Pur considerando la delusione per un periodo che sta provocando contraccolpi importanti dovuti a molteplici cause, tra le quali la sorte avversa occupa un posto di rilievo, è impensabile che si sia sviluppato un tale disamore da determinare un’immotivata rassegnazione e una critica così aspra nei confronti dei migliori interpreti azzurri. I nostri beniamini.
E’ necessario ricordare che la confusione generata beneficia enormemente i detrattori, fornisce alibi a sistemi che hanno dimostrato falle e lacune e danneggia, in maniera trasversale e totale, tutto il popolo azzurro, a partire dalle curve – settori nevralgici del tifo che si sono storicamente caratterizzati per attaccamento viscerale e affiancamento unico e irripetibile – agli altri settori dello stadio, a finire a tutti i Napoli Club sparsi in Italia e nel mondo intero. Il problema, questo problema che attiene alla disillusione, non risiede e non si percepisce soltanto nel nostro tempio di Fuorigrotta, ma si è propagato nelle strade, nei luoghi di ritrovo, negli uffici e ovunque ci sia la possibilità di dialogo.
E’ giunto il momento di porre in stand-by la frustrazione da rincorsa vana e di tentare in tutti i modi di invertire una tendenza negativa tutt’altro che irreversibile.
Altrettanto corretta deve essere la valutazione reale della situazione contingente, che vede un gap assolutamente rimediabile dai posti che competono al Napoli per storia e qualità tecnica, tenuto conto della esiguità di punti di distacco e dal numero di partite ancora da giocare, in un campionato da disputare ancora per oltre due terzi.
Non è maturo il momento del giudizio definitivo, è saggio, invece, chiamare a raccolta l’unico sentimento comune e far sentire la sola voce capace di sostenere nel buio, quella compatta e palpitante di milioni di cuori azzurri.
Il Presidente – Saverio Passaretti