Domenica, 03 Novembre 2024 12:33

La Dea insegna calcio a un Napoli piccolo piccolo. Difesa in tilt e il cocco di Conte è pronto per l'Arabia.

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La miglior difesa d'Europa contro il migliore attacco italiano. Ha stravinto il secondo. Ed è finita con lo stesso dolente punteggio dello scorso anno, 3 a 0 per il terribile gruppo Gasperini.

La retroguardia del Napoli ha fatto crac. Scricchiolii sinistri contro un reparto offensivo che di gran lunga è uno dei più in forma a livello internazionale: 29 gol in 12 partite sono numeri da scudetto, per la Dea certo e non per un gruppo Conte che di colpo, come in un kappao sul ring, vede crollare le proprie ambizioni scudetto. Nessuno vuole esser pessimista, ma dopo il mortifero colpo inferto dall'Atalanta in quanti scommettono ancora che questo scombiccherato Napoli possa perdurare a lungo nel ruolo di regina del campionato, al di là di un primato che diventa all'improvviso a grande rischio, soprattutto in vista dell'imminente sfida di domenica prossima contro un Inter non sempre costante ma che si giocherà la partita dell'anno.

Il Napoli era reduce da cinque vittorie consecutive al Maradona, la Dea da una cascata di gol messi a segno nelle ultime quattro partite. Lo spettacolo era nell'aria, annunciato un banco di prova molto serio per un Napoli sognante scudetto. Ma gli azzurri sono stati evanescenti e mai competitivi al cospetto di un avversario organizzatissimo che aveva addirittura relegato in panchina Retegui, capocannoniere del campionato. Trattavasi di abile mossa tattica del furbissimo e lungimirante Gasp che ha saputo sbriciolare la difesa di Conte, manco fosse carta velina. 

Sotto accusa inevitabile il reparto difensivo del Napoli, svagato e penetrabile. Buongiorno, una colonna sinora, s'è smarrito e trascinato dietro il partner, che gli stava affianco. Olivera non ha retto l'ondata nerazzurra. A metà campo dominio assoluto dei bergamaschi, e in attacco ancora due note negative per Kvara e soprattutto per Lukaku, mai entrato in partita ed annullato da Hien. Difatti, a parte un palo di Mc Tominay nel primo tempo, il Napoli ha creato davanti un bel nulla, umiliato dalla perfetta sintonia e dai muscoli della difesa avversaria. 

Ogni tentativo di attacco del gruppo Conte si è infranto contro una difesa impenetrabile, equilibrata e molto forte fisicamente. Lukaku è stato ancora una volta evanescente e ha perso nettamente lo scontro diretto col suo dirimpettaio. Ormai il caso del belga è sulla bocca di tutti. 

Un risultato mai in discussione- Avvio di gara vibrante e vivace. Atmosfera e movenza di grande intensità. Dopo 10' cade la difesa di ferro del Napoli, sino ad allora la meno battuta d'Europa, che combina un mezzo pasticcio: Olivera ribatte centralmente una palla che dopo un paio di tocchi finisce, senza veder terra, a Lookman che batte Meret. Un attimo e Mc Tominay coglie un palo clamoroso. Che sfiga. Ma è solo un canto da cigno. La reazione azzurra si scontra contro il muro eretto da Gasperini e dopo il palo solo aria fritta.

Ancora Lookman raddoppia con un calcione dalla distanza, teso ma un po' prevedibile, sul quale Meret poteva fare di più. Napoli in ipnosi. Dea padrona del campo ed inarrestabile. E dire che Retegui si rilassa in panchina. Si va a riposo dopo 45' da totale incubo.

Secondo tempo, la Dea fa pure il terzo ma annullato per fuorigioco. Erge un muro, si schiera e si muove a memoria, e il Napoli sputa l'anima per qualche scialba occasioncina. Poca roba per la capolista, messa alle corde. Nulla cambia, soprattutto il risultato. Gli innesti di Conte stavolta non sono determinanti. Passano inosservati. Non danno benefici. Per gli azzurri una domenica bestiale. Anzi non è finita qui, nel finale Retegui entra e assesta il terzo scappellotto, apprezzabile il colpo al volo degno della sua crescente fama. Uno 0 a 3 che non brucia, fa un male da cani. 

La difesa più forte d'Europa è crollata miseramente- I numeri prima della batosta con l'Atalanta erano invidiabili. Appena cinque gol incassati in 10 gare. Si sapeva che il test di oggi fosse molto probante. Però prenderne tre è stata una macchia di quelle che difficilmente cancelli. Che possono pesare. E che sono un segnale d'allarme preoccupante per il futuro del Napoli. Significa che i ragazzi di Conte che lavoran là dietro, si parli pure di fase difensiva, sono una roccia contro avversari di livello medio-basso ma se messi difronte ad una squadra che segna gol con facilità ossessiva si smarriscono. Per fortuna, di attacchi forti come quelli di Gasperini in Italia c'è solo quello del Gasp stesso, attenzione però all'Inter che sulla carta è la maggiore rivale nella corsa scudetto: domenica contro Lautaro e Thuram si prevedono ancora notti insonni di vigilia e un altre esame super impegnativo.

In campo sul primo gol Olivera ha ribattutto male, e la palla è balzata da avversario ad avversario e nessun difensore azzurro ci ha messo lo zampino. Sul secondo Lookman è stato libero di calciare in porta senza contrasto alcuno e Meret non è stato impeccabile. Sul centro di Retegui ormai aleggiava rassegnazione pura, ma il bomber è stato liberissimo di intercettare la palla, dimenticato da tutti in area. 

Per Meret è stata una delle giornate più infauste di sempre, con la testa fra le nuvole, anche in un altro paio di circostanze ha trasmesso insicurezza e poca prontezza. Ma la giornata no capita anche ai migliori portieroni. 

Per Lukaku un'altra bocciatura. E il caso è ormai aperto. Ed anche Kvara delude ancora- Ennesima partita evanescente per Lukaku. Hien non gli ha praticamente fatto toccar palla. Il forte difensore di Gasperini ha annullato del tutto il cocco di Conte. sempre più banco degli imputati. Lo dicono i fatti. Una rapida analisi delle sue ultime quattro apparizioni. Molto in ombra contro Como e Lecce, autore di un guizzo di classe-decisivo peraltro- a Milano, ma ancora fantasmatico con gli orobici. Su quattro gare ne ha toppate ben tre. Per tre volte il cocco di Conte s'è espresso molto sotto la sufficienza. Hien gli ha sempre sbarrato la via della porta in quelle poche volte in cui Luk l'ha presa, davvero esigue, in tutte le altre cocco non ha proprio partecipato all'azione. E' stato anticipato dal suo dirimpettaio o da chicchessia. Sempre stile bradipo le sue movenze, troppo lento, troppo macchinoso, talvolta al limite della goffaggine. Il grande sprint al Milan a questo punto pare un'impresa isolata, tutto il resto, ed è tanto,  è solo delusione e fiaccaggine. Le cattive lingue sbeffeggiano il bomber, bollandolo come ideale per la pensione in Arabia Saudita.

Capitolo Kvara. Il georgiano per solidarietà al compagno, col quale pare abbia legato molto a livello umano, non eleva di una spanna la fu classe, al di sopra della mediocrità del belga. E' anche lui ormai una bella tegola sulle speranze del Napoli. A Milano aveva indovinato il tiro della domenica anche se si giocava di martedì, col favore di Maignan. Poi anch'egli prima del Milla e con l'Atalanta è stato una piuma. Non ha quasi mai saltato l'uomo, nessun tiro degno di nota, annullate fantasia ed imprevedibilità. A pelle, si può notare che ai tempi in cui c'era Zielinski il georgiano beneficiava dell'assistenza del polacco. Mc Tominay ha caratteristiche diverse e sembra lo inneschi molto meno. Eppoi, si bofonchia sempre di un sottile malumore in attesa di un adeguamento contrattuale divenuto un tormentone.

Conte ha forse commesso un errore di valutazione che potrebbe compromettere la stagione- Di sicuro su Antonio Conte incombe una terribile spada di Damocle: aver insistito tanto per acquistare per 40 milioni un attaccante spento e in declino. Con eguale cifra si poteva far di meglio? trovarne uno più in forma. Si era parlato di David, del Lille scuola importante, ma il tecnico leccese come primo nome in estate aveva fatto subito quello di Lukaku. A discolpa del giocatore c'è la scusante che ha saltato del tutto la preparazione estiva ed i ritiri ed a 31 anni, con una struttura fisica molto grossa e di peso, i tempi per arrivare al top della condizioni si possono allungare di non poco. Si spera, insomma, che Lukaku debba ancora ritrovarsi a causa di una lentezza dovuta a una precarietà di forma. Altrimenti se fosse questo sarebbero guai, per il Napoli e per l'immagine del Bell'antonio. 

E ora le ambizioni scudetto?- Innegabile che la pesante sconfitta abbassi di parecchio le quotazioni tricolore degli azzurri, non tanto perchè una la puoi perdere pure, ma in quanto hanno messo allo scoperto i limiti del gruppo. La difesa non troverà certo sempre i diavoli di Gasperini, ma l'attacco fatica e suda troppo per far gol e se si scontra con retroguardie ben scolarizzate ed erculee va a secco troppo spesso. 

Domenica in casa dell'Inter arriverà una parziale conferma dei sogni azzurri. Una specie di deja vù sulle caratteristiche peculiari degli avversari. La squadra di Inzaghi è tutta muscoli ed ha un attacco che può mettere in imbarazzo i più forti. E gli scaramantici dicono che il colore della magia è lo stesso di quelli che ce le hanno appena suonate. 

(Foto fonte calcionapoli24). 

 

 

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Enzo Famiglietti

Nato a Napoli alla fine degli anni sessanta.Inizia la sua carriera giornalistica a metà degli anni novanta presso il quotidiano sportivo di breve durata Campania Sport e poi diventa redattore alla Verità di Napoli-Napoli più, dove si occupa delle pagine dedicate al Napoli ed anche dell'impaginazione delle altre sportive. Ma la sua passione resta il calcio. Negli anni successivi collabora, come redattore, al Corriere del Pallone e negli anni recenti a vari siti web Per sempre Napoli, 87 tv e successivamente ilcuoreazzurro.it

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