Domenica, 14 Aprile 2024 20:36

Napoli nun è cosa. Fischi, pomodori e schiaffi, li meritano gli ex campioni e chi sta al timone di una nave che affonda.

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In questa primavera arroventata alla rondine di Monza gli si sono tarpate le ali e non ha volato per la seconda volta. Dopo la superba prova in terra brianzola, il Napoli è ritornato al cospetto del tremebondo Frosinone quello di sempre (2 a 2 con lacrime, ndr). Incostante, disorganizzato, pasticcione e sprecone, del tutto privo di quella cattiveria agonistica che caratterizza le squadre ambiziose e soprattutto tragicomico in difesa. La fase arretrata si è rivelata ancora una volta il Tallone d’Achille di una squadra che pure ha messo a segno sei gol nelle ultime due uscite, ma purtroppo ne ha incassati ben sette nelle recenti tre.......

Una media da zona salvezza, ed è quindi doveroso ed onesto annunciare l’addio ad ogni sogno di gloria e ad una qualificazione Champions che ormai s’è fatta un’impresa ai limiti dell’impossibile.

In evidenza anche il pessimo rendimento al Maradona. Contro Atalanta e Frosinone un solo punto e ben cinque reti incassate.

Comprensibili e condivisibili gli interminabili e ripetuti fischi finali di un pubblico che le ha ormai piene di una squadra divenuta irriconoscibile, e degli annunci al limite del grottesco del suo presidente, ormai  fuori dalla realtà. Rintanato in un angolo, triturato dalle critiche e dagli improperi che gli piovono addosso da ogni laddove, Aurelio De Laurentiis pensa bene di non farsi vedere libero in città finché non dovesse arrivare, se arriverà, una vera svolta, in campo  e fuori. I tifosi del Napoli lo hanno identificato come il maggiori responsabile di una stagionale sfasciata, senza però dimenticare le colpe della squadra, ormai spenta e deconcentrata e mai sul pezzo da agosto ad oggi.

Una partita da psicodramma- Il Napoli cerca sempre la terza vittoria di fila in questa bislacca annata, ma prima ci vuole la seconda e poche volte gli è riuscito di farne due di fila. Alla vigilia della sfida con i ciociari, gli inguaribili ottimisti rimarcavano che dopo il successo di Monza, contro Frosinone ed Empoli l’occasione sarebbe stata ghiottissima per fare finalmente nove punti di fila. Pie illusioni.

Certo, dopo il grande secondo tempo di Monza l’attesa era grande, tutti speravano che quel brevissimo ritorno al passato fosse il preludio dell’attesa riscossa. Niente di tutto questo.

In campo, gli azzurri salgono subito in cattedra e l’attacco è pungente. Tocca a Politano farne un altro bellissimo quasi come quello di Monza: sulla sua fascia salta un uomo, s’accentra, prende la mira giusta e spedisce la palla nell’angolo opposto. Un’ovazione accompagna il suo secondo raffinatissimo gesto tecnico in meno di 180’.

Azzurri avanti senza troppi sforzi, intanto Osimhen spreca come un neofita del gol qualunque.

All’improvviso però accade il pasticcio: Rrahmani stende il “napoletano” Cheddira e il Frosinone usufruisce di un rigore, Soulè tira da allocco e Meret si esalta, la blocca addirittura.

Secondo tempo. Il Napoli si fionda e sfiora il raddoppio, ma viene beffato da un errore marchiano dell’ex eroe Meret, che regala palla al nemico e fa pareggiare i pericolanti ciociari. Cheddira lo giustizia. Beffa e rabbia. Si ricomincia daccapo, come quasi sempre in questa maledetta stagione.

Napoli intontito dal clamore negativo dello strampalato gol subìto e Frosinone meno timido. Sicchè ci vorrebbe un episodio, e gli Dei del Calcio fanno sì che piova dal cielo. Zampata da avvoltoio d’area di Osimhen, tredicesimo centro stagionale e 2 a 1. Sembra davvero chiusa. Stavolta.

Ma col Napoli attuale il peggio è sempre dietro l’angolo. E’ un destino da dannati. Quando sembra che gli azzurri abbiano la partita in pugno, la  scombiccherata difesa si dimentica ancora di Cheddira e lo lascia pascolare, in gran modo, in area, e l’attaccante di proprietà del Napoli firma un clamoroso pareggio. E la sua personale doppietta.  Incubo, ma è 2 a 2. Fatale l’ennesima defaillance difensiva. Tragedia annuale. Alla fine è ancora Meret a salvare il pareggio in extremis. Nel finale, il gruppo Calzona è quasi imbambolato e non crea quasi più nulla. C’era una volta una squadra che lottava come una fiera sino all’ultimo nanosecondo. C’era. Ora non più.

Ennesima uscita di scena fra fischi e pernacchie. I napoletani sono giustamente imbufaliti. Come mai negli ultimi 20 anni.

Peggior difesa di sempre- Sette gol incassati in tre partite sono troppi. Un fardello troppo pesante per puntare ai primi quattro-cinque posti. Sì Kim ha lasciato un anno fa, lui da solo faceva reparto. La società non l’ha mai rimpiazzato, Natan ormai vede il campo solo con il binocolo. Il brasiliano non è mai entrato nei meccanismi del gioco e le sue difficoltà fanno paio con quelle del connazionale Juan Jesus, assente però contro il Frosinone. JJ fino a Monza ha concesso puntualmente agli avversari una rete a partita. C’è da chiedersi a questo punto perché Calzona non rispolveri proprio Natan, che al di sotto di un Juan Jesus imbarazzante non può troppo starci.

Contro i ragazzi di Di Francesco è toccato ad Ostigard, ma la sua accoppiata con Rrahmani ha fatto flop. Sul secondo gol, Cheddira era solo in area, mentre i centrali dondolavano a vuoto. Il primo è stata una sballata da video canzonatorio di Meret. Il classico errore che nasce dalla filosofia moderna che i portieri devono impostare l’azione. Saranno giurassici i tempi di quando la calciavano lunga di piede, in media a metà campo, ma questo nuovo dogma è la base di molti pasticci e gol evitabilissimi.

Tanti gol incassati quindi, la fase non funziona ma i singoli collezionano sfasature, l’un sull’altra. Ad Empoli Rrahmani sarà squalificato e si vedrà all’opera una coppia inedita. Il solo pensiero fa venire i brividi. A questo punto però tirare di nuovo fuori da un polveroso cilindro ancora Natan non sarebbe l’idea più folle.

E il nuovo allenatore?- De Laurentiis starebbe attuando una corte spietata ad Antonio Conte. Il condizionale è d’obbligo perché col presidente ogni scenario è impossibile e possibile al tempo stesso. Può darsi voglia davvero investire su un allenatore molto impegnativo sotto ogni aspetto, ma non è da scartare lo scenario che Adl sia furbescamente inscenando l’ennesima farsa per poi urlare alla piazza “Ci ho provato ma lui ha detto di no”. E ripiegare su un nome di seconda fascia. Ma oggi come oggi i trucchi de laurentiani cominciano ad essere cosa nota e prevedibile.

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Enzo Famiglietti

Nato a Napoli alla fine degli anni sessanta.Inizia la sua carriera giornalistica a metà degli anni novanta presso il quotidiano sportivo di breve durata Campania Sport e poi diventa redattore alla Verità di Napoli-Napoli più, dove si occupa delle pagine dedicate al Napoli ed anche dell'impaginazione delle altre sportive. Ma la sua passione resta il calcio. Negli anni successivi collabora, come redattore, al Corriere del Pallone e negli anni recenti a vari siti web Per sempre Napoli, 87 tv e successivamente ilcuoreazzurro.it

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