Giovedì, 18 Maggio 2023 14:21

Spalletti sta per fare le valige. Ecco i veri motivi del suo sempre più probabile addio

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Se ne va o non se ne va. Da un paio di settimane Napoli sfoglia la margherita. Un petalo dopo l'altro ma la risposta non c'è. Ancora no. Eppure, non occorre interrogare il futuro attraverso i fondi di caffè o guardare le nuvole nottetempo come nella commedia del grande Eduardo per capire che le intenzioni di Luciano Spalletti, leggendario tecnico azzurro e demiurgo del terzo ed inatteso scudetto, lo allontanano di ora in ora sempre di più da quella maglia che gli ha donato prestigio e gloria.

Si è detto nei giorni scorsi di un attrito col presidente De Laurentiis, ciò in parte è vero ma non è la principale ragione che spinge l'allenatore via da Napoli. Certo, è storia scritta che dopo un paio di anni i rapporti fra il vulcanico Adl ed i suoi allenatori si incrinino, e si finisca per vorticare nel baratro dei silenzi. Ciò è successo anche adesso. La pec con la bozza del contratto da firmare, inviata con troppa autostima e presunzione da De Laurentiis, non è piaciuta affatto a Spalletti, che non si è lasciato sfuggire l'occasione di sottolineare a microfoni e taccuini l'ineleganza del gesto. Ma sotto le apparenze cova molto altro. 

Spalletti entusiasta e raggiante per il suo primo scudetto vinto in Italia è al tempo stesso un po' stanco e logoro per le fatiche accumulate in una stagione di forte stress. A 64 anni è all'apice della carriera, ha raggiunto il punto più alto e accusa qualche colpo, che si percepisca sul viale del tramonto non lo sappiamo e forse è esagerato, ma è scontato che prima di rimettersi ancora in gioco voglia rifletterci più a lungo. Forse, concedersi un periodo sabbatico. Più che altro, però Spalletti, da uomo intelligente e grande conoscitore delle vicende di calcio, ha capito che non sarà affatto facile ripetere l'anno prossimo l'impresa del tricolore.

E' ora sull'uscio della scelta più ardua, del lascia o raddoppia. Può andar via da vincitore, evitare così grattacapi e rogne se la prossima stagione si facesse cupa. E legare indissolubilmente il proprio nome alla storia del nostro campionato ed a quella di Napoli. Così come tanti anni fa fecero i due tecnici scudettati, Bianchi e Bigon. Una firma negli annali che sbanca i cuori dei tifosi, come colui che ha reso possibile un sogno, che ha fatto sì che si avverasse dopo 33 anni il miracolo, è una tentazione molto grande. Forse, troppo per resisterle.

Peraltro, Spalletti non ha ancora ricevuto garanzie dal programma tecnico della prossima annata. Il diesse Giuntoli cerca di scappare a Torino ormai quasi da clandestino dato che Adl non intende lasciarlo partire, sui campionissimi azzurri incombono le avide ombre dei grandi club Europei, soprattutto il destino di Osimhen e Kim sembra più depositarsi al di là della Manica che nel Golfo più bello del mondo. 

Ricapitolando, garanzie tecniche non ce ne sono ancora e allenare una squadra meno competitiva e con la scommessa di nuovi giovanissimi innesti alimenta i dubbi, già presistenti, del vate toscano, che di per sè accusa un po' di pressione e accarezza sempre di più l'idea di un'uscita di scena fra applausi commossi ed epici peana di ringraziamento.

Ma se volesse, invece, rimettersi ancora in gioco e tentar la buona sorte altrove, se l'adrenalina del campo non gli desse tregua, ma non più a Napoli, ecco le alternative. L'exploit del suo gruppo ha attirato le attenzioni di molte squadre. Si vocifera addirittura di un interessamento del Psg, che però avrebbe Mourinho in vantaggio nella lista dei desideri, oppure del Milan che dalle ultime voce di radiomercato potrebbe quasi sicuramente dare il benservito a Pioli. Anche in Premier Spallettone comincia a piacere.

A pelle, nuotiamo nella propria sensibilità, Spalletti è più di là che di qui. Se così fosse assisteremmo ad una tradizione che puntualmente si ripete. Che De Laurentiis è sempre lui ad esser lasciato dagli allenatori, anche quando vincono, e non viceversa. Eccetto i casi di Donadoni e Ancelotti, lo hanno sempre mollato gi altri. E non sta bene far la fine di quei fidanzati infelici che si interrogano sul perché mai i loro cuori siano sempre infranti. Ragioni caratteriali nel caso del presidente, senza dubbio alcuno, quello di Adl non è dei più teneri. Intanto, il padrone farebbe benissimo a guardarsi già da oggi intorno per spulciare l'elenco dei possibili sostituti. Un nome lo intriga, e a chi non piace Antonio Conte. Si sta per liberare dal Tottenham, ha un profilo di vincente di grande motivatore. Dopo aver vinto lo scudetto sarebbe lui l'uomo perfetto per provare a bissare. Sempreché al presidente del Napoli interessi alzare altri trofei e quella sua promessa nella magica notte di Udine, di vincere ancora ed ancora e di puntare addirittura alla Champions, non sia stata solo una goliardica sbandata.  

(Foto fonte il Napolista)

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Enzo Famiglietti

Nato a Napoli alla fine degli anni sessanta.Inizia la sua carriera giornalistica a metà degli anni novanta presso il quotidiano sportivo di breve durata Campania Sport e poi diventa redattore alla Verità di Napoli-Napoli più, dove si occupa delle pagine dedicate al Napoli ed anche dell'impaginazione delle altre sportive. Ma la sua passione resta il calcio. Negli anni successivi collabora, come redattore, al Corriere del Pallone e negli anni recenti a vari siti web Per sempre Napoli, 87 tv e successivamente ilcuoreazzurro.it

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