Martedì, 23 Marzo 2021 21:24

"Il Sogno nel Cuore" 23.03.2021

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Nella Puntata odierna de “Il Sogno Nel Cuore”, programma in onda sulle frequenze di Radio 1 Station e condotto da Luca Cerchione, sono intervenuti: Paolo Esposito - giornalista e conduttore 87Tv -, Corrado Orrico - ex allenatore e opinionista Sky -, Carlo Tavecchio - ex presidente FIGC -......

Paolo Esposito a “Il Sogno Nel Cuore” su 1 Station Radio: “Gattuso ha pagato l’assenza di Mertens, Osimhen deve darsi una calmata e pensare a giocare. Vi spiego perché Sarri è stato fatto fuori dalla Juve"

 

“Il Napoli, post eliminazione Europa League, più che quadratura ha ritrovato freschezza, brillantezza, dopo diversi mesi di partite giocate ogni tre giorni. L’ossatura è stata sempre quella, hanno giocato sempre gli stessi, alternandosi, al massimo, nei minuti finali della partita o in match meno di cartellone. Gattuso ha giocato senza Mertens, e si è notata la sua assenza, e senza Osimhen, calciatore che deve capire che gioca a pallone e non per attaccare briga. I risultati contro Milan e Roma sono arrivati per maggiore brillantezza atletica e questo ha fatto la differenza - queste le parole di Paolo Esposito, giornalista e conduttore 87Tv, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Modulo? I moduli contano fino ad un certo punto, conta chi scende in campo, conta la testa, la personalità. La differenza la fa il calciatore che ha maggiore qualità, non il modulo. Zielinski? Calciatore universale. Quando era all’Udinese, anche il Liverpool era su di lui poi la spuntò il Napoli. Piotr caratterialmente non è fortissimo, introverso, non ha una grande personalità e questo si riversa anche in campo, deve essere più consapevole della sua grandezza. Insigne? È il migliore in Italia, senza alcun dubbio. Importante anche per Mancini, che se ne intende di calcio. Conobbi Roberto a Bogliasco, mi regalò pantaloncini e maglia per il mio bambino. È una grande persona, con lui ci divertiremo all’Europeo. Fabian Ruiz? Anche lui sta migliorando tantissimo, se giocasse più avanti riuscirebbe ad incidere ancora di più con il sinistro che ha. Lo spagnolo è un grande giocatore, su di lui non a caso ci sono Real e Barcellona, se fossi nel Napoli lo terrei, è capace di fare la differenza. La pausa nazionali danneggia il Napoli. Erano, ormai, in rodaggio. Gattuso stava gestendo bene il gruppo concedendo due giorni di riposo, un peccato lo stop. Se Rino resta? Conosco ADL dal 2004, so quanto tiene al Napoli, a differenza di come dicono in tanti. Detto questo, è talmente imprevedibile che nessuno può conoscere i suoi pensieri attuali. Potrebbe anche confermare Gattuso, ma poi va convinto anche Rino, il quale si è sentito tradito dalla società: non si è sentito difeso nel periodo di crisi. Gattuso non vuole le clausole classiche di ADL, e questo potrebbe essere un rischio per Aurelio, perché potrebbe creare un precedente per i futuri allenatori che arriveranno. So che Italiano piace. Sarri, invece, è Sarri grazie a De Laurentiis, altrimenti sarebbe rimasto sui campi di provincia. Maurizio fu scartato dal Milan, da Berlusconi, perché non piaceva il suo stile. Alla Juventus sbagliò una frase. Dopo una sconfitta, disse allo spogliatoio: ‘come ho fatto a perdere uno scudetto con pippe come voi?’. Da lì ha avuto l’intero gruppo contro. I senatori dei bianconeri vogliono autogestirsi, e lo possono fare con Pirlo, non con Sarri. Settimana tipo? Quando sei fresco fisicamente e mentalmente, giochi meglio, è ovvio. La ripartenza dal basso non va fatta sempre, altrimenti diventi prevedibile. Devi variare anche con lanci lunghi. Delle volte si è preso gol proprio per delle deficienze tattiche dovute a questo schema. I singoli hanno sbagliato, vero, ma mancava anche il filtro a centrocampo. A Napoli hanno messo in dubbio anche gente come Koulibaly, Manolas, Maksimovic - che se non fossero calciatori importanti non giocherebbero a Napoli -, ma quando ti manca il filtro, il difensore va in difficoltà in automatico, soprattuto con attaccanti più veloci. In città sono influenzati dal risultato, si esaltano e si abbattono in un niente, ci vorrebbe più equilibrio”.

 

Corrado Orrico a “Il Sogno Nel Cuore” su 1 Station Radio: “Ad oggi non vedo un allenatore migliore di Gattuso per il Napoli. Insigne mi ha fatto ricredere: prima non mi piaceva, ora si è imposto in Serie A ed in Nazionale”

 

“Ad oggi non vedo nessun allenatore migliore di Gattuso per allenare il Napoli - queste le parole di Corrado Orrico, ex allenatore e opinionista Sky, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Per la fermezza, la grinta, la passione che ha messo Rino nel suo lavoro, meriterebbe la conferma. Il tecnico calabrese non ha alcuna colpa su questa stagione, ha, purtroppo, subito diversi infortuni e indisponibili per Covid. È stato sufficiente recuperare a mezzo servizio i due attaccanti titolari per vincere. Inoltre, ha trovato un ambiente ostile nei mesi difficili, da parte soprattuto del presidente e mi riferisco ai contatti con altri allenatori. Rino è stato bravo a resistere e i risultati attuali gli stanno dando ragione. Ha dimostrato di essere all’altezza di sedere sulla panchina del Napoli, proprio per le difficoltà citate. La mia frase su Petagna non all’altezza del Napoli? È un giocatore discreto, ma a Napoli gli attaccanti fondamentali sono di primissima qualità da 15 anni, e quel giovanotto preso dalla Spal, incline a mangiare troppi spaghetti essendo un po' in sovrappeso, non mi sembrava poter essere un calciatore da squadra come quella azzurra. Oggi ha fatto una bella cura dimagrante, ha ripreso la forma decente ed è riuscito a dare il suo contributo alla squadra. Osimhen? Bisogna aspettare per giudicare questo attaccante, non lo boccerei da subito. Mertens? Il suo rientro è stato fondamentale, e lo abbiamo visto domenica scorsa contro la Roma. È un vero fuoriclasse, e questo tipo di calciatori sono difficili da rimpiazzare quando sono assenti per infortunio. Segnare in Serie A e fare la differenza in campo non è facile. Napoli fra le prime 4? Se non avrà altri incidenti, ci riuscirà. La squadra gioca molto bene, propone un calcio importante ed ha una rosa di qualità. Atalanta, Milan e Napoli, in questa stagione, sono le squadre che riescono ad esprimere un calcio migliore. I rossoneri e gli azzurri si somigliano molto, mentre i bergamaschi propongono un calcio di stampo europeo basato sul dinamismo e la potenza fisica dei suoi elementi. Crescita di Insigne? La fatale maturità del giovanotto. Fino ad un paio di anni fa non mi piaceva tantissimo. Ora è un vero capitano, un leader e un giocatore vero. Prima in campo faceva poco, ed i riconoscimenti che aveva, a mio avviso, erano esagerati. Oggi è un calciatore molto forte, astuto, crea molte palle gol, segna una gran mole di reti ed è fondamentale anche nella fase difensiva. Mi sono totalmente ricreduto su di lui”.

 

Carlo Tavecchio a “Il Sogno Nel Cuore” su 1 Station Radio: “Potessi tornare indietro, confermerei Conte sulla panchina dell’Italia. Insigne? Nella mia nazionale lo avrei fatto sempre giocare, ma qualcuno non era d’accordo”

 

“Insigne è maturato tantissimo. Personalmente ho sempre stimato Lorenzo e avrei voluto tanto che giocasse di più nella mia Nazionale, ma qualcuno non era d’accordo con questo pensiero - queste le parole di Carlo Tavecchio, ex presidente FIGC, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Se potessi tornare indietro avrei fatto carte false per tenere Conte, ritenevo non morale pagare la cifra che avrebbe ottenuto dal Chelsea per l’ingaggio. Capello e Donadoni le mie prime due scelte per sostituirlo, poi arrivò Ventura. Dimissioni? Presi quella decisione perché pensavo che il paese avesse bisogno di qualcuno che pagasse. Nessuno prese quel tipo di scelta drastica, allora lo feci io. Rinvio di Juventus-Napoli? Noi siamo lo Stato di cento repubbliche. Ognuno decide in ottica territoriale e non globale. Una piccola ATS è riuscita a fare giurisprudenza perché il protocollo era fallace. Io fautore del VAR? Blatter mi chiamò e mi parlò del VAR, approfittai di questo rapporto per far esordire la tecnologia in Italia, ma l’idea fu sua e della FIFA. Ad oggi è indispensabile. Il problema, però, è che gli arbitri non sempre usano questa importante innovazione, anche quando servirebbe, per via del loro orgoglio. Un direttore di gara che si fa affiancare dal Var garantisce un giusto spettacolo al pubblico perché quando c’è la certezza della decisione arbitrale vengono a decadere ogni tipo di polemica e, dunque, il pubblico non si disaffeziona. Fuorigioco-VAR? Al momento è in atto un discorso su questo tema dall’International Board. Quest’ultima è formata da diversi inglesi, dunque è difficile far cambiare loro idea, ma il fuorigioco non è facile da individuare se non con l’ausilio del VAR. Dichiarazioni di Orsato sull’episodio di Pjanic? Non entro in queste polemiche, ormai è passato tanto tempo. Il fallo di Bakayoko in Milan-Napoli? Bisogna prendere atto delle situazioni così come si sono svolte, ed una volta chiuse non si possono riaprire. L’errore fa parte del gioco, anche gli arbitri sono uomini e possono sbagliare. Cosa manca al calcio Italiano per raggiungere i livelli europei? Il vero problema è di tipo economico. La crisi attanaglierà le società di Serie A per diversi anni, e non sono sicuro che basteranno i diritti Tv per coprire le spese. Ogni club italiano dovrà rivedere i propri piani, sarà una tragedia che colpirà tutti. Comunque, la situazione era diventata insostenibile già da prima: gli stipendi dei calciatori erano arrivati a cifre improponibili, ottenute, tra l’altro, non rispettando il reale valore espresso in campo ma seguendo altri parametri. La parte economica sarà importante per diversi discorsi non semplici legati agli assetti societari. Scudetto? L’Inter può solo perdere questo campionato. Nicchi? Nonostante qualche screzio in passato, ha fatto un buon lavoro. È stato eletto 4-5 volte come presidente dell’AIA, ed era naturale che ci fosse un cambiamento. Anche il mondo degli arbitri è cambiato, ora possono parlare ai microfoni e con noi, questo, non sarebbe mai stato possibile”.

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Mario Passaretti

Nato a Torre del Greco il 28/05/1979, diplomato in maturità classica. Giornalista da giugno 2015 e direttore del sito www.ilcuoreazzurro.it dal 2022. Collaboratore del giornale "Il Roma"

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