Sabato, 29 Aprile 2017 18:04

L’analisi Tattica dell’Inter di Stefano Pioli

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Il calcio dei campioni e della spesa ad ogni costo contro il calcio della programmazione, questo è il reframe prima gestionale e poi tattico di Inter-Napoli; la prima ha cambiato già tre allenatori (Mancini, De Boer e Pioli), mentre i nostri campioni giocano per il secondo anno consecutivo con mister Sarri, questa tematica si riflette anche dal punto di vista tattico, da un lato troviamo una squadra che non ha un identità tattica ben precisa, che subisce tanti goal e ne fa altrettanti, dall’altro una macchina con meccanismi consolidati ed un gioco brillante.

L’Inter si dispone in campo con il 4-2-3-1, in porta troviamo uno dei migliori interpreti del ruolo, Handanovic, la difesa è composta a destra da D’Ambrosio, al centro da Medel o Murillo e Miranda ed a sinistra dall’argentino Ansaldi, detto di Murillo, a sinistra alternative sono costituite da Nagatomo e lo stesso D’Ambrosio (difensore napoletano abile a giocare su ambo le fasce); presi singolarmente, sono tutti elementi più che validi ma occorre dire che non hanno una buona intesa di reparto, Miranda sembra un lontano parente del difensore che abbiamo ammirato con l’Atletico Madrid, mentre Medel (utilizzato sovente anche da centrocampista centrale) sembra un pitbull (è il suo soprannome) che non sa quale “preda” azzannare. Degli esterni D’Ambrosio assicura più equilibrio, mentre Ansaldi assicura maggiore spinta in fase di possesso palla.

Il centrocampo, disposto su due linee di reparto, vede una mediana formata da Gagliardini e Kongdobia, l’ex Atalanta ha maggiori capacità di copertura mentre il francese, ex Monaco, offre anche un modesto contributo nella fase di costruzione della manovra, alternative valide sono costituite da Brozovic, talento croato su cui c’era stato un interessamento anche da parte del Napoli e Medel, che sembra esprimersi al meglio proprio in questo ruolo, per dare maggiore fluidità alla manovra Pioli utilizza anche João Mario in quella posizione; la trequarti vede a destra Candreva, a sinistra Perisic mentre al centro troviamo una discreta alternanza tra Banega, vincitore di tre Europa League con il Siviglia di Emery e João Mario, rivelazione dell’ultimo europeo tra le file del Portogallo, nazione vincente della competizione.

Il centravanti è Mauro Icardi, l’argentino è dotato di buone doti tecniche, gran fiuto del goal e di capacità fisiche straordinarie, alternativa è costituita da Palacio, attaccante più rapido e sgusciante.

Inter 4 2 3 1 Probabile Formazione

Non di rado Pioli ha disposto i suoi con il 3-4-2-1; in tal caso la difesa viene schierata una linea a tre composta da Murillo e Miranda ai lati di Medel difensore centrale; a centrocampo Candreva e uno tra D’Ambrosio, Nagatomo e Perisic sulle fasce; Gagliardini ed uno tra Kongdobia e Brozovic centrocampisti centrali; una trequarti formata da João Mario o Brozovic e Perisic oppure Eder; come centravanti sempre Icardi è l’elemento più utilizzato con Palacio come possibile alternativa; tale sistema di gioco viene sovente utilizzato anche a partita in corso.

Inter Napoli 2742017 103314

Fase di Non Possesso

L’Inter in fase di non possesso si dispone con due linee di reparto molto strette pronte a sfruttare il contropiede;

INTER in fase di non possesso palla

dall’analisi di frequenti match disputati dalla squadra emergono errori sia individuali che di squadra: problema frequente nei reparti difensivi di Pioli è la scalata oltre ad una difficoltà nel coprire la profondità, quindi ogni attacco avversario sembra pericoloso. João Mario o Banega vanno a pressare molto alto i portatori di palla avversari e con Brozovic o Gagliardini inesistenti (allorquando sono in palesi difficoltà fisiche o tattiche), Kondogbia rimane spesso solo contro gli assalti dei centrocampisti; altro errore frequente commesso dai nerazzurri è la scarsa capacità di coprire gli half spaces, ossia quegli spazi tra le linee di reparto, testimonianza ne è l’incontro del girone d’andata dove i tre goal del Napoli nacquero proprio dagli inserimenti di Zielinski ed Hamsik in quegli spazi;

Problemi negli half spaces da parte dellInter

tutto nasce spesso da errori singoli, né Kongdodia né Medel sembrano adatti a questo lavoro, altrettanto dimostra Gagliardini che spesso non interviene a fermare gli avversari che capitano nella sua zona di copertura, come dimostra anche il match contro la Fiorentina, con Borja Valero che ha spesso creato enormi difficoltà ai nerazzurri; tuttavia anche errori collettivi inficiano le prestazioni in fase di non possesso, come dimostrato dal triangolo D’Ambrosio-Medel-Candreva. Spesso la scarsa capacità di fare filtro dei due mediani costringe il trequartista di turno (João Mario o Banega) ad abbassarsi e, di conseguenza, a perdere lucidità in fase di possesso palla.

Fase di Possesso Palla

La squadra di Pioli gioca un calcio intenso, basato su principi riconoscibili:

  • pressione sui portatori di palla,
  • apertura sugli esterni,
  • supporto dell’intera squadra in entrambe le fasi.

I problemi nascono quando la condizione, fisica e mentale, non è ottimale, oppure quando «l’obiettivo sfuma e si palesa il crollo».

L’Inter ha un gioco gradevole, improntato all’attacco, come testimoniano le scelte tattiche dell’allenatore: un Ansaldi dedito continuamente alla fase offensiva,

Inter in fase di Possesso salita di Ansaldi

gli esterni alti molto alti e un João Mario molto aggressivo. I problemi sono: i cross sono tanti ma prevedibili, il pallone raggiunge a fatica l’area e si sprecano troppe occasioni spesso quando Icardi è in giornate no, mettendo ancor più in difficoltà la fase offensiva nerazzurra. L’azione passa spesso per i piedi di Kondogbia (troppo lento per impostare e spesso lasciato senza riferimenti); Brozovic, durante molti match non si è mai fatto trovare dai compagni, pur avendo qualità e velocità ben maggiori del francese, costringendo spesso il trequartista di turno a stare molto lontano dalla punta centrale.

quando banega si abbassa crea su perioritacc80 numerica nel mezzo

Perisic sulla fascia garantisce spesso superiorità numerica tramite letali uno contro uno, rivelandosi per gli avversari il più pericoloso, essendo adeguatamente supportato da Ansaldi. Candreva invece spinge meno e si accentra molto, è un movimento che faceva già con Pioli alla Lazio, l’efficacia dell’esterno alto viene limitata dal fatto che D’Ambrosio non è un esterno destro portato al cross come lo era Basta con i biancocelesti.

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