sua maniera, è Romelu Lukaku. Un lancio apre in due come con un apriscatole la difesa udinese e lui ci si infila da centravanti che fu, ai tempi dell'Inter, e pareggia i conti. Sono queste le palle che predilige e che lo innescano. Allora la partita si ribalta e gli azzurri aumentano in intensità e guadagnano metri, anche con qualche idea brillante in più. Ed è Neres ad inventarsi uno slalom solitario, fra gli avversari seminati come birilli, finchè la sua conclusione non è deviata in porta da Giannetti. Trattasi di autorete netta, ma la fuga solitaria del brasiliano è stata estesi pura. 

Pochi minuti ed arriva il bis dello scatto da centometrista verso la porta avversaria, ed il tris come punteggio: sponda del subentrato Simeone, al centro si lega la palla ai piedi Anguissa, che imita Big Rom: autostrada libera centralmente e sono tre. Come già detto, la fisicità degli azzurri, l'ottimale forma fisica che era parsa appannata al Maradona a vantaggio della Lazio, e la superiorità dei singoli hanno permesso al Napoli di rimanere nella scia della sorprendente capolista, che magari impegnata in una faticosissima Champions prima o poi un mezzo passo falso la potrebbe far cascare di cavallo. Senza ovviamente perdere di vista le inseguitrici, fra le quali svetta l'Inter, ma il gruppo Baroni esterna una lucidità da tener d'occhio.  

Ci mancavano i tre gol, la soluzione è questa- Era dal 15 settembre, 4 a 0 a Cagliari che gli azzurri non segnavano più di due reti. E difatti, fra le prime sei in classifica i ragazzi di Conte vantavano l''attacco meno prolifico. I tre gol di Udine sono uno squillo importante. Uno, ci si augura che finalmente il pupillo del tecnico leccese abbia, o comunque sia, molto vicino alla migliore condizione. Ricordiamo che Lukaku aveva saltato del tutto la fase precampionato. Due è evidente ora quale può essere la via più facile per arrivare in porta. I tagli centrali, non certo l'unica soluzione ma una delle più importanti. Poi si dovrà migliorare sui calci piazzati, sui tiri da fuori area, sui cross (il Napoli è la sesta squadra appena come precisione dei traversoni sui quali sono stati appena concretizzate appena due reti, ndr), ma le caratteristiche di Big Rom lo inducono a cercare sempre di insinuarsi frontalmente, di petto, a metà della linea verticale, fra le difese avversarie. Tagliare può essere la parola d'ordine anche se non sempre ci si batterà contro difese burrose come quella friulana del secondo tempo, sbilanciata in avanti per tentare la rimonta. E nessuno meglio di Lukaku può cercare le lunghe distanze anche grazie ai muscoli che possono ribaltare i difensori.

Una brutta ultima. Conte-De Laurentiis primi dissidi- Era prevedibile che succedesse. L'unico dubbio era quando. Quanto tempo potesse durare l'idillio. Il primo screzio, il primo muso a muso duro risale a quale giorno fa. Pranzo all'hotel Britannique dopo aver reso omaggio al murales di Diego. E si è parlato di mercato. Il pomo della discordia è la campagna acquisti, di rinforzo, di gennaio. L'allenatore chiede un difensore centrale forte come rincalzo, dato che non si fida di Marin (che non ha scelto lui) né di Juan Jesus, poi una riserva per Olivera e un centrocampista di scorta ma dalla provata affidabilità. La replica senza preamboli o giri di parole di Adl è stata: se troviamo calciatori in prestito li prendiamo, ma dopo un oneroso mercato estivo (170 milioni investiti all'incirca, ndr) non ho intenzione di fare follie nè spese sostanziose. E questa risposta ha piccato Conte, che come sappiamo è solito presentare la lista della spesa ed essere accontentato (anche senza pretendere nomi roboanti per carità l'ha dimostrato subio nel Napoli), e che soprattutto questo scudetto lo vuole. Eccome se lo vuole. Essì, il tenico salentino non ha mai avuto in mente l'idea di arrivare secondo. E a gennaio qualcosa di dovrà pur muovere. Se si vuole vincere, vecchia storia, Adl è chiamato ad un altro piccolo, grande sforzo.  

(Foto fonte La Presse).

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Enzo Famiglietti

Nato a Napoli alla fine degli anni sessanta.Inizia la sua carriera giornalistica a metà degli anni novanta presso il quotidiano sportivo di breve durata Campania Sport e poi diventa redattore alla Verità di Napoli-Napoli più, dove si occupa delle pagine dedicate al Napoli ed anche dell'impaginazione delle altre sportive. Ma la sua passione resta il calcio. Negli anni successivi collabora, come redattore, al Corriere del Pallone e negli anni recenti a vari siti web Per sempre Napoli, 87 tv e successivamente ilcuoreazzurro.it

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