Roma e Napoli si sono sfidate all’Olimpico dando vita ad un match entusiasmante che ha messo in luce aspetti importanti dal punto di vista tattico; la Roma si è messa in campo con un 4-2-3-1, dalle caratteristiche ibride, in porta Szczesny, la difesa ha visto Rüdiger a destra, Manolas e Fazio Centrali e Juan Jesus a sinistra; ecco il primo errore tattico di Spalletti, l’utilizzo di due difensori centrali, adattati sulle fasce ha privato la Roma della possibilità di avere due elementi rapidi sugli esterni rapidi e sguscianti del Napoli come Insigne (in zona Rüdiger) e Callejon (zona Juan Jesus) in fase di Non Possesso e di velocità sulle fasce in transizione positiva e/o in fase di Possesso Palla.
Il centrocampo è stato disposto su due linee, una mediana composta da De Rossi e Strootman ed una trequarti che ha visto, da destra a sinistra, Perotti, Nainggolan ed El Shaarawy, ecco un altro errore concettuale di Luciano Spalletti: come si può pretendere un’elevata capacità offensiva lasciando Perotti in balia del duo Ghoulam-Insigne e ed El Shaarawy del duo Hysaj-Callejon senza un adeguato supporto dei rispettivi esterni bassi.
L’attacco era imperniato sul solo Dzeko che veniva frequentemente preso dal duo Albiol-Koulibaly con il franco-senegalese che ha disputato una partita perfetta dal punto di vista delle chiusure preventive.
Analizzando la prestazione della Roma sorprende come la squadra non sia stata disposta in campo con il 3-4-2-1; tale soluzione avrebbe (come avvenuto nella partita disputata contro l’Atalanta) consentito ai giallorossi una maggiore capacità di contenimento degli azzurri in fase di non possesso, la difesa a tre poteva garantire un maggiore capacità di lettura nel situazionale con uno dei terzini (soprattutto quello sul lato-palla che usciva sull’esterno azzurro in possesso-palla) e sulle scalate alternate o simultanee degli esterni tutta fascia; a centrocampo i duelli mediani-mezzali sarebbero stati rispettati (Strootman-Hamsik e De Rossi-Rog), in più ci sarebbero stati ben due uomini a “sporcare” i flussi di gioco Rog-Jorginho (Perotti o El Shaarawy) e Hamsik-Jorginho (Nainggolan). In più Le coperture “ad uomo” Strootman-Hamsik, Nainggolan-Jorginho e De Rossi-Rog hanno visto una netta predominanza degli azzurri. In attacco la Roma avrebbe comunque mantenuto maggiore ampiezza con Bruno Peres a destra ed Emerson a sinistra con la possibilità di maggiori inserimenti senza palla di Perotti e Nainggolan a sostegno di Dzeko.
Il Napoli ha giocato con la solita difesa a quattro Hysaj-Albiol-Koulibaly-Ghoulam, Hysaj ha avuto nei primi sessanta minuti il compito di arginare le azioni di El Shaarawy, il duello ha visto vincente l’albanese che ha goduto dell’aiuto di Callejon, al centro Dzeko è stato annullato dall’azione sinergica di Albiol in copertura e di Koulibaly in marcatura, Ghoulam è stato agevolato dai continui accentramenti di Perotti che non ha inciso più di tanto sulla destra. Nei minuti finali però, l’ingresso di Bruno Peres per Fazio e di Salah per El Shaarawy ha modificato l’andamento della partita, la Roma ha avuto maggiore pericolosità sulla destra con Bruno Peres che ha garantito ampiezza sulla destra, Perotti ha iniziato ad impegnare maggiormente Hysaj sulla sinistra e Salah e Nainggolan hanno garantito più occasioni da rete nella zona centrale.
A centrocampo Sarri ha sorpreso tutti inserendo Rog sul centrodestra e Jorginho come regista, il reparto è stato completato da capitan Hamsik, la mossa tattica ha avuto il duplice effetto di rispondere adeguatamente sul piano fisico ai centrocampisti capitolini e di avere un migliore giro palla abbinato ad una capacità di rapidi recuperi palla e verticalizzazioni sul tridente offensivo, il fraseggio del Napoli è efficace, brillante, preciso e manda a vuoto sempre la flebile pressione romana, portata spesso a casaccio, da De Rossi e da Strootman, che raramente sono riusciti a prendere le misure ai movimenti dei tre centrocampisti avversari.
Alla vigilia, l'ago della bilancia era stato appositamente messo sui due terzetti di mediana, ed infatti l'esito del match è stato fortemente condizionato dalla netta vittoria del reparto azzurro su quello dei padroni di casa. Hamsik è perfetto nel leggere ad ogni azione la situazione, sgusciando alle spalle della cerniera formata da De Rossi e Strootman, propiziando le azioni d'attacco del Napoli: prima lancia Insigne nello spazio, poi Ghoulam fermato da un inesistente fuorigioco; infine, è lui a servire l’assist perfetto a Mertens che capitalizza di fino.
I dati della fase difensiva dicono che i tre centrocampisti della Roma mettono insieme 19 eventi difensivi, di cui solo 9 sono di Strootman (nettamente il migliore del lotto). Molti di più di quelli dei centrocampisti del Napoli (12 in tutto), sintomo di una partita più reattiva che proattiva. Nonostante, al 90esimo, il possesso palla sarà favorevole ai giallorossi (55%-45%). Il punto è proprio questo. In una partita fondamentalmente equilibrata, la differenza sta soprattutto nella qualità delle giocate che costruiscono l’azione offensiva. Il coraggio, l’ha definito Spalletti nel postpartita. Quello che non è mancato al Napoli, nell’insistere sulle sue caratteristiche storiche dopo tre sconfitte in quattro partite. Quello che non è mancato al reparto mediano azzurro: 82% di pass accuracy e 7 key passes. Di cui 5 solo di Marek Hamsik. Che, dopo due partite di appannamento, è tornato ai (sontuosi) livelli di questa stagione.
In attacco il Napoli ha avuto un netto predominio, Juan Jesus, contrariamente al match di andata ha sofferto molto la presenza di Callejon ed ha patito sia per le sovrapposizioni di Hysaj che per gli inserimenti di Rog (notevolissima la prova del talento croato) che ha impedito spesso lo svolgimento dell’azione capitolina in quella porzione di campo; Mertens, autore di una doppietta, ha messo quasi sempre in difficoltà la coppia Manolas-Fazio sia in fase di possesso palla, che in quella di non possesso attuando un pressing altissimo e strutturato insieme con le mezzali e con i compagni di reparto; in ultimo grande prova di Insigne sull’out mancino, serve l’assist a Mertens per il secondo goal e garantisce, soprattutto negli ultimi venti minuti un generoso apporto alla fase di non possesso coadiuvando Ghoulam nel controllo del duo Peres-Salah.
Il Napoli, con la vittoria dell’Olimpico riapre la lotta per la qualificazione diretta in Champions League.